Rana pescatrice in salsa di piselli
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
4 cipollotti
1 ciuffo di prezzemolo
200 g di piselli freschi o surgelati
2 cucchiai di farina
2 code di rospo del peso di circa 350 g l’una
1 dl di vino bianco secco
0,5 dl di panna
1 cucchiaino di curry
olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco
PREPARAZIONE
- Staccate le foglie e le infiorescenze delle cime di rapa, eliminando le costole più dure delle foglie, e cuocetele in pochissima acqua salata.
- Lessate le patate, quindi sbucciatele e passatele allo schiacciapatate. Mentre sono ancora calde impastatele con la farina, l’uovo, il tuorlo e una presa di sale. Formate una palla e stendetela in un rettangolo di circa 40×30 cm direttamente su un canovaccio o un grosso tovagliolo bianco.
- Scartate la crosta del formaggio e tagliatelo a fettine sottili. Distribuitele sul rettangolo di patate lasciando un bordo libero di un paio di dita e arrotolatelo. Avvolgetelo nel telo e chiudete le estremità con refe incolore da cucina.
- Portate a bollore sufficiente acqua salata in una pesciera e cuocetevi il rotolo di patate lasciandolo sobbollire per circa mezz’ora, quindi estraetelo e fatelo intiepidire 5 minuti.
- Nel frattempo scolate e strizzate delicatamente le cime di rapa, battetele al coltello tritandole grossolanamente e rosolatele in 4 cucchiai d’olio dove avrete fatto dorare lo spicchio d’aglio sbucciato e schiacciato.
- Rosolate i pinoli in un cucchiaio d’olio fino a quando iniziano a dorare.
- Estraete il rotolo di patate dal telo, tagliatelo a fette spesse, cospargetele di pinoli e servite con le cime di rapa private dell’aglio.
- Tritate i cipollotti e fateli appassire in 2 cucchiai d’olio per 5 minuti, poi unite i piselli, metà del prezzemolo tritato, coprite con acqua bollente salata e cuocete per 15 minuti a fiamma media.
- Spellate e infarinate le code di rospo. Dorate l’aglio sbucciato e il prezzemolo rimasto in 3 cucchiai d’olio, rosolatevi il pesce e bagnatelo col vino, regolate di sale, coprite il recipiente e cuocete per qualche minuto.
- Nel frattempo frullate i piselli con sale e pepe fino a ottenere una salsa omogenea.
- Tagliate le code di rospo nel senso della lunghezza eliminando la lisca centrale.
- Trasferite i filetti di pesce nei piatti, versatevi sopra la salsa e cospargete di curry.
Cosa sono gli integratori alimentari?
Cosa sono gli integratori alimentari?
Gli integratori alimentari sono alimenti – e non farmaci – e come tali sono regolamentati e soggetti a tutte le norme applicabili agli alimenti. Sono fonti concentrate di nutrienti o altre sostanze con effetto nutrizionale, ad esempio vitamine, minerali, ecc. o fisiologico (ad esempio estratti vegetali), il cui scopo è di supplementare, integrare la normale dieta e contribuire al benessere dell’organismo. Vengono commercializzati in forme predosate, e cioè studiati per essere assunti in piccole quantità misurabili e misurate per garantire ai consumatori sicurezza e corretto uso. Si presentano solitamente in forma di tavolette, capsule, compresse, chewing gum, bustine di polveri, fiale di liquidi, flaconcini e flaconi, contagocce ed altre forme similari di liquidi e polveri.
Che differenza c’è tra integratori alimentari e alimenti funzionali?
Gli integratori sono fonti concentrate di nutrienti o altre sostanze con effetto nutrizionale o fisiologico, in forme come capsule, compresse, chewing gum, bustine…. I cosiddetti “functional food”, o alimenti funzionali, sono invece prodotti alimentari che vantano proprietà salutistiche – es. yogurt, cereali, latte – dovute all’aggiunta di sostanze specifiche, quali ad esempio vitamine, minerali, omega-3, fitosteroli, fibre…..
Integratori a base di erbe e fitomedicine: sono la stessa cosa?
No, gli integratori a base di erbe sono sempre e comunque alimenti, mentre le fitomedicine sono farmaci a tutti gli effetti. La componente erbale degli integratori, per tipologia (cioè, tipo di erba), contenuto di principi attivi e modalità di consumo, non produce infatti effetti terapeutici, ma ad essa è riconosciuto piuttosto un ruolo di supporto alle funzioni fisiologiche dei vari apparati dell’organismo. Il processo di produzione di un integratore a base di erbe poggia su alcuni passaggi fondamentali, quali la selezione, l’esame fitochimico, la standardizzazione. Le cosiddette “fitomedicine” vengono definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “prodotti medicinali finiti, provvisti di etichetta, che contengono come principi attivi esclusivamente delle piante o delle associazioni di piante allo stato grezzo sotto forma di preparati”. La normativa comunitaria attuale considera le fitomedicine farmaci a tutti gli effetti, per cui la loro vendita è autorizzata solo se è dimostrata la loro sicurezza ed efficacia, sono prescritte e distribuite da operatori sanitari qualificati (medico e farmacista).
Quali sono le differenze tra integratori alimentari e prodotti dietetici?
Gli integratori alimentari non possono essere considerati prodotti dietetici in quanto questi ultimi rispondono ad esigenze nutrizionali o condizioni fisiologiche particolari. Il prodotto dietetico, secondo la normativa di riferimento Dlg 111 del 27 gennaio 1992, è un prodotto destinato ad un’alimentazione particolare e risponde alle esigenze nutrizionali delle persone con difficoltà di assimilazione o con metabolismo perturbato, in condizioni fisiologiche particolari, dei lattanti e bambini nella prima infanzia. Il prodotto dietetico si deve distinguere nettamente dagli alimenti di consumo corrente, deve essere adatto ad uno specifico obiettivo nutrizionale e commercializzato con l’indicazione dell’obiettivo nutrizionale. Fanno parte dell’area dei dietetici alcune tipologie di prodotti, i prodotti destinati a diete ipocaloriche per riduzione del peso, i prodotti destinati ai celiaci, i prodotti per gli sportivi…..
La dieta per la pelle
Con l’estate sono in arrivo le tre famose “S” che minano il benessere della nostra pelle: Sole, Sudorazione, Stress. L’impatto dei raggi UV, l’inquinamento atmosferico, seguiti dai ritmi frenetici a cui siamo spesso sottoposti, sono tra i principali agenti che concorrono alla bellezza delle pelle e che giocano un ruolo fondamentale al suo equilibrio.
Alcune nuove evidenze scientifiche relative al ruolo e alle proprietà benefiche di alcuni gruppi di vitamine e antiossidanti che ci aiutano a mantenere il benessere della pelle. L’aspetto più rilevante dell’integrazione alimentare per la pelle riguarda la fotoprotezione e la prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, attraverso sostanze nutrizionali ad azione antiossidante e antiinfiammatori. L’utilizzo di integratori alimentari ad azione antiossidante, e/o in grado di inibire in modo specifico le metallo proteasi di matrice (famiglia di enzimi del gruppo delle proteasi), costituisce infatti una delle più promettenti strategie di prevenzione contro l’invecchiamento cutaneo e la prevenzione di fenomeni degenerativi della pelle, come risulta da numerose ricerche sperimentali.
I primi studi a dimostrare l’efficacia dell’integrazione alimentare per migliorare aspetti estetici e funzionali della pelle risalgono ai primi anni ‘80 e riguardano soprattutto le vitamine, in primis la vitamina C. Essa infatti, oltre a svolgere un’importante azione protettiva antiossidante nei confronti dei radicali liberi indotti dai raggi UV, è in grado di stimolare le fasi della biosintesi del collagene da parte dei fibroblasti del derma umano, e operare così una rigenerazione della matrice cutanea, come dimostrato sin dal 1981 in una studio pubblicato su PNAS1. Tra le vitamine del complesso B, sia la biotina che l’acido pantotenico, sono risultate utili al mantenimento della salute della pelle e degli annessi cutanei (capelli, unghie).
Oggi però i dati più interessanti sull’azione fotoprotettrice e anti-invecchiamento di composti nutraceutici riguardano due categorie di molecole appartenenti al mondo vegetale, i carotenoidi e i polifenoli.
I carotenoidi, gruppo di molecole lipofile di origine vegetale – tra cui licopene, la luteina, la zeaxantina e soprattutto il beta-carotene, una provitamina A – sono efficaci antiossidanti, grazie alla loro azione di scavenger (letteralmente spazzini) di radicali liberi, e numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra una Dieta ricca in carotenoidi e la riduzione di varie tipologie di malattie degenerative dell’invecchiamento cutaneo. Nel 1996 è stato pubblicato uno dei primi studi sull’uomo che dimostrava l’azione fotoprotettrice del beta-carotene assunto oralmente, misurata attraverso la riduzione dell’eritema indotto da esposizione a UV, e della sua capacità di accumularsi nella pelle2. Più recentemente il licopene, un carotenoide particolarmente concentrato nel pomodoro, è stato oggetto di numerosi studi per la sua notevole capacità antiossidante e foto protettiva: pochi mesi fa uno studio pubblicato su British Journal of Dermatology3 ha dimostrato che la somministrazione di tale supplemento (pomodoro concentrato in licopene) per 10 settimane è in grado di ridurre del 40% l’eritema indotta da UV e di stimolare la rigenerazione del collagene.
Altre sostanze di origine vegetale appartenenti al gruppo dei polifenoli, si sono dimostrate in grado di inibire i processi infiammatori cutanei e l’attività delle metallo proteasi di matrice, contrastando così gli effetti del fotoinvecchiamento cutaneo. La curcumina, ad esempio, il pigmento giallo contenuto nel tumerico, attraverso la sua azione antiinfiammatoria e antiossidante, è stata usata con successo in numerosi modelli sperimentali di patologie infiammatorie della pelle, quali la sclerodermia e la psoriasi4.
Molte altre sostanze polifenoliche sono risultate essere in grado di inibire in maniera significativa l’induzione e l’attività delle metalloproteinasi di matrice, come ad esempio, l’Epigallocatechingallato, contenuto nel tè verde5, o l’acido carnosico e il carnosolo estratti dal rosmarino6. Anche le catechine del cacao7, le procianidine dell’uva8 sono in grado di prevenire i danni legati agli UV e di migliorare alcuni parametri funzionali della pelle, quali l’elasticità e l’idratazione.
Oggi non solo i dermatologi e i medici estetici ma anche i nutrizionisti sono sempre più interessati alle potenzialità salutistiche della “dieta per la pelle”.
Nutrire infatti in maniera corretta la pelle e sostenere attraverso un’adeguata integrazione la sua fisiologia rappresenta la frontiera che ha portato alla Nutricosmesi, un nuovo approccio che identifica la possibilità di usare composti contenuti negli alimenti, attraverso la Dieta o specifici integratori, per favorire il benessere e la fisiologia della pelle, supportando quella che viene oramai definita “la bellezza dall’interno”.
Sovrappeso e obesitá: l’importante é prevenire
Le cause
Predisposizione genetica e vita sedentaria. Lavoro in ufficio, uso auto poco tempo per lo sport
Abitudini alimentari. Pranzare fuori casa incentiva il consumo di cibi sbilanciati.
Alimentazione compulsiva e ansiosa dovuta allo stress
Bambini davanti a computer e tv, poche ore di attività fisica
I danni per la salute
Malattie cardiovascolari
Ipertensione
Diabete del secondo tipo
Disagio psicologico (depressione, isolamento)
Malattie ai reni.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’obesità come una “epidemia” e come “ una delle maggiori sfide per la salute pubblica del XXI secolo”. Stima la popolazione obesa mondiale di ben 300 milioni, inclusi 115 milioni di obesi adulti nei paesi più sviluppati. L’86% dei decessi e il 77% della perdita di anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia sono causati da alcune patologie che hanno in comune fattori di rischio modificabili, quali fumo, Obesità e soprappeso, abuso di alcol, scarso consumo di frutta e verdura, sedentarietà, eccesso di grassi nel sangue e ipertensione arteriosa. Tali fattori di rischio sono responsabili da soli del 60% della perdita di anni di vita in buona salute in Europa e Italia.
E’ questa la premessa che apre il documento Guadagnare Salute che descrive e definisce le strategie del Ministero della Salute in tema di prevenzione dei fattori modificabili, relativi allo stile di vita, che incidono sul benessere dei cittadini nel nostro Paese.
A ciò si aggiunge come dato allarmante il fenomeno dell’obesità pediatrica, fino a qualche decennio fa ancora poco diffuso; evidenze scientifiche riconoscono all’obesità in età preadolescenziale e adolescenziale una forte capacità predittiva dello stato di Obesità in età adulta. In Italia oltre il 30% di bambini e adolescenti risulta in sovrappeso e tra questi circa il 10% è obeso.
I primi segnali sono ben visibili: il netto aumento di Diabete di tipo 2. Se dieci anni fa il rapporto tra Diabete di tipo 1 e 2 era, in bambini e adolescenti, di 1-2 casi ogni 100, oggi è salito a 8-10 ogni 100. La differenza sostanziale tra i due tipi di Diabete è che mentre il tipo 1 è la conseguenza di una mancata produzione di insulina da parte del pancreas, il tipo 2 si manifesta quando il pancreas eccessivamente sollecitato nella produzione di insulina, spesso proprio a causa di un’eccessiva e non corretta alimentazione, comincia a perdere la capacità di produrla in quantità sufficiente. Ed è quello che rischia di accadere ai bambini, ma maggiormente agli adolescenti, obesi.
Le conseguenze negative dell’obesità infantile non si fermano però al diabete. Esistono prove che l‘obesità è di per sé un fattore di rischio cardiovascolare anche nel bambino e che all’eccesso di peso sono spesso correlati a valori fuori norma della pressione arteriosa, riscontrabili tra i bambini già alle scuole elementari. Inoltre si stanno registrando sempre più spesso negli adolescenti segni della cosiddetta “sindrome metabolica”, finora considerata una patologia dell’adulto.
Come intervenire? Guarire da Diabete di tipo 2 come dalla sindrome metabolica non è cosa facile né certa: allora è molto meglio puntare sulla prevenzione. L’obesità, come sostengono gli esperti, è una malattia multifattoriale con un’inequivocabile componente genetica, ma condotta alimentare e stili di vita ne sono cause altrettanto importanti e preminenti per il suo sviluppo. I comportamenti maggiormente critici sono un’alimentazione non equilibrata e spesso eccessiva, la scarsa attività fisica e sportiva e l’eccessiva sedentarietà.
Tutti sanno che un corretto modo di alimentarsi, accompagnato da uno stile di vita adeguato, favorisce la longevità. Ma il problema non si risolve agendo solo sul contenimento degli introiti calorici voluttuari, perché almeno per i ragazzi è ben più grave e antifisiologica la decurtazione dell’attività fisica e quindi della spesa calorica. E’ un fatto incontestabile che la sedentarietà domina le loro giornate. Gli italiani brillano, infatti, per pigrizia: 35 milioni sono votati alla sedentarietà, ad un’alimentazione eccessiva di grassi, un terzo di giovani tra i 6 e 13 anni è in sovrappeso.
E quindi fondamentale tenere presente che i pilastri di qualsiasi alimentazione sono la varietà, la regolarità e il bilanciamento tra macronutrienti. Ciò significa che nel nostro organismo servono in media il 55-60% di calorie dai carboidrati, al massimo un 30% dai grassi e un 10-15% dalle proteine. Bilanciamento significa che alterando queste proporzioni costringiamo il nostro organismo a trasformare proteine in carboidrati, ad esempio con un notevole stress. Varietà vuol dire che abbiamo bisogno di sali minerali, sostanze antiossidanti, vitamine e acidi grassi polinsaturi che, se mancano, il nostro organismo non è in grado di fabbricare. Una Dieta dissociata è perciò squilibrata per definizione, se non motivata da una particolare e ben documentata intolleranza.
Quindi è indispensabile concentrare l’attenzione sui principi di una sana alimentazione unita ad esercizio fisico per mantenere uno stato di benessere dell’organismo.
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Benvenuta primavera! Come vivere bene il cambio di stagione
L’arrivo della primavera può in alcuni casi portare con sé stati di squilibrio psico-fisico con conseguenti situazioni di disagio e malessere. Lo affermano anche recenti indagini: la cosiddetta sindrome del “mal di primavera”! Senso di affaticamento, astenia, svogliatezza che può portare a disturbi di umore, sono sintomi sempre più frequenti. Ma un po’ di movimento all’aria aperta e un’alimentazione attenta possono aiutare a superare il cambio di stagione. Sono in particolare le variazioni climatiche, l’innalzamento della temperatura e il prolungamento delle ore di luce a comportare uno sforzo di adattamento dell’organismo che, con l’inizio della stagione, si traduce nella tipica sensazione di stanchezza. Questa si protrae per tutto il mese di aprile per scomparire a maggio, quando la bella stagione è ormai consolidata sotto tutti i suoi aspetti.
La luce rappresenta l’elemento meteorologico che maggiormente Influenza la nostra vita, agendo direttamente sull’organismo. Il nostro orologio biologico è infatti influenzato dalla luce solare attraverso un ormone – melatonina – che regola il ciclo sonno-veglia, indicando al nostro corpo la fase del riposo. La luce, inibendo la produzione di melatonina, induce a un surplus di lavoro che può in alcuni casi generare quella sensazione tipica d’affaticamento del cambio di stagione.
Con l’aumento delle ore di luce anche gli stili di vita subiscono delle variazioni; se durante la stagione invernale si tende a considerare conclusa una giornata intorno alle 18-19, con l’arrivo della primavera e dell’ora legale si posticipano le attività anche di un paio d’ore, cosa che contribuisce non poco alla sensazione di stanchezza!
Anche la pressione arteriosa può subire modificazioni che contribuiscono alla sensazione di spossatezza e astenia. L’aumento della temperatura può provocare in soggetti particolarmente sensibili, un abbassamento della pressione che genera stanchezza cronica, senso di inadeguatezza fisica, vertigini, sonnolenza dopo i pasti e, in alcuni casi, forti mal di testa. Altro fenomeno da non sottovalutare è rappresentato dalla fioritura delle piante e dalle conseguenti allergie al polline che esse producono.
Nei soggetti allergici alcune sostanze introdotte attraverso la respirazione, l’alimentazione o semplicemente per contatto cutaneo vengono riconosciute pericolose per l’organismo, di conseguenza vengono prodotti anticorpi specifici contro di esse. Ai contatti successivi si possono manifestare reazioni più o meno violente: eruzioni cutanee, starnuti, difficoltà di respirazione. Le malattie di natura allergica hanno manifestazioni così diverse che non esiste un trattamento uguale per tutte; tuttavia data la loro origine comune si è potuto stabilire un comune metodo di prevenzione: l’individuazione della sostanza che ha provocato la malattia. Cosa non sempre facile!
Ma allora in generale cosa fare per combattere in modo naturale la sindrome del mal di primavera? Dedicare più tempo a se stessi per il proprio benessere psicofisico, programmando un momento della giornata alla cura del proprio corpo o all’hobby preferito per combattere tensione e irritabilità. Ascoltare i segnali che arrivano dal corpo. Anche piccoli malesseri, disturbi digestivi etc non devono essere trascurati ma, se possibile, prevenirli, perché potrebbero essere sintomo di una leggera depressione; meglio individuarli prevenirli e non trascinarli per mesi. Combattere la pigrizia, con un po’ di moto, senza tuttavia sottovalutare il bisogno di riposo e sonno per l’organismo
Gli esperti consigliano un’alimentazione leggera soprattutto la sera, senza tè, caffè e cioccolata in quanto contengono sostanze eccitanti che possono causare insonnie; preferire alimenti come cereali, insalate, limoni e agrumi, miele. Bere di frequente e tanto, preferibilmente acqua, per idratare l’organismo e aiutarlo a eliminare le tossine accumulate nei mesi invernali. Un aiuto può venire dagli integratori: indicati sali minerali e vitamine del gruppo B e C; ginseng come energizzante e ginko biloba per favorire la concentrazione.
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Arriva l’estate prepariamoci all’esposizione al sole
Arriva l’estate e con essa il desiderio di tutti di abbronzarsi, grazie alle sfumature che il sole regala alla nostra pelle facendoci sentire più belli e ammirati! Ma i raggi del sole portano benefici anche al corpo in generale, stimolando per esempio la vitamina D, elemento indispensabile per lo sviluppo e l’irrobustimento delle ossa; migliorando alcuni disturbi dermatologici come l’acne, la Dermatite seborroica, la psoriasi; e infine alleviando i dolori reumatici. Senza dimenticare che influiscono positivamente anche sull’umore aumentando i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo importante nella regolazione del sonno, della sessualità e dell’appetito, oltre che del nostro stato d’animo.
La pelle è, però, l’organo più esteso e la sua funzione barriera è vitale per proteggere il corpo dalle aggressioni esterne; ecco perché se anche il sole fa bene, occorre esporsi con attenzione. Perché senza un’adeguata protezione i raggi solari possono provocare danni all’epidermide, dalla formazione di eritemi, alle allergie, all’invecchiamento precoce fino a veri e propri disturbi cutanei più seri come il tumore.
Il primo passo importante è quello di proteggere la pelle con il solare, come raccomandano tutti i dermatologi. La capacità schermante di questi prodotti è indicata da un numero preceduto da una sigla (FP fattore di protezione o Ip indice di protezione). Il fattore di protezione solare è poi espresso in livelli: basso (numeri 6,8,10), alto (da 15 a 25), molto alto (50+). Per aiutare la pelle ad abituarsi al sole è consigliabile anche l’assunzione di integratori a base di vitamine, betacarotene ed estratti vegetali che non sostituiscono il solare, ma ne rinforzano le difese cutanee nei confronti del fotoinvecchiamento, preservando la cute da eritemi, macchie scure, rughe. Contemporaneamente preparano la pelle a una pigmentazione omogenea, intensa e prolungata nel tempo. Va ricordato che vanno assunti sempre un mese prima delle vacanze e per tutta la durata dell’esposizione.
Sfatiamo la convinzione che i solari non facciano abbronzare! Usando solari con protezione media o alta ci si abbronza ugualmente, ma in modo più “dolce” e senza causare stress alla pelle: più graduale è l’approccio con il sole, più intensa, sicura e duratura sarà l’abbronzatura!
La capacità di abbronzatura dipende, infatti, dalla quantità di melanina – pigmento che dà all’epidermide il caratteristico colore scuro – che ciascuno è in grado di produrre. Dopo la prima esposizione la cute diventa rossa, la cosiddetta pigmentazione immediata che scompare nel giro di alcune ore. Esponendosi nei giorni successivi lo strato più superficiale dell’epidermide diventa più resistente, mentre i melanociti – le cellule che producono la melanina – creano a poco a poco l’abbronzatura.
Infine, non va dimenticata l’applicazione del doposole. Idratanti, nutrienti e rinfrescanti che proteggono la cute dai danni dei raggi ultravioletti prevenendone l’invecchiamento precoce ed esaltando l’abbronzatura, così come è importante reintegrare, bevendo molta acqua, i liquidi che si perdono esponendosi al sole.
Non dimentichiamoci dei capelli. D’estate non si può dimenticare la protezione dei capelli: i raggi ultravioletti ne danneggiano il fusto e il bulbo, accelerando il processo di invecchiamento e quindi la caduta. A ciò si aggiunge il vento e la salsedine che li inaridiscono. Prima dell’esposizione è quindi consigliabile assumere integratori e antiossidanti per rinforzare il cuoio capelluto e proteggerli con prodotti specifici come spray, gel, oli da scegliere in base al proprio tipo di capello.
Proteggiamo anche i nostri occhi. La luce abbagliante del sole in estate può creare più di un problema alla vista, in particolare cornea e retina sono le parti più esposte al rischio. Ma anche la pelle intorno agli occhi: proprio d’estate infatti si formano le cosiddette e tanto odiate “zampe di gallina”! E’ soprattutto d’estate che i nostri occhi sono sottoposti alle sollecitazioni luminose che possono creare rischi alla vista: è sufficiente uno sguardo verso il sole a occhio nudo per provocare il fenomeno dell’abbagliamento. Questo succede perché l’occhio esposto direttamente al sole viene inondato contemporaneamente da tutti i colori, il cervello ne registra la somma, che equivale al bianco, e si scatena l’abbagliamento. Con l’esposizione diretta, i raggi del sole colpiscono la zona centrale della retina, detta macula che è fornita di fotorecettori che, durante l’abbagliamento, per reazione fotochimica si svuotano dei loro pigmenti. Occorrono parecchi secondi per consentire ai fotorecettori dei coni di ricaricarsi di pigmenti e restituire la vista normale.
In natura oltre ai raggi che formano i colori, quindi ben visibili, ce ne sono altri che l’occhio non è in grado di percepire: si tratta degli infrarossi e degli ultravioletti, invisibili ma molto pericolosi in quanto possono provocare microlacerazioni della cornea (cheratiti). Gli ultravioletti in particolare agiscono come ossidante delle cellule, favorendo il loro invecchiamento. Un efficace prevenzione e aiuto può venire dall’assunzione di antiossidanti specifici, con integratori di Vitamina A, C ed E., che contengono anche la luteina, un carotenoide in grado di contrastare l’azione degli ultravioletti.
E’ assolutamente consigliabile utilizzare gli occhiali e soltanto quelli omologati (con stampigliatura ben visibile del marchio CE), in grado di neutralizzare i raggi ultravioletti, i più temibili. Anche la pelle intorno agli occhi risente dell’eccessiva esposizione al sole. Per reazione naturale siamo infatti portati a proteggerci dalla forte luce contraendo i muscoli attorno agli occhi. Col tempo questa ripetitiva stimolazione muscolare contribuisce alla creazione di solchi rugosi definiti “zampe di gallina”. Oltre agli occhiali da sole, si consiglia l’uso di creme ad alta protezione da spalmare in quantità attorno agli occhi; e per evitare degenerazioni cutanee si raccomanda l’assunzione di sostanze antiossidanti.
I raggi solari non tutti uguali e provocano differenti effetti sulla pelle. L’intensità delle radiazioni solari varia durante la giornata. Sono due le fasce orarie ideali per esporsi al sole, stimolando la pelle ad abbronzarsi: le prime ore del mattino fino alle ore 11.00 e il tardo pomeriggio dopo le ore 17.00. Meglio evitare dalle 12.00 alle 15.00 quando il sole è molto forte.
Raggi Infrarossi | Raggi ultravioletti possono rappresentare un rischio per l’epidermide e si dividono in |
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Generano calore, ma non sono particolarmente nocivi. Contribuiscono però a provocare la disidratazione e ad alterare la capacità dell’organismo di regolare la temperatura. La vasodilatazione provocata dal calore può invece essere dannosa per chi soffre di vene varicose. | UVA Sono la componente più numerosa della radiazione solare e stimolano la melanogenesi il meccanismo naturale che la cute mette in atto, determinando la formazione dei pigmenti della melanina e di quella che viene più comunemente denominata come abbronzatura. Questi raggi penetrano in profondità la cute e possono danneggiare le strutture di sostegno (collagene ed elastina), provocando l’invecchiamento cutaneo e accentuando le rughe. |
UVB Penetrano la cute solo parzialmente, ma sono i principali responsabili di eritemi e scottature. Come effetto a lungo termine possono causare tumori cutanei. |
UVC Sono molto aggressivi ma non raggiungono la terra perché trattenuti dalla fascia di ozono dell’atmosfera |
Primavera: risvegliamo l’organismo
Tempo di primavera. Tempo di rinascita, di sole, di attività all’aria aperta. L’arrivo della bella stagione coincide infatti con il rifiorire della natura, la maturazione della frutta più prelibata, il risplendere del cielo, il progressivo allungamento delle giornate. Un momento positivo che sostiene l’animo e predispone all’azione. L’arrivo della primavera, però, è per molti associato anche ad uno stato di stanchezza e di malessere noto proprio come “mal di primavera”. Molti studiosi hanno infatti già ampiamente dimostrato che esiste un legame molto stretto tra le condizioni climatiche-atmosferiche e i processi fisiologici che avvengono nell’organismo. L’aumento della temperatura e il prolungamento delle ore di luce possono infatti creare delle difficoltà di adattamento in alcuni soggetti particolarmente sensibili poiché si tende ad essere più reattivi e a prolungare di qualche ora le varie attività della giornata. E l’organismo, reduce di un inverno lungo e rigido e da periodi prolungati di intenso lavoro arriva a questo momento indebolito e debilitato. Ecco che, proprio all’arrivo della bella stagione, molti sono affetti da stanchezza cronica, da un forte senso di stress e di irritabilità che incidono negativamente sul normale svolgimento delle attività quotidiane. Per affrontare quindi l’arrivo della primavera con serenità è bene non lasciarsi prendere dall’indolenza e preparare l’organismo depurandolo dalle tossine accumulate durante l’inverno. Ecco qualche piccolo suggerimento: A Tavola Per depurare l’organismo e farlo funzionare meglio bisogna limitare il consumo di quelle pietanze elaborate che richiedono un processo digestivo troppo lungo come gli alimenti grassi. Sarebbe invece utile privilegiare i cibi ricchi di proteine come carne e pesce abbinati a verdura e frutta di stagione, soprattutto quella ricca di vitamina C, antiossidanti e betacarotene come cavoli, bietole, carciofi, carote e frutti rossi. Può essere utile anche aumentare il consumo di riso che vanta proprietà depurative. Evitare inoltre sia le diete drastiche che le grandi abbuffate alternando piuttosto pasti leggeri ma frequenti che forniscono energia senza appesantire l’organismo. Di fondamentale importanza ridurre anche l’apporto di sale e bere molta acqua naturale aggiungendo una tisana o un’infusione di erbe depurative la sera prima di andare a letto per aiutare l’organismo a depurarsi dolcemente. Per sopperire ad alcune carenze nutrizionali dovute ad un’alimentazione incompleta o squilibrata potrebbe essere utile anche ricorrere agli integratori alimentari ad azione tonificante come il ginseng, la pappa reale, il ginko biloba, l’eleuterococco e la rodiola. Con l’arrivo dei primi caldi si consigliano anche quelli a base di vitamine e sali minerali che aiutano la reidratazione. In Palestra o all’aria aperta Per essere tonici e pronti ad affrontare la bella stagione, può aiutare anche svolgere una regolare attività fisica. L’importante è non esagerare: la parola d’ordine è infatti gradualità! Troppo sport potrebbe infatti sovraffaticare l’organismo, mentre troppo poco sport impedisce all’organismo di liberarsi dalle tossine accumulate durante tutto l’inverno. Attenzione al guardaroba Con l’arrivo della primavera, spesso associato a sbalzi di temperatura e cambiamenti climatici improvvisi è bene stare molto attenti anche a cosa s’indossa. La soluzione più efficace è optare per un abbigliamento a strati che consenta di adattarsi ai cambiamenti scoprendosi se fa caldo e coprendosi se la temperatura scende repentinamente. Regolarità nel riposo Per evitare la tipica stanchezza primaverile è bene cercare di mantenere costante il nostro abituale ritmo sonno-veglia evitando di cambiare bruscamente abitudini. Il fatto che le giornate siano sensibilmente più lunghe non implica che anche le attività si debbano protrarre fino a tarda sera. Con se stessi… Per affrontare l’arrivo della bella stagione nel modo giusto è importante anche dedicare un po’ di tempo e di attenzione a se stessi per scaricare la tensione e recuperare energia fisica e mentale. Per questo è fondamentale trovare, all’interno della giornata, un momento per dedicarsi al proprio hobby preferito o semplicemente alla cura del proprio corpo. Se a questo si aggiunge un po’ di stretching sarà più facile liberare la mente ed eliminare lo stress.