Stile di vita, alimentazione ed integrazione nell’epoca del Covid-19. Lo stato dell’arte
Stili di vita equilibrati, che comprendano anche un’alimentazione bilanciata e completa, sono fondamentali per mantenere in una condizione di efficienza il sistema immunitario e per consentire all’organismo di rispondere efficacemente alle infezioni, incluse quelle di natura virale. La dieta mediterranea, per esempio, fornisce una vasta gamma di micro-nutrienti importanti per il mantenimento in efficienza del sistema immunitario. Anche l’esercizio fisico regolare contribuisce alle strategie di modulazione della risposta immunitaria.
Carenza di micronutrienti, come vitamine, minerali ed acidi grassi essenziali. Le basi biochimiche
È largamente riconosciuto (anche dai claims specifici autorizzati da EFSA) il ruolo che vitamine come A, B6, B12, C, D, e l’acido folico e minerali come zinco, ferro, selenio, e rame svolgono come cofattori di molti enzimi coinvolti nei processi immunitari. Numerosi studi dimostrano inoltre che gli acidi grassi della serie omega 3 accelerano la risoluzione dei processi infiammatori. Anche alcuni fitocomposti (come i polifenoli) e il microbiota intestinale (e quindi anche i vari fattori che ne modulano la composizione e l’attività, come i probiotici ed i prebiotici) influenzano fasi specifiche dei processi di risposta immunitaria e dell’infiammazione. Studi recenti mostrano che carenze specifiche di questi micronutrienti (vitamine e oligoelementi) con azione immunomodulante si osservano anche nei paesi sviluppati, in particolare negli anziani.
Alimentazione e stile di vita: quale ruolo per l’integrazione?
Stili alimentari non equilibrati, ormai diffusi in una società prevalentemente sedentaria come la nostra, comportano un eccesso di calorie e di macronutrienti e l’esclusione di specifici alimenti. Una porzione rilevante della popolazione generale è a rischio di non assumere in quantità adeguate tutte le sostanze utili al benessere, incluse quelle legate al mantenimento della funzione del sistema immunitario: dal consumo di vegetali, inadeguato in una parte significativa della popolazione, deriva per esempio più del 70% della quota giornaliera di vitamina C, ma anche porzioni importanti di quella di vitamina A (60% circa del totale giornaliero), vitamina B6 e ferro (più del 40%), zinco (un terzo circa del totale). Secondo l’analisi dei dati raccolti nell’ambito del Global Burden of Disease, nella regione europea è inadeguato anche il consumo di pesce, e quindi di acidi grassi omega-3 a lunga catena (EPA e DHA) che come è stato dimostrato svolgono un ruolo di rilievo anche nella funzione immunitaria.
Qualità e sicurezza degli integratori alimentari
Prof. Giancarlo Cravotto
Fonte – Review scientifica sull’Integrazione Alimentare: stato dell’arte alla luce delle evidenze scientifiche
Scarica l’intero capitolo: Qualità e sicurezza degli integratori alimentari_Cravotto
Introduzione
La legislazione dell’Unione Europea (UE) definisce un integratore alimentare come un prodotto alimentare il cui scopo è quello di integrare la dieta normale mediante un apporto predeterminato di sostanze ad effetto nutritivo, in particolare micronutrienti, sali minerali, o di altre sostanze, aventi un favorevole effetto fisiologico. Possono essere commercializzati come liquidi o polveri mono- o multidose, rispettivamente contenuti in fiale, flaconi a contagocce, softgel oppure capsule, pastiglie, compresse e bustine. Gli integratori alimentari commercializzati in uno Stato membro dell’UE sono tenuti a rispettare tutti gli aspetti rilevanti della legislazione alimentare europea e tutte le normative nazionali specifiche degli Stati membri dell’UE, in termini di composizione, fabbricazione e di controllo.
L’aumento dell’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie legate allo stile di vita e l’aumento dei costi di assistenza sanitaria sono alcuni dei fattori importanti che guidano la crescita del mercato degli integratori alimentari. A causa dell’aumento dei costi della sanità, le persone si rivolgono verso gli integratori alimentari per favorire il mantenimento di un buono stato di salute. Molti di questi benefici per la salute sono ben documentati dalla letteratura scientifica come evidenziato dai capitoli successivi di questo documento.
Leggi l’intera review su: https://bit.ly/2apuDe9
Vitamine e minerali per il benessere di denti e gengive
I più frequenti disturbi che affliggono il benessere e la bellezza del sorriso sono riconducibili principalmente all’accumulo di placca batterica; per questo motivo è indispensabile adottare misure adeguate di igiene orale: uso di spazzolino e filo interdentale almeno 2-3 volte al giorno e dopo ogni pasto, due visite di controllo all’anno.
Gli esperti dell’American Dental Association hanno evidenziato il ruolo rappresentato dalla carenza di vitamine e minerali: adeguate assunzioni di micronutrienti conferiscono sostegno e nutrimento a tutto il parodonto (cioè l’insieme dei tessuti che costituiscono l’apparato di sostegno del dente). E’ di fondamentale importanza l’apporto di calcio e vitamina D: il minerale è il principale componente di ossa e denti, mentre la vitamina D è essenziale per l’assorbimento del calcio. Insieme calcio e vitamina D assicurano una dentatura in buona salute.
A questo proposito, l’Osservatorio Integratori & Salute segnala uno studio statunitense pubblicato sul “Journal of Periodontology”, sull’efficacia dell’integrazione di calcio e vitamina D.
I ricercatori della Saint Louis University Center for Advanced Dental Education, guidati dal prof. Douglas Miley, hanno evidenziato che pazienti che assumevano integratori di calcio e vitamina D per più di 18 mesi avevano mostrato di avere minore perdita di altezza della cresta alveolare (-19%), minore perdita di attacco clinico (-12%) e minore profondità di sondaggio delle tasche parodontali (-7%), oltre a un numero inferiore di aree di sanguinamento rispetto ai pazienti del gruppo di controllo. In conclusione, si è osservato che la supplementazione con vitamina D e calcio nei soggetti sottoposti a terapia di mantenimento parodontale, si evidenzia una tendenza a una migliore salute parodontale.
Gli esperti ritengono che questi risultati siano provati anche da altre ricerche: “Douglas Miley afferma: “Lo studio NANHES III, per esempio, effettuato su oltre 12.000 soggetti negli Stati Uniti, ha dimostrato che un’assunzione di calcio inferiore al fabbisogno causa perdita di attacco clinico in modo direttamente proporzionale alla quantità di minerale ingerita.
Da non dimenticare infine il ruolo svolto dalla vitamina C per il mantenimento della salute di denti e gengive: essa è indispensabile nella formazione del collagene e del tessuto connettivo gengivale, contribuisce a rinforzare la polpa e lo smalto dei denti. Numerosi studi hanno sottolineato che la sua azione antiossidante protegge le strutture parodontali dai danni causati da stress ossidativo.
BIBLIOGRAFIA
– D. Miley et al., Cross-Sectional Study of Vitamin D and Calcium Supplementation Effects on Chronic Periodontitis
– T. Yamamoto et al., Effects of vitamin C intake on gingival oxidative stress in rat periodontitis