Proteggere i vasi venosi dalla calura estiva
Durante l’estate l’aumento della temperatura tende a provocare una dilatazione dei vasi sanguigni, in particolare di quelli venosi, peggiorando i disturbi tipici dell’insufficienza venosa come gambe pesanti, gonfiore alle caviglie e sensazione di fastidio e talvolta di dolore ai polpacci. Dalla natura un valido aiuto per aiutarci a proteggere i vasi venosi dalla calura estiva.
Originario dei Balcani, l’ippocastano della famiglia delle “Ippocastanaceae” deriva curiosamente il proprio nome dall’antica abitudine dei turchi di usare i semi, ricchi di fecola, per nutrire i cavalli che soffrivano di problemi respiratori. Il frutto, simile alle castagne, ha un sapore amaro. E’ diffuso oggi in tutta Europa, Medio Oriente e in Iran. Nel seme dell’ippocastano sono presenti flavonoidi e saponine, tannini, vitamine del gruppo B, una provitamina D e la vitamina K. L’ippocastano favorisce i fenomeni di vasocostrizione e migliora il tono venoso; è anche un antinfiammatorio e decongestionante, indicato per il trattamento degli stati edematosi. Può essere usato localmente per trattare varici, flebiti, emorroidi, contusioni ed ematomi. Come agisce l’ippocastano? Causa un aumento del tono capillare, dovuto ad un incremento della contrazione della muscolatura liscia della parete vascolare e anche ad un aumento della resistenza e dell’elasticità dei capillari, con diminuzione della loro permeabilità. Questo estratto è quindi particolarmente utile nel caso di capillari fragili. E’ stata fatta una valutazione degli studi clinici relativi all’azione “fleboprotettiva” dell’ippocastano. Tutti questi studi indicano un importante miglioramento nella sintomatologia dei pazienti. Sei studi indicano un significativo calo del dolore e dei formicolii alle caviglie, cinque studi suggeriscono un evidente calo nella circonferenza delle caviglie, uno studio ha paragonato l’effetto dell’estratto secco di ippocastano con quello delle calze contenitive, riscontrando un’efficacia simile ad esse. In tutti questi studi gli effetti collaterali sono stati rari e di lieve entità. Altri studi clinici hanno esaminato l’effetto dell’escina, il principio attivo dell’estratto di ippocastano, in pazienti con insufficienza venosa delle gambe, dimostrando che è efficace nel favorire il miglioramento del microcircolo venoso. Può talvolta causare modesti disturbi di stomaco e reazioni allergiche cutanee. Non va utilizzato durante la gravidanza, l’allattamento e in età pediatrica.
Della famiglia delle Apiaceae, cui appartengono anche il prezzemolo e la carota, la centella è originaria dell’Oriente, essendo diffusa in una zona che va dal Madagascar all’Indonesia. Secondo la tradizione il nome centella deriva dal verbo “centellinare” e si riferisce al fatto che questa piccola pianta assorba, goccia a goccia, l’acqua delle zone palustri nelle quali vive. Il nome scientifico più adottato, soprattutto nel XVII secolo, fu Hydrocotyle (hydro = acqua + cotyle=ciotola) derivato dalla somiglianza delle foglie ad una scodella capace di contenere dell’acqua. Le foglioline di questa pianta rampicante contengono principi attivi i cui effetti curativi erano da secoli noti alle popolazioni locali, soprattutto per la cura di ferite, piaghe e ulcere. In India e in Malesia la pianta divenne celebre come “Erba delle Tigri”; tale denominazione derivava dall’osservazione che le tigri del Bengala si curavano le ferite riportate dopo gli scontri contro altri animali rotolandosi su tappeti erbosi ricoperti da tale pianta. L’effetto benefico fu poi ripreso dalle popolazioni indigene per la cura delle ferite. Questa pianta infatti, trova largo impiego nella medicina popolare indiana anche come cicatrizzante. Le proprietà della centella rimasero sconosciute nel mondo occidentale fino al XVII secolo, quando i botanici olandesi Rhumphius e Rheede, incuriositi dalla fama di questa pianta, la introdussero nel vecchio continente. La centella stimola la produzione di collageno da parte delle cellule che lo producono chiamate fibroblasti, e ciò migliora l’elasticità e la robustezza della parete vasale. Inoltre accelera la cicatrizzazione delle piccole ferite cutanee di qualsiasi origine e delle piccole ustioni, ed è indicata per il trattamento della cellulite. Sono stati fatti alcuni studi clinici su pazienti con insufficienza venosa cronica agli arti inferiori, che assumevano per bocca un estratto di centella per due o tre mesi. Al termine di tale periodo i pazienti trattati con la centella mostravano un’evidente riduzione dei sintomi presenti prima del trattamento e del gonfiore alle caviglie e un miglioramento dell’elasticità dei vasi venosi. E’ stato dimostrato che formulazioni topiche contenenti estratto purificato al 60% di centella applicate tre volte al giorno su piccole ferite cutanee hanno aumentato la proliferazione cellulare e la sintesi del collageno nella zona lesionata. A dosi elevate può causare cefalea, e non è da utilizzare in gravidanza e durante l’allattamento.
Il rusco è una pianta comune in tutta Europa, nei luoghi incolti al margine dei boschi. La pianta è facilmente riconoscibile per il suo diffusissimo utilizzo decorativo nel periodo natalizio; ha le foglie verdi e pungenti con bacche rosse ed è universalmente noto come “pungitopo”. Alcune sostanza contenute nel rusco, come le saponine steroidee, stimolano i fenomeni di vasocostrizione e migliorano quindi il tono venoso: l’estratto del rusco viene impiegato nel trattamento dell’insufficienza venosa, in particolare di quella a carico degli arti inferiori e delle emorroidi. Alcuni studi clinici hanno valutato per due mesi l’effetto dell’estratto di rusco in pazienti con insufficienza venosa cronica. I sintomi iniziali erano presenti prima del trattamento in questa incidenza: dolore ai polpacci 79%, senso di pesantezza alle gambe 85%, crampi alle gambe 74% e gonfiore alle caviglie 82%. Dopo il trattamento le percentuali suddette si riducevano rispettivamente al 20%, 12%, 8% e 14%. L’esame capillaroscopico mostrava una riduzione della congestione dei vasi venosi dal 98% al 20% e un miglioramento del flusso sanguigno nei capillari dell’80%: lo studio mostra che l’estratto di rusco è utile nel trattamento dell’insufficienza venosa cronica. E’ preferibile evitare l’utilizzo in gravidanza e durante l’allattamento.
Della famiglia delle Ericaceae, il mirtillo è una pianta diffusissima e ben nota a tutti gli amanti della montagna; privilegia il sottobosco con terreno siliceo e quindi acido in mezza montagna, e si può trovare pressoché in tutto l’emisfero settentrionale. Questi frutti sono propri della cultura settentrionale tanto che in Irlanda e in Scozia si festeggia la “domenica del mirtillo”, dedicata alla raccolta delle bacche, che vengono successivamente utilizzate nella preparazione di crostate, confetture e sciroppi. In Scandinavia, Francia e Germania, il mirtillo viene consumato in grandi quantità sia fresco che trasformato in acqueviti, sciroppi, salse e gelatine. Nel Nord America i mirtilli erano parte dell’alimentazione degli indiani, che li consumavano freschi in estate e seccati in inverno. Le bacche del mirtillo, specialmente quello rosso, considerate simbolo di pace dagli indiani Delaware, erano utilizzate per tingere corpi e tappeti. La medicina popolare da sempre utilizza foglie e bacche del mirtillo nero per infusi, decotti, sciroppi etc.., cui si attribuivano diverse attività medicamentose – astringenti, antisettiche e antibatteriche, antiflogistiche e ipoglicemizzanti-. Il fitocomplesso del mirtillo protegge il microcircolo artero-venoso, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Esso inoltre favorisce il benessere delle cellule endoteliali, ovvero quelle dello strato più interno dei vasi sanguigni, e incrementa il flusso sanguigno nei capillari interessati. Alcuni studi clinici fatti in pazienti con insufficienza venosa cronica hanno dimostrato che l’estratto secco titolato di mirtillo riduceva i danni ai capillari artero-venosi, la loro permeabilità e ne aumentava l’elasticità e la robustezza. Tali risultati sono dovuti, anche, alla notevole capacità dell’estratto di mirtillo di combattere i danni causati dai radicali liberi alla parete dei vasi sanguigni. Ma le preziose proprietà di questa pianta non finiscono qui. Di particolare rilievo il contenuto in antociani, responsabili delle principali attività del mirtillo nero, cioè l’azione vitaminica P-simile e la capacità di favorire l’acuità visiva crepuscolare e notturna (non a caso durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti della RAF che consumavano notevoli quantità di confetture di mirtillo sembravano avere una migliore visione durante le missioni notturne).
Fin dall’antichità l’uva è il simbolo della vita e dell’arte di vivere, così come il vino è presente fin dagli albori della civiltà e il suo uso è testimoniato nelle pagine della più antica letteratura. La sua origine di perde nella notte dei tempi, ma di sicuro sappiamo che nel 5.000 a. C. compare nella cosiddetta “mezzaluna fertile”, l’area della Mesopotamia. Il primo popolo a lasciarci testimonianze furono gli egizi, che lasciarono affreschi nelle proprie tombe in cui illustravano la coltivazione della vite. In seguiti i antichi greci diffusero la coltura del vino e delle tecniche di vinificazione, indicando come “Enotria”, ovvero terra del vino, l’Italia meridionale, terra ricchissima di vigneti. L’uva e’ un buon energetico, re-minalizzante, disintossicante, ha proprietà diuretiche e lassative, contiene sali minerali, fosforo, calcio, potassio, per l’80% e’ costituita da acqua. E’ adatta quindi, per essere consumata nelle convalescenze, negli stati di anemia, in gravidanza e durante l’allattamento. L’uva, così come il succo d’uva, ha inoltre un eccezionale potenziale energetico nei confronti del tessuto muscolare e nervoso ed è per questo indicato per chi pratica sport e a chiunque prima di un lavoro o di uno sforzo impegnativo. Valida anche come ottimo disintossicante, l’uva è ampiamente utilizzata durante le diete perché aiuta a scaricare le tossine accumulate. Mangiare uva o bere succo di uva rossa quotidianamente dà sollievo all’organismo e svolge un’azione favorevole sull’appetito e sul sonno e, grazie alla presenza dei flavonoidi che hanno capacità dilatoria e rendono il sangue più fluido impedendo la formazione di emboli e coaguli, aiuta a prevenire l’arterioscelosi e alcune malattie delle arterie coronariche. E’ stato dimostrato che l’estratto di semi e bucce di uva rossa ostacola l’attività degli enzimi che attaccano e distruggono il tessuto connettivo-elastico della parete dei vasi sanguigni. E’ inoltre molto efficace nel combattere i danni causati dai radicali liberi alla parete dei vasi sanguigni. Grazie a queste azioni l’estratto di vitis è usato da tempo per la sua valida azione venoprotettiva, venotonica e protettiva sui capillari. Alcuni studi clinici hanno valutato l’effetto dell’estratto di vitis vinifera in pazienti con insufficienza venosa degli arti inferiori; al termine della sperimentazione il volume medio delle caviglie era notevolmente diminuito, e così pure la circonferenza del polpaccio e l’intensità dei sintomi.
Integratori e menopausa
In coincidenza con la fine della funzione riproduttiva la donna inizia ad avvertire numerosi sintomi che con il trascorrere dei mesi diventano sempre più frequenti e fastidiosi. Tali sintomi definiti “neurovegetativi” raggiungono il loro acme nei primi anni della postmenopoausa, riconoscendo nella caduta dei livelli di estrogeni la causa principale.
Il sintomo più frequente e mal sopportato dalle donne è rappresentato dalla comparsa delle vampate di calore. Tale sintomo è presente in oltre l’80% delle donne che vanno in Menopausa fisiologica mentre colpisce più del 90% delle donne sottoposte ad asportazione chirurgica delle ovaie. Le vampate di calore si manifestano anche durante la notte contribuendo in tal modo ad aggravare altri disturbi, come ad esempio l’insonnia, che a lungo andare contribuisce all’insorgenza di ansia, irritabilità e in alcuni casi anche depressione.
Il deficit estrogenico determina anche una riduzione della vascolarizzazione e delle fibre elastiche a livello vulvare e vaginale, accelera il processo di demineralizzazione delle ossa, con conseguente osteopenia –ovvero riduzione della massa ossea – e osteoporosi, in quanto gli estrogeni favoriscono l’assorbimento di calcio a livello intestinale e il processo di mineralizzazione a livello dell’osso.
Una terapia a base di estrogeni sarebbe il trattamento più indicato nel ridurre la sintomatologia vasomotoria e vulvovaginale ma per molte donne esistono controindicazioni alla terapia ormonale sostitutiva per cui è necessario disporre di terapie alternative.
Negli ultimi tempi il mercato farmaceutico si è arricchito di numerosi integratori alimentari a base principalmente di fitoestrogeni derivati dalla soia a cui sono associate vitamine e altre sostanze vegetali, utili nell’alleviare i sintomi legati a questo delicato periodo nella vita della donna.
E’ opportuno tuttavia fare alcune precisazioni riguardo i fitoestrogeni in quanto non tutti hanno la stessa efficacia. Innanzitutto i fitoestrogeni sono composti di origine vegetale presenti in circa 300 piante. Per definizione sono molecole dotate di azione estrogenica, anche se molto meno potente di quella dell’estradiolo, il principale ormone estrogeno femminile. Le principali classi di fitoestrogeni comprendono gli isoflavoni, i lignani, i cumestani e i lattoni. Tra questi solo gli isoflavoni ed i lignani sono dotati di dimostrata attività biologica nell’uomo, gli altri sono attivi solo negli animali.
In particolare, rispetto agli altri fitoestrogeni, gli isoflavoni sono dotati di attività estrogenica più elevata. Sebbene con minore affinità, essi si legano al recettore degli estrogeni, formando un complesso recettoriale che funziona in modo simile.
Recenti studi hanno dimostrato la progressiva riduzione delle vampate e delle sudorazioni in seguito all’assunzione di fitoestrogeni. Per esercitare una protezione nei confronti delle vampate di calore dovrebbero essere utilizzate dosi di 45-90 mg di isoflavoni della soia, che significano circa 2-3 pasti a base di soia al giorno. Gli integratori di isoflavoni consentono una migliore gestione del dosaggio rispetto all’assunzione di cibi ricchi di soia, aspetto che si traduce in una maggiore efficacia. I risultati sono apprezzabili in modo più evidente dopo la seconda settimana di assunzione. Tali prodotti, inoltre, non determinano effetti collaterali.
Gli integratori a base di isoflavoni di soia reperibili in commercio non sono tutti uguali. E’ necessaria una scelta ben ponderata perché, insieme a prodotti di elevata qualità, si possono trovare prodotti di scarso livello qualitativo e tecnologico o non correttamente messi sul mercato.
Sono inoltre state commercializzate alcune formulazioni topiche a base di isoflavoni di soia con l’obiettivo di alleviare la sintomatologia vulvo-vaginale in postmenopausa. La disponibilità di preparati contenenti una adeguata dose di isoflavoni della soia si è dimostrata efficace nel migliorare in modo significativo le problematiche vulvo-vaginali.
Tra le altre azioni, gli estrogeni possiedono anche un’attività antiossidante, cioè inibiscono la formazione di radicali liberi. Anche i fitoestrogeni si sono dimostrati in grado di esercitare una spiccata attività antiossidante, antinfiammatoria ed antipertensiva.
Per la Menopausa inoltre, gli integratori a base di vitamina D e calcio sono indicati come coadiuvanti nella prevenzione dell’osteoporosi grazie all’azione combinata mirata ad aumentare l’assorbimento di calcio a livello intestinale e di accrescere la sua disponibilità a livello dell’osso, reso quindi meno fragile. Mentre gli integratori a base di vit. A, C, ed E sono quelli maggiormente in grado di esercitare un effetto benefico nei confronti del seno.
Pertanto, alla luce di quanto esposto, si ritiene l’uso degli integratori alimentari un valido aiuto per le donne in menopausa, in particolare a coloro che non fanno uso di terapie ormonali. Naturalmente la scelta del tipo di integratore da utilizzare, in accordo con il medico o il farmacista di fiducia, si dovrà basare sull’individuazione di quale sintomo/i si intenda alleviare.
Dott. Vincenzo de Leo
Vacanze a tutto benessere: cosa mettere in valigia
Prevedere problemi durante il periodo di ferie, specie se ci sono bambini, è sempre difficile.
Ecco quindi una breve carrellata di alcune delle più comuni sintomatologie, con l’auspicio che non venga utilizzato nulla di ciò che portate perché siano veramente… delle belle vacanze.
Antiacidi: idrossido di magnesio ed alluminio in compresse, oppure compresse di argilla (4 -5 compresse al di) o anche capsule di carbone vegetale attivo, utile anche in caso di intossicazione o diareea.
Anticinetosico: il viaggio può essere in alcuni casi un supplizio, e spesso la nausea è di natura nervosa (ad esempio la paura di volare); a questo punto può essere utile qualche compressina di valeriana, ma se i motivi sono costituzionali possono giovare compresse di dimendrinato, ma anche compresse di zenzero possono essere di grande aiuto. E’ possibile abbinare i due prodotti.
In caso di viaggi molto lunghi per attenuare i sintomi da jet-lag può risultare vantaggioso assumere prima di partire e durante tutta la permanenza melatonina.
Antispastico: butilscopolamina ; utile anche l’assunzione di una camomilla calda, oppure integratori a base di melissa.
Lassativo: integratori a base di senna o frangula.
Antidiarroico: loperamide. Presupponendo che la Diarrea sia di natura batterica o da intossicazione, è consigliabile assumere fermenti lattici ed è assolutamente necessario reidratarsi con acqua e sali minerali.
Antidolorifico: diclofenac oppure ibuprofene. Utili anche integratori alimentari a base di Harpagaophytum o Boswelia.
Antipiretico: paracetamolo, vitamina C – fino a un grammo al giorno – , succo di sambuco.
Punture di insetti: per evitarle utili – soprattutto per i bimbi – i prodotti a base di citronella e/o geranio. E’ utile anche l’assunzione di vitamina B6.
Punture di insetto: se si è punti prometazina crema o, se c’è anche uno stato infiammatorio, (rossore diffuso) pomata all’idrocortisone; da evitare l’esposizione al sole dopo l’applicazione.
Sono consigliabili impacchi di infuso di elicriso e calendula, pomata alla calendula per attenuare l’infiammazione.
Prodotti per gli occhi: decongestionanti (es. nafazolina collirio) o colliri a base di Eufrasia e camomilla. Assumere compresse di mirtillo e licopene e soprattutto non scordarsi gli occhiali da sole.
Per chi porta le lenti a contatto, specie quelle morbide, fare molta attenzione all’igiene ed usare colliri umettanti (lacrime artificiali) per evitare un’eccessiva secchezza dell’occhio.
Strappi muscolari: pomata al ketoprofene o naproxene. Ripristinare l’equilibrio salino con integratori in bustine a base di magnesio e potassio.
Eritema solare: prometazina in crema oppure crema di dimetindene; di grande giovamento anche la crema di calendula o un oleolito di calendula, iperico, elicrisio (in parti uguali).
Ricordarsi che in caso di scottatura la prima cosa da fare è evitare il colpo di calore e raffreddare la pelle con acqua fresca. Per la prevenzione, è opportuna un’integrazione a base di betacarotene.
Tutto questo senza scordarsi che le vacanze siano vacanze, il nostro corpo e la nostra mente ne ha bisogno. Nei luoghi di vacanza dove vengono proposti innumerevoli attrazioni, sport e prove di varia natura, cercate di valutare le vostre reali possibilità. Meglio una vacanza “noiosa” ma rilassante che una vacanza da “Rambo” per tornare a casa più stanchi di prima!
Quindi buone vacanze a tutti!
Estate, attenzione all’idratazione!
Quest’anno il bel tempo ha stentato un pò ad arrivare. Ciononostante l’estate, sembra, non ci risparmierà temperature torride, che secondo le previsioni meteorologiche avranno il loro massimo picco, proprio all’inizio di stagione, fino alla prima metà di luglio. Il caldo, specialmente umido, rappresenta un notevole rischio per la salute, in particolare per anziani, bambini e per i soggetti affetti da patologie metaboliche e cardiovascolari. E’ importante quindi non sottovalutare questa variabile ambientale e prepararci al grande caldo attuando delle semplici strategie preventive per mantenere un corretto equilibrio idrosalino e un adeguato stato di idratazione.
Il calore eccessivo infatti provoca nel corpo adattamenti termoregolatori, di cui la sudorazione è l’esempio più eclatante, mirati a mantenere stabile la temperatura dell’organismo. Se il corpo perde troppi liquidi o sali, si sviluppano i sintomi del cosiddetto “esaurimento da calore”. Senza adeguati provvedimenti, e continuando ad essere esposti al calore, si va’ verso la disidratazione, con aumento della temperatura corporea e sviluppo del “colpo di calore”, situazione di emergenza particolarmente grave e talvolta addirittura fatale.
Se nell’adulto sano, queste condizioni si verificano solo in casi eccezionali, come durante esercizio fisico prolungato sotto il sole e nelle ore di massimo calore, nei soggetti a rischio, come gli anziani, gli aumenti di temperatura ambientale possono causare una disidratazione anche in situazioni di riposo e a casa. Gli anziani infatti percepiscono meno il calore, trascurando quindi la ricerca dell’ombra o di zone rinfrescate, e soprattutto tendono a bere meno liquidi su base regolare. La migliore strategia per combattere l’”esaurimento da calore” è quella di introdurre quantità sufficienti di liquidi, almeno un litro e mezzo al giorno, e di cibi idratanti, cioè ad alto contenuto di acqua, come frutta e verdura.
La bevanda ideale è l’acqua, fresca ma non ghiacciata, da 8 a 10 bicchieri al giorno, e per gli sportivi, è consigliato l’uso di integratori salini per compensare quelli persi col sudore. Un’ottima alternativa sono i frullati e le spremute di frutta. Un’altra regola d’oro è quella di evitare assolutamente le bevande alcoliche che contribuiscono alla disidratazione. Ci sono poi abitudini dettate dal buon senso come quella di evitare di uscire nelle ore in cui la temperatura è più alta (dalle 11 alle 17), di usare vestiti leggeri, di lino o cotone, di colore chiaro e ampi per facilitare la traspirazione, di tenere fresca la testa, magari usando cappelli di colore chiaro, e di evitare di fare lavori pesanti o esercizi fisici durante le ore più calde.
Gli integratori utili per contrastare la caduta dei capelli
I nostri capelli sono fatti di minerali, grassi, proteine, acqua, tutte sostanze contenute negli alimenti e fondamentali per salvaguardare la salute e l’aspetto della nostra capigliatura. L’alimentazione è importante per tutte le funzioni del nostro organismo, ed abbiamo già visto quanto sia indispensabile alla costituzione e alla crescita dei nostri capelli. Le carenze nutritive e gli sbalzi improvvisi di peso dovuti a diete dimagranti drastiche indeboliscono i nostri capelli rendendoli più fragili e sensibili, li privano di lucentezza, morbidezza e vitalità, ne riducono il diametro e, nei casi più estremi, ne causano anche la caduta (il cosiddetto “defluvium”).
Bisogna inoltre prestare particolare attenzione soprattutto alle carenze alimentari di acidi grassi essenziali (EFA), vitamine, ferro: è proprio per questo che spesso si ricorre all’utilizzo di integratori alimentari.
Gli integratori possono essere utili per contrastare la caduta diffusa dei capelli in fase “telogen” o fase di riposo. Vengono di solito associati a cure specifiche topiche allo scopo di creare una sinergia d’azione.
Gli integratori risultano utili:
- come coadiuvanti ad una terapia specifica anticaduta, poiché integrano alcune carenze evidenziate dagli esami del sangue;
- in tutti quei casi in cui la perdita o i problemi dei capelli sono legati a stress, debilitazione fisica dovuta a una lunga malattia, all’uso di certi farmaci come gli antibiotici, o nel caso ci si sia sottoposti ad una dieta drastica.
- ai cambi di stagione, nei quali i capelli risentono degli sbalzi ormonali tipici di questi periodi dell’anno;
- nella caduta di capelli che colpisce le donne dopo una gravidanza (effluvium post-partum);
- in caso di seborrea (eccesso di sebo che rende untuosa e maleodorante la capigliatura);
- nella perdita di capelli causata da trattamenti antitumorali (come la Radioterapia e la Chemioterapia).
In base al meccanismo d’azione gli integratori possono essere distinti principalmente in quelli aventi:
- Azione sul microcircolo
- Azione di tipo trofico
- Azione antiossidante
- Ottimizzazione della fase catagen (è la fase transitoria che segnala la fine della crescita del capello)
- Contrasto dell’infiammazione peribulbare
Ecco una carrellate delle principali sostanze utili alla crescita e al rinforzo della capigliatura:
OLIGOPROANTOCIANIDINE (OPC)
Sono dei flavonoidi contenuti in elevata quantità nei semi d’uva rossa, prontamente assorbite e dotate di una elevata biodisponibilità (a differenza di altri bioflavonoidi); presentano:
- AZIONE VASOPROTETTIVA
Le OPC migliorano la microcircolazione, cui si deve il trasporto dei nutrienti - AZIONE ANTIOSSIDANTE
Le OPC proteggono il follicolo dai radicali liberi
CATECHINE
Sono flavonoidi estratti dalle foglie essiccate del thè verde.
L’attività biologica delle catechine è attribuibile ai suoi componenti polifenolici e hanno:
- AZIONE ANTIOSSIDANTE
- AZIONE ANTINFIAMMATORIA
TAURINA
E’ un aminoacido solforato essenziale, prodotta dall’organismo a partire dalla CISTEINA.
MECCANISMO D’AZIONE:
- Regolazione sintesi collagene
- Regolazione del metabolismo del tessuto connettivo peripilare
- Limita le alterazioni della guaina connettivale del bulbo che si manifestano nell’invecchiamento del cuoio capelluto e nell’alopecia
- Protezione del follicolo dalle aggressioni esterne
ESTRATTO DI SERENOA REPENS
La SERENOA REPENS è una palma nana tipica della Florida. Contiene una buona quantità di ACIDI GRASSI dai quali si estrae il principio β-SITOSTERINA.
E’ utile per contrastare l’alopecia androgenetica: rappresenta un’alternativa naturale al trattamento farmacologico con finasteride.
ISOFLAVONI DI SOIA
Gli ISOFLAVONI sono molecole naturali presenti in vari vegetali ed in particolare nella soia. Possiedono una struttura molto simile a quella degli estrogeni, e sono perciò definiti FITOESTROGENI. E’ stato dimostrato che gli isoflavoni hanno un effetto positivo sulla crescita dei capelli in colture di follicoli piliferi umani.
ACIDO GAMMA LINOLENICO (GLA)
Nel mondo vegetale si trova in considerevoli quantità in borago officinalis, oenothera biennis e ribes nero; tra questi, l’olio di borragine vanta il più alto contenuto in GLA.
L’acido gamma linolenico, riducendo la perdita di acqua dallo strato corneo, consente un miglior nutrimento del bulbo pilifero.
POLIAMINE
Le poliamine sono presenti in moltissimi alimenti di uso comune come latte, formaggi, cereali, carne. E’ stato riscontrato che alcune poliamine svolgono un ruolo determinante nei processi di crescita e di differenziazione cellulare. Sono in grado di agire su specifici recettori situati a livello della guaina epiteliale esterna del follicolo pilifero: la stimolazione di questi recettori permette di attivare a livello della papilla dermica fattori di crescita cellulari fondamentali per lo sviluppo e la salute del capello.
VITAMINE
- A (retinolo): è indispensabile per la rigenerazione dei tessuti, contribuisce al buon funzionamento del cuoio capelluto. E’ indicata nel trattamento dei capelli che si spezzano.
- B2 (riboflavina): è utile per la crescita dei capelli.
- B5 (acido pantotenico): contribuisce attivamente alla buona conservazione della pelle e dei capelli; riduce la formazione delle doppie punte e in caso di carenza favorisce un precoce ingrigimento dei capelli.
- B6 (piridossina): combatte la seborrea, favorisce la ricrescita dei capelli e protegge la salute del cuoio capelluto. Influisce sulla cistina, un aminoacido solforato indispensabile al processo di cheratinizzazione delle cellule, che conferisce, quindi, resistenza alla cheratina dei capelli.
- B8 o H (biotina): combatte la caduta dei capelli, seborrea.
- C (acido ascorbico): conserva l’integrità del cuoio capelluto; agevola la crescita dei capelli. Combatte i processi di invecchiamento delle cellule. Favorisce l’assorbimento del Ferro, minerale presente nella composizione chimica del capello.
Gli integratori per la caduta dei capelli devono esser assunti quotidianamente per un periodo lungo di circa tre mesi, in associazione ad una terapia topica (soluzioni capillari). La ricrescita potrà essere visibile dopo circa 4 mesi di trattamento.
Bambini e sport, quale alimentazione?
L’attività sportiva è un elemento fondamentale affinché i bambini crescano sani e forti.
Fare movimento in maniera regolare, infatti, non solo apporta benefici all’organismo contribuendo ad uno sviluppo armonico dei muscoli e dello scheletro del bambino, ma favorisce anche un corretto funzionamento del metabolismo, per mantenersi in forma evitando il sovrappeso.
Consente inoltre ai bambini di stare all’aria aperta, di socializzare, di sviluppare uno spirito di squadra e di stimolarli nel rafforzare il carattere verso la resistenza e il raggiungimento degli obiettivi che anche nello sport si decide di raggiungere. Un piacere, un divertimento e allo stesso tempo un approccio educativo che aiuterà i bambini ad affrontare meglio la vita di tutti i giorni.
L’alimentazione di un bambino che svolge una regolare attività fisica non deve essere diversa da quella degli altri bambini o da quella degli adulti che praticano sport; semplicemente va calibrata in base alla disciplina che ha scelto di praticare e alla sua intensità. Se infatti il bambino svolge un’attività fisica non agonistica, non è necessario aumentare l’introito calorico o apportare dei cambiamenti radicali alla dieta. Tutto comunque dipende dallo stile di vita complessivo del bambino e dalle abitudini alimentari che vengono adottate in famiglia.
Nei casi in cui il bambino svolga un’attività fisica particolarmente intensa, che significa per almeno un’ora tre volte la settimana, si potrà sicuramente concedere qualche caloria in più. Gli alimenti consigliati sono quelli della normale alimentazione: carboidrati semplici come quelli contenuti nella frutta, quelli complessi come quelli della pasta dei prodotti da forno, proteine, grassi, frutta e verdura ricchi di fibre e vitamine. Molto importante che il bambino beva molto per reidratarsi e recuperare i sali minerali che si tendono a perdere con la sudorazione.
Affinché l’alimentazione non interferisca con il corretto svolgimento dell’attività fisica è importante anche scegliere l’ora giusta in cui mangiare: meglio tre ore prima di fare sport in modo che l’organismo riesca a iniziare la digestione. Il pasto dovrebbe inoltre essere equilibrato e leggero evitando alimenti ricchi di grassi e di zuccheri. Si può anche scegliere di mangiare dopo aver fatto sport, entro 2 o 3 ore, e in questo caso il pasto dovrebbe essere ricco di carboidrati.
Mangiare in maniera corretta non è difficile, basta scegliere i cibi in maniera accurata e razionale, leggere attentamente le etichette per sapere bene cosa si mangia, individuare le giuste quantità per sopperire in maniera corretta al quotidiano bisogno energetico. Evitare infine gli eccessi, di zucchero, di sale, di quantità. Mangiare di tutto un po’ è il giusto compromesso arricchendo la Dieta con alcuni cibi crudi e colorati come frutta e verdura ricche di sostanze preziose per l’organismo. Infine bere tanta acqua,succhi di frutta e spremute.
In alcuni casi può anche essere utile integrare l’alimentazione con alcune sostanze come la vitamina D che, in età scolare e negli adolescenti è importante fino al termine dello scatto di crescita puberale nei casi in cui il bambino non sia sufficientemente esposto alla luce sola e non ne assuma le giuste quantità con l’alimentazione. Per favorire il corretto sviluppo osseo, oltre alla vitamina D è importante anche un’assunzione adeguata di calcio e fosforo.
Altre sostanze importanti sono la vitamina C fondamentale nella sintesi del collagene e per il suo ruolo nel favorire l’assorbimento del ferro. Infine non bisogna dimenticare il fluoro per la sua azione protettiva dei denti dalla carie che potrebbe avere conseguenze negative anche sulla dentatura definitiva.
Una regola importantissima per l’alimentazione dei bambini, anche dei piccoli sportivi, è quella del “3+2” che prevede, oltre ai tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) due mini pasto a metà mattina e metà pomeriggio. La prima colazione dovrebbe rappresentare il 20% dell’introito calorico giornaliero; il pranzo il 35/40%, la merenda il 10%; la cena il 25/35%.
Le regole della corretta alimentazione di un bambino che fa sport, non sono quindi molto diverse da quelle degli adulti. Non si tratta infatti di modificare la composizione della Dieta ma rispettare alcune semplici regole che garantiscono all’organismo in crescita un apporto equilibrato e corretto di tutti i nutrienti.
( Fonte: Raccomandazioni del Ministero della salute sul corretto utilizzo degli integratori alimentari )
( Fonte: Progetto Guadagnare Salute del Ministero della Salute www.salute.gov.it )
Focus terza età: corretta alimentazione, sport e integratori per affrontare i primi caldi
Entrare nella terza età non significa invecchiare, ma affrontare un naturale processo di cambiamento del proprio stato psico-fisico, così come avvenuto progressivamente in tutte le fasi precedenti della vita. L’invecchiamento è un fenomeno complesso in cui giocano un ruolo determinante differenti fattori, quali ad esempio ambiente, malattie, attività fisica, nutrizione e componenti genetiche. Mentre alcuni di essi sono immodificabili, su altri si può invece intervenire in maniera consapevole. Semplici accorgimenti rispetto alla conduzione del proprio stile di vita, aiutano ad affrontare nel modo corretto i classici malanni di stagione che, con il passare degli anni, possono maggiormente incidere nella qualità della vita quotidiana.
Uno di questi, e forse il principale, è l’alimentazione. La prima regola è infatti quella di seguire nell’arco di tutta la vita un’alimentazione varia ed equilibrata: il che significa saper scegliere che cosa mangiare e in quale misura. Nutrirsi in modo corretto e con le giuste proporzioni è una delle condizioni principali per affrontare al meglio i disturbi legati ai cambi di stagione. E’ ormai noto che col passare degli anni si riduca progressivamente l’efficienza dell’apparato digestivo nell’assorbire vitamine, proteine e minerali. Oltre all’indicato consumo di frutta e verdura, si può trovare un valido aiuto negli integratori alimentari. Questi alimenti possono infatti essere utili a colmare possibili stati di carenza e a coadiuvare le funzioni fisiologiche dell’organismo, evitando ripercussioni negative sullo stato di salute: tra le necessità più comuni nella terza età quella di calcio e vitamina D, sostanze indispensabili per contrastare l’indebolimento delle ossa e prevenire il rischio di fratture. Allo stesso modo, sono importanti gli antiossidanti come lo zinco, il selenio e le vitamine A, C, E. *
Da non dimenticare inoltre che una corretta idratazione è una colonna portante del benessere dell’organismo e, soprattutto in vista dei primi caldi, diventa ancora più importante. Infatti bere adeguatamente (da un litro e mezzo ai due litri al giorno) favorisce l’eliminazione delle sostanze di rifiuto dall’organismo, promuove un’adeguata lubrificazione delle articolazioni.
Oltre alle attenzioni che possiamo quindi dedicare alle sane abitudini a tavola, si può trovare un buon alleato per uno stato di benessere anche nel movimento. Non è una novità che l’attività fisica, insieme ad una buona alimentazione, può essere utile nel rafforzamento delle difese immunitarie e nei confronti delle infezioni. Praticare attività di potenziamento come pilates, stretching e yoga, oppure anche solo una semplice ginnastica dolce aiuta a favorire forza, equilibrio e flessibilità. I benefici del fitness non influiscono quindi positivamente solo sullo stato fisico, ma anche su quello dello spirito: resistenza e vigore – di testa e di corpo – aiuteranno ad affrontare meglio il passare degli anni e, grazie a queste semplici regole, si potrà raggiungere uno stato di benessere complessivo che possa favorire e facilitare il passaggio di stagione e i malanni ad esso associati.
“Dipende da noi essere in un modo piuttosto che in un altro.
Il nostro corpo è un giardino, la volontà il giardiniere.
Puoi piantare l’ortica o seminare la lattuga,
mettere l’issopo ed estirpare il timo,
far crescere una sola qualità di erba o svariate qualità,
lasciare sterile il terreno per pigrizia o fecondarlo col lavoro.
Il potere e l’autorità dipendono da noi.”
(William Shakespeare, Otello, atto I, scena III)
* Fonti: Raccomandazioni del Ministero della Salute; European Food Safety Authority (EFSA)