Eleuteroccocco e Rodiola: un aiuto naturale per recuperare l’energia psico-fisica

Esistono momenti della vita di ognuno in cui si ha bisogno di un aiuto esterno per recuperare l’energia psicofisica. Capita a seguito di tempi prolungati di superlavoro, di stress, di somatizzazione dell’ansia, ma anche dopo periodi in cui l’organismo ha sofferto di problemi organici o malattie.
L’indebolimento psico-fisico colpisce più frequente le donne, anche in età giovanile, e si manifesta con ansia, calo della memoria, delle prestazioni mentali in genere e scarsa voglia di fare le cose.
Una condizione che può compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane e che necessita pertanto di un supporto adeguato.

Un aiuto può venire anche dalla natura ed in particolare dall’eleuteroccocco e dalla rodiola, due piante provenienti dalle regioni fredde che si caratterizzano rispettivamente per un’azione energizzante e tonica.

L’Eleuteroccocco (Eleutherococcus senticosus), noto anche come Ginseng Siberiano, è una pianta originaria della Siberia e della Mongolia di cui viene utilizzata soprattutto la radice. Cresce spontaneamente nel sottobosco e si distingue per avere la parte aerea ricoperta di spine flessibili, le foglie suddivise in 5 foglioline più piccole a forma di elisse e fiori giallastri (nella pianta femmina) o viola (nella pianta maschio).
Si caratterizza per essere ricca di eleuterosidi, composti chimicamente molto complessi e di composti fenilpropanici, lignani, cumarine, polisaccaridi, steroli e zuccheri sia semplici sia complessi.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato effetti positivi dell’assunzione di eleuterococco nel migliorare la resistenza allo stress e nello stimolare l’attenzione e la concentrazione migliorando le performance mentali. In passato sono anche stati fatti studi su cosmonauti, che ne hanno dimostrato l’efficacia nell’incrementare la resistenza alla fatica, al freddo e alle malattie.

La Rodiola (Rhodiola rosea) è una pianta appartenente alla famiglia delle crassulaceae che ha origine nelle regioni nordeuropee, in particolare Scandinavia, e nella zona nord-ovest della Russia, dove forma notevoli estensioni a tappezzare il terreno.
Nota anche con il nome popolare di “radice d’oro” si distingue per avere dei fiori gialli con una profumazione simile a quella della rosa. Nella trazione dei popoli freddi veniva utilizzata soprattutto per la realizzazione di infusi per aiutare l’organismo a sopportare i disturbi dovuti al grande freddo.
Si caratterizza per essere ricca di acidi organici, olio essenziale, beta sitosterolo, tannini di tipo prevalentemente pirogallico e flavonoidi. La rodiola è nota da tempo fra i popoli nordici per la sua azione tonica psico-fisica. Diversi studi recenti hanno infatti dimostrato che la rodiola accorcia il tempo di recupero muscolare dopo un esercizio fisico, in parte perché aumenta la sintesi di proteine nei muscoli e in parte perché favorisce la penetrazione del glucosio, degli acidi grassi, delle vitamine e dei ali minerali nelle cellule muscolari, favorendone anche l’utilizzo nei processi metabolici cellulari per la produzione di energia. La rodiola inibisce anche l’enzima che trasforma la serotonina e la dopamina in sostanze inattive, aumentando in tal modo i livelli di questi neurotrasmettitori ad azione antidepressiva e psicostimolante del cervello.

Gli integratori utili per contrastare la caduta dei capelli

I nostri capelli sono fatti di minerali, grassi, proteine, acqua, tutte sostanze contenute negli alimenti e fondamentali per salvaguardare la salute e l’aspetto della nostra capigliatura. L’alimentazione è importante per tutte le funzioni del nostro organismo, ed abbiamo già visto quanto sia indispensabile alla costituzione e alla crescita dei nostri capelli. Le carenze nutritive e gli sbalzi improvvisi di peso dovuti a diete dimagranti drastiche indeboliscono i nostri capelli rendendoli più fragili e sensibili, li privano di lucentezza, morbidezza e vitalità, ne riducono il diametro e, nei casi più estremi, ne causano anche la caduta (il cosiddetto “defluvium”).
Bisogna inoltre prestare particolare attenzione soprattutto alle carenze alimentari di acidi grassi essenziali (EFA), vitamine, ferro: è proprio per questo che spesso si ricorre all’utilizzo di integratori alimentari.
Gli integratori possono essere utili per contrastare la caduta diffusa dei capelli in fase “telogen” o fase di riposo. Vengono di solito associati a cure specifiche topiche allo scopo di creare una sinergia d’azione.

Gli integratori risultano utili:

  • come coadiuvanti ad una terapia specifica anticaduta, poiché integrano alcune carenze evidenziate dagli esami del sangue;
  • in tutti quei casi in cui la perdita o i problemi dei capelli sono legati a stress, debilitazione fisica dovuta a una lunga malattia, all’uso di certi farmaci come gli antibiotici, o nel caso ci si sia sottoposti ad una dieta drastica.
  • ai cambi di stagione, nei quali i capelli risentono degli sbalzi ormonali tipici di questi periodi dell’anno;
  • nella caduta di capelli che colpisce le donne dopo una gravidanza (effluvium post-partum);
  • in caso di seborrea (eccesso di sebo che rende untuosa e maleodorante la capigliatura);
  • nella perdita di capelli causata da trattamenti antitumorali (come la Radioterapia e la Chemioterapia).

In base al meccanismo d’azione gli integratori possono essere distinti principalmente in quelli aventi:

  • Azione sul microcircolo
  • Azione di tipo trofico
  • Azione antiossidante
  • Ottimizzazione della fase catagen (è la fase transitoria che segnala la fine della crescita del capello)
  • Contrasto dell’infiammazione peribulbare

Ecco una carrellate delle principali sostanze utili alla crescita e al rinforzo della capigliatura:

OLIGOPROANTOCIANIDINE (OPC)
Sono dei flavonoidi contenuti in elevata quantità nei semi d’uva rossa, prontamente assorbite e dotate di una elevata biodisponibilità (a differenza di altri bioflavonoidi); presentano:

  • AZIONE VASOPROTETTIVA
    Le OPC migliorano la microcircolazione, cui si deve il trasporto dei nutrienti
  • AZIONE ANTIOSSIDANTE
    Le OPC proteggono il follicolo dai radicali liberi

CATECHINE
Sono flavonoidi estratti dalle foglie essiccate del thè verde.
L’attività biologica delle catechine è attribuibile ai suoi componenti polifenolici e hanno:

  • AZIONE ANTIOSSIDANTE
  • AZIONE ANTINFIAMMATORIA

TAURINA
E’ un aminoacido solforato essenziale, prodotta dall’organismo a partire dalla CISTEINA.
MECCANISMO D’AZIONE:

  • Regolazione sintesi collagene
  • Regolazione del metabolismo del tessuto connettivo peripilare
  • Limita le alterazioni della guaina connettivale del bulbo che si manifestano nell’invecchiamento del cuoio capelluto e nell’alopecia
  • Protezione del follicolo dalle aggressioni esterne

ESTRATTO DI SERENOA REPENS
La SERENOA REPENS è una palma nana tipica della Florida. Contiene una buona quantità di ACIDI GRASSI dai quali si estrae il principio β-SITOSTERINA.
E’ utile per contrastare l’alopecia androgenetica: rappresenta un’alternativa naturale al trattamento farmacologico con finasteride.

ISOFLAVONI DI SOIA
Gli ISOFLAVONI sono molecole naturali presenti in vari vegetali ed in particolare nella soia. Possiedono una struttura molto simile a quella degli estrogeni, e sono perciò definiti FITOESTROGENI. E’ stato dimostrato che gli isoflavoni hanno un effetto positivo sulla crescita dei capelli in colture di follicoli piliferi umani.

ACIDO GAMMA LINOLENICO (GLA)
Nel mondo vegetale si trova in considerevoli quantità in borago officinalis, oenothera biennis e ribes nero; tra questi, l’olio di borragine vanta il più alto contenuto in GLA.
L’acido gamma linolenico, riducendo la perdita di acqua dallo strato corneo, consente un miglior nutrimento del bulbo pilifero.

POLIAMINE
Le poliamine sono presenti in moltissimi alimenti di uso comune come latte, formaggi, cereali, carne. E’ stato riscontrato che alcune poliamine svolgono un ruolo determinante nei processi di crescita e di differenziazione cellulare. Sono in grado di agire su specifici recettori situati a livello della guaina epiteliale esterna del follicolo pilifero: la stimolazione di questi recettori permette di attivare a livello della papilla dermica fattori di crescita cellulari fondamentali per lo sviluppo e la salute del capello.

VITAMINE

  • A (retinolo): è indispensabile per la rigenerazione dei tessuti, contribuisce al buon funzionamento del cuoio capelluto. E’ indicata nel trattamento dei capelli che si spezzano.
  • B2 (riboflavina): è utile per la crescita dei capelli.
  • B5 (acido pantotenico): contribuisce attivamente alla buona conservazione della pelle e dei capelli; riduce la formazione delle doppie punte e in caso di carenza favorisce un precoce ingrigimento dei capelli.
  • B6 (piridossina): combatte la seborrea, favorisce la ricrescita dei capelli e protegge la salute del cuoio capelluto. Influisce sulla cistina, un aminoacido solforato indispensabile al processo di cheratinizzazione delle cellule, che conferisce, quindi, resistenza alla cheratina dei capelli.
  • B8 o H (biotina): combatte la caduta dei capelli, seborrea.
  • C (acido ascorbico): conserva l’integrità del cuoio capelluto; agevola la crescita dei capelli. Combatte i processi di invecchiamento delle cellule. Favorisce l’assorbimento del Ferro, minerale presente nella composizione chimica del capello.

Gli integratori per la caduta dei capelli devono esser assunti quotidianamente per un periodo lungo di circa tre mesi, in associazione ad una terapia topica (soluzioni capillari). La ricrescita potrà essere visibile dopo circa 4 mesi di trattamento.

Inverno: come rinforzare le difese immunitarie

Durante la stagione invernale bambini e anziani, soprattutto, rischiano di ammalarsi per il freddo intenso che, causando l’abbassamento delle difese immunitarie, espone a malattie ed aggressioni virali, batteriche, fungine, etc. L’alterazione dei meccanismi di difesa determina l’incapacità da parte dell’organismo di rispondere adeguatamente e quindi di proteggersi dall’attacco di fattori esterni nocivi. Come conseguenza del deficit della risposta immunologica si verifica anche una maggiore suscettibilità alle infezioni cutanee e mucose, come stomatite aftosa ricorrente, Herpes simplex recidivante, verruche cutanee, candidosi, etc.

COME RINFORZARE LE DIFESE IMMUNITARIE
La risposta immunitaria può essere potenziata grazie all’azione di alcune sostanze particolarmente utili nella difesa attiva dell’organismo. L’utilizzo di tali sostanze può essere indicato in caso di infezioni cutanee e delle mucose, come coadiuvante alle terapie convenzionali, dopo trattamenti prolungati con farmaci, per contrastare una scarsa funzionalità del sistema immunitario e la maggior predisposizione alle infezioni. L’assunzione di tali sostanze è particolarmente utile quando la Dieta giornaliera non è sufficiente a garantire livelli costanti ed ottimali dei suoi componenti vitaminici ed antiossidanti, la cui carenza causa anomalie delle membrane cellulari.

ALCUNI SOSTANZE UTILI:

  • ACIDO ALFA LIPOICO, un ottimo antiossidante
  • SELENIO, rappresenta un elemento chiave nella difesa contro le infezioni virali
  • CURCUMA LUNGA, pianta tropicale originaria dell’India, è un’erba perenne della famiglia dello zenzero. La parte utilizzata è rappresentata dal rizoma. I suoi principali costituenti sono olio essenziale, amido, curcuminoidi (curcumina).
  • LENTINUS EDODES (FUNGO SHITAKE), molto rinomato in Cina ed in Giappone sin dall’antichità come rimedio per il benessere dell’organismo. Risulta composto da proteine, grassi (soprattutto acido linoleico), carboidrati, fibre solubili ed insolubili, minerali e vitamine B2 e C.
  • GRIFOLA FRONDOSA FUNGO MAITAKE: è un tipo di fungo molto raro che cresce nella regione Nord orientale del Giappone.
  • ASTRAGALUS MEMBRANACEUS BUNG. RADICE ASTRAGALO ORIENTALE, pianta molto usata nella medicina cinese come tonico e rinforzante dell’energia vitale.
  • UNCARIA TORMENTOSA WILLD DC CORTECCIA GIALLA UNCARIA: liana tipica della foresta amazzonica. La parte utilizzata è rappresentata dalla corteccia gialla in quanto più ricca di principi attivi rispetto agli altri tipi bianca e rossa.
  • WITHANIA SOMNIFERA DUNAL RADICE WITHANIA: è una pianta molto conosciuta denominata anche Ginseng indiano. La parte utilizzata è rappresentata dalla radice.

Integratori e benessere cutaneo in inverno

In alcuni periodi dell’anno e con determinate condizioni climatiche, la pelle può alterarsi. Il principale responsabile delle alterazioni cutanee, che poi portano a secchezza, sensazione di “pelle che tira”, è lo sbilanciamento idrolipidico degli strati cutanei più esterni.
Ripristinare l’idratazione della pelle è estremamente importante anche nei casi di semplice secchezza cutanea.

L’integrazione nutrizionale può intervenire positivamente sulla secchezza cutanea grazie all’assunzione di collagene idrolizzato arricchito di aminoacidi, come glicina, acido glutammico, lisina, prolina e valina, che incrementano significativamente il grado di idratazione cutanea, stimolando sistemi enzimatici preposti alla sintesi di PCA (acido pirrolidon carbossilico), uno dei più rappresentativi componenti del fattore di idratazione naturale (NMF) della pelle.

L’integrazione con acidi grassi polinsaturi (PUFA) consente di ripristinare la funzionalità delle membrane cellulari laddove vi sia carenza di PUFA dovuta a malassorbimento lipidico, ridotta produzione degli stessi, legati all’età, a diete non equilibrate, a danno indotto dai radicali liberi. La funzione delle membrane cellulari viene meno in relazione alla perdita di fluidità delle stesse, cui consegue una serie di condizioni come ad esempio difettosa funzione di barriera o incremento della desquamazione.
L’assunzione di valina, leucina e isoleucina, precursori degli acidi della serie omega 6, ne ottimizza la sintesi; con le medesime finalità è prezioso il contributo della vitamina F, che è composta da un pool di acidi grassi essenziali; a propria volta, le vitamine C, E, betacarotene, biotina, gruppo B possono svolgere indirettamente una funzione positiva a carico dell’idratazione cutanea.
La più recente acquisizione in materia di idratazione è rappresentata dalla possibilità di introdurre in un integratore nutrizionale le ceramidi (in particolare del riso) che hanno mostrato una spiccata azione idratante.

Anche l’uso di antiossidanti risulta importante, se non addirittura essenziale, in relazione al positivo ruolo di supporto alle difese fisiologiche dell’organismo in caso di stress ossidativo.
La pelle, seppur fisiologicamente attrezzata a controbilanciare questo esubero di radicali, necessita di un aiuto esterno, poiché spesso i sistemi biologici non riescono a far fronte alla necessità.

Gli antiossidanti hanno dimostrato di saper esercitare un evidente ruolo benefico per la pelle. Essi rappresentano una classe molto eterogenea di sostanze funzionali: includono, infatti, vitamine, minerali, aminoacidi essenziali, tutte dotate della specifica proprietà, tra le altre, di combattere i radicali liberi.
Tra gli antiossidanti più frequentemente utilizzati nella formulazione di integratori orali ricordiamo: vitamina C, vitamina E, coenzima Q10, acido lipoico, bioflavonoidi, carotenoidi (betacarotene, astaxantina, licopene).

Uno tra i più significativi esempi di bioflavonoidi è il Pycnogenolo, che si annovera tra gli antiossidanti più innovativi. Costituito da procianidine estratte dalla corteccia del pino marittimo francese, è tra i più potenti antiossidanti in grado di ripristinare e prolungare la durata di vitamina C ed E. I carotenoidi costituiscono un’importante famiglia (oltre 600 sostanze) di antiossidanti presenti come pigmenti naturali nei vegetali a foglia verde, in quelli il cui colore va da rosso a giallo/arancio e alcuni frutti di mare e pesci. Numerosi studi condotti sulle proprietà biologiche dei carotenoidi hanno evidenziato l’efficacia antiossidante. Il licopene, carotenoide non prodotto dall’organismo, estratto dal pomodoro, è uno dei più efficaci antiossidanti. Contrasta l’assottigliamento dell’epidermide e l’ispessimento dello strato corneo. Protegge il collagene e l’acido ialuronico e ne stimola la produzione.
E’ utile anche l’apporto di fosfolipidi della soia che mantengono la fluidità e l’integrità delle membrane biologiche. L’N-acetilglucosammina, precursore dell’acido ialuronico, di cui risulta più biodisponibile, eserciterebbe un rimarchevole effetto idratante grazie alla capacità di migliorare il trofismo del derma e, quindi, la sua funzione di sostegno. Il miglioramento del grado di idratazione della pelle rappresenta una condizione essenziale per il conseguimento del benessere cutaneo. Infine l’acido ialuronico (HA) agisce come emolliente della cute umana “dall’interno”. Si utilizzano 35-45 mg/dose di acido ialuronico a basso peso molecolare (preferibilmente tra 50.000 e 200.000 Dalton), in grado di essere assorbito oralmente attraverso integratori alimentari.

Esiste una complementarietà tra integratori alimentari e prodotti dermocosmetici topici. Si tratta di sinergie d’effetto tra sostanze funzionali applicate localmente, là dove il problema fa la sua comparsa, ed altre agenti dall’interno finalizzate alla correzione di una carenza a monte, o per ripristinare funzioni o condizioni alterate cutanee.

Il ruolo degli integratori sta oggi diventando via via sempre più importante in ambito dermocosmetologico. Tale ruolo è giustificato in parte dall’esigenza di praticità, ma soprattutto dalla convinzione sempre più radicata che si possa apparire più “belli” e sani fuori solo se si provvede adeguatamente alle esigenze che l’organismo presenta “dentro”.

Mariuccia Bucci, Dermatologo.

Rinforzare la pelle e capelli dopo l’estate

Al rientro dalle vacanze, la pelle si presenta disidratata dai raggi solari, segnata da macchie scure, rughe ed i capelli sembrano secchi e sbiaditi.

Quel che resta del colore
L’abbronzatura ispessisce la cute, che diventa più secca e meno elastica. Con il passare dei giorni lo strato corneo superficiale inizia a desquamarsi, il colorito si fa disomogeneo, l’epidermide opaca e ruvida. Per dare un colpo di spugna, è necessario eliminare: le cellule morte. L’ideale è un peeling domiciliare delicato a base di acido mandelico o di acido piruvico.

La pelle si rinnova, diventa più elastica e sottile, l’abbronzatura che rimane è luminosa, gli effetti sono visibili subito, ma conviene ripetere il peeling altre due volte, a intervalli di due settimane. Dopo l’esposizione solare occorre reidratare la cute e stimolare la produzione di collagene ed elastina, distrutti dagli ultravioletti.
A tal scopo si possono applicare sulla pelle un mix di attivi (acido ialuronico, vitamine, coenzima Q10), per restituire elasticità e tono a viso e collo.
I chimici svedesi dell’Università di Lund hanno verificato che gli attivi di natura lipidica come gli oli e i grassi vegetali contenuti nella maggior parte dei prodotti di trattamento per la pelle riescono a penetrare meglio la barriera cutanea quando l’epidermide è ben idratata. Qualsiasi prodotto di trattamento, dalle creme antiage ai gel contro le imperfezioni, dalle formule rimpolpanti a quelle anti-macchia, funziona quindi solo se il livello di idratazione è sufficiente.

Per potenziare al massimo l’idratazione è meglio utilizzare sieri ricchi di principi attivi idratanti da applicare due volte al giorno prima del consueto prodotto di trattamento. Meglio ancora se si punta su formule che contengono estratti naturali puri.

Tra gli ingredienti all’avanguardia, si annoverano due fattori di crescita cellulare, alla cui scoperta è stato assegnato il premio Nobel per la medicina e la fisiologia, che stimolano la produzione di fibroblasti. Il più recente è il ciclopeptide-5: sembra che ripristini la dinamica delle cellule che invecchiano, o danneggiate dal sole, e stimoli la riproduzione cellulare. La struttura ciclica ne favorisce il passaggio transdermico, la funzionalità cellulare e la stabilità.

Interessante è anche un estratto da una pianta molto nota: il Lillà (Syringa vulgaris). Tale estratto contiene il verbascoside, un efficace antiossidante in grado di aumentare le difese della pelle che invecchia e di stimolare alcuni enzimi legati alla riparazione cellulare.

Per aumentare la luminosità della pelle si possono utilizzare schiarenti tradizionali in combinazione con una nuova serie di “super-estratti” dalla frutta. Questi ultimi spaziano dalle bacche tibetane di Goji (Lycium barbarum) , elisir di gioventù, ricche di vitamina C (cinquecento volte in più delle arance!), polisaccaridi, flavonoidi e betacarotene, al Chokeberry (Aronia arbutifolia), pianta nordamericana della famiglia delle rosacee, ricca in antocianine, antiradicali liberi. Ottimo è anche il frutto amazzonico detto Camu-Camu (Myrciaria dubia), anch’esso ricchissimo di vitamina C, in grado di aumentare la neosintesi di collagene.

A completamento del trattamento topico cutaneo è utile apportare nutrienti anche per via orale. L’utilizzo simultaneo di integratori e cosmetici permette di attaccare su più fronti strategici la

riparazione cellulare, ottimizzando e accelerando gli effetti cutanei con meccanismi coordinati. È stato così dimostrato che integratori contenenti vitamina A hanno un effetto restitutivo e di protezione del tessuto cutaneo, le vitamine C ed E riducono i danni causati dai radicali liberi, che possono danneggiare collagene ed elastina, mentre vari probiotici favoriscono il recupero delle difese cellulari dopo l’esposizione ai raggi UV.

Gli acidi grassi polinsaturi (vitamina F) svolgono invece un importante ruolo strutturale nelle cellule, partecipano alla sintesi dei lipidi, sono coinvolti nella funzione di barriera cutanea, nei processi infiammatori e immunitari.

Interessanti sono gli attivi come fitoene e fitofluene: due carotenoidi incolori ottenuti da pomodori e da alghe unicellulari commestibili.
L’assenza di colore (assorbono luce solo nelle lunghezze d’onda ultravioletta e non del visibile) e la capacità di accumulo nella pelle, conferisce loro l’azione di potenti antiossidanti e antinfiammatori, riparano la cute dopo l’esposizione solare e intensificano l’abbronzatura. Un olio usato in cosmetica per il suo elevato contenuto in acido alfa linolenico, acido grasso essenziale omega 3, è l’olio di kiwi. Apprezzato per le proprietà emollienti su pelli secche, incrementa le difese immunitarie della cute. I frutti sono noti per l’elevato contenuto in vitamine C, A ed E, potassio e flavonoidi. Recentemente è stato scoperto che i semi, sono la fonte di due potenti antiossidanti: la quercitrina (precursore del flavonoide quercetina) e il kaempferolo .

Capelli provati dal sole
L’esposizione solare è anche responsabile dell’aggressione della struttura del capello dovuto allo stress ossidativo.
E’ preferibile scegliere una detersione delicata con shampoo privi di tensioattivi schiumogeni come gli oli lavanti idrogenati seguita dall’utilizzo del balsamo nutriente.
Se i capelli sono particolarmente stopposi è meglio usare una maschera ristrutturante per capelli da applicare ogni 3 giorni.

Per ripristinare il danno bisogna ovviamente seguire un’alimentazione corretta, nutrendosi con alimenti che contengano le stesse proprietà della fibra capillare: vitamine A, B, C ed E, minerali come zinco, ferro, rame, silicio, magnesio, manganese e ferro e aminoacidi.
Lo zinco ha un’azione seboregolatrice, il ferro previene la caduta, il rame accelera i processi di cheratinizzazione, il silicio è rimineralizzante, il magnesio rigenera le cellule e il manganese trattiene vitamine e ferro. Li troviamo in frutta, verdura, pesce, legumi,cereali, carne e derivati. Latte, frutti di mare, spinaci e pomodori hanno alte concentrazioni di zinco, carne e derivati, invece, contengono aminoacidi che rinforzano la capigliatura.
Per rinforzare i capelli dall’interno è possibile assumere integratori contenenti aminoacidi, come cisteina, cistina, guanina, elementi che formano la cheratina. Si effettuano solitamente due cicli all’anno. Al rientro dalle vacanze, in caso di caduta di capelli è preferibile assumere, per esempio la cistina per 40 gg, con una interruzione intermedia per non sovraccaricare la funzione renale.

Crucifere, una fonte di benessere

Le Crucifere o Brassicacee (cavolo, cavolfiore, broccolo, rapa ecc.) sono vegetali largamente utilizzati a scopo alimentare ed entrano a far parte della Dieta di molte persone.
Ricchissimi di vitamine (A, gruppo B e C), di minerali e di prodotti solforati, le crucifere rappresentano una preziosa fonte di benessere e sono ormai riconosciute avere molteplici effetti positivi.

Innanzitutto gli estratti di brassicacee sono validi alleati contro lo stress ossidativo, che si può generare da un’eccessiva esposizione all’inquinamento ambientale o alle radiazione ultraviolette o ionizzanti.

Ma non solo. Alcune recenti ricerche hanno evidenziato anche un ruolo benefico nei confronti dei tumori polmonari. Le crucifere sono ricche di isotiocianati, composti che nell’animale hanno proprietà antitumorali nei confronti del carcinoma polmonare e che vengono eliminati dall’organismo dagli enzimi glutatione-transferasi GSTM1 e GSTT1. L’assenza di uno o dell’altro di questi enzimi, o di entrambi, determina verosimilmente concentrazioni più elevate di isotiocianati nel sangue. Lo studio ha compreso 4.309 soggetti arruolati presso 15 centri di 6 nazioni dell’Europa centrale e dell’Est, regioni in cui è tradizionalmente elevato il consumo di crucifere. I soggetti hanno compilato un questionario sul loro stile di vita e la loro alimentazione, e si è ottenuta la tipizzazione dei geni per gli enzimi GSTM1 e GSTT1 partendo da un campione di sangue.
Il consumo di crucifere almeno una volta la settimana si associava a un effetto protettivo globale contro i tumori polmonari rispetto a un consumo una volta al mese. L’effetto era simile se il consumo riguardava i cavoli o una combinazione di broccoli e cavolini di Bruxelles. Questo effetto protettivo è stato riscontrato essere maggiore nei fumatori rispetto ai non fumatori.

Il consumo di frutta e verdura è stato già associato alla riduzione della mortalità dovuta ad obesità, ipertensione e malattie cardiovascolari, ma pochi studi hanno finora esaminato la correlazione fra apporto di frutta e verdura e rischio di diabete. Il consumo di frutta e verdure a foglia larga, e in particolare delle Crucifere, è stato associato ad un minor rischio di Diabete di tipo 2.

Mangiare molta frutta e verdura aiuterebbe anche a migliorare le condizioni di salute di chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), una malattia che colpisce l’apparato respiratorio e che, se non curata, determina difficoltà sempre maggiori nella respirazione. Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori greci sottoponendo, per tre anni, 120 pazienti affetti da Bpco all’assunzione di grandi quantità di crucifere, oltre che altra frutta e verdura, oppure a un’alimentazione completamente priva di questi alimenti. Nelle persone che hanno mangiato abbondantemente crucifere, frutta e altra verdura si sono non solo ridotti di circa la metà i casi in cui la malattia è peggiorata ma sono stati riscontrati anche dei veri e propri miglioramenti delle funzionalità polmonare. I benefici derivanti sono da attribuire alla proprietà antiossidanti di questi alimenti.

Tra i numerosi benefici, si segnala anche il ruolo del sulforafano, una sostanza contenuta nei broccoli, che potrebbe rivelarsi utile anche per chi soffre di artrite. Alcuni ricercatori dell’University of East Anglia hanno scoperto che il sulforafano avrebbe la capacità di bloccare un enzima che provoca la distruzione delle articolazioni nella osteoartrite. E’ stato condotto un progetto di ricerca durato tre anni finalizzato a indagare le potenzialità del sulforafano, già noto per le sue capacità anticancro. Lo studio condotto in vitro ha concluso che questo composto bioattivo, contenuto soprattutto negli ortaggi cruciferi, sembra in grado di prevenire il deterioramento delle articolazioni.

Questi dati indicano che un buon consumo di crucifere può avere effetti salutistici rilevanti in tutto l’organismo, essendo in grado di svolgere azioni benefiche a livello intestinale, ostacolando lo sviluppo del Diabete mellito e lo sviluppo dei tumori, in particolare di quelli intestinali e polmonari.

Le diverse esigenze nutrizionali nelle varie fasi della vita

Dagli anni ’70 ad oggi si è verificata una grande evoluzione del concetto di cibo, che ha perso il significato di semplice fonte di sostentamento e piacere, per assumere l’identità di elemento capace di intervenire direttamente sulla salute degli individui. Scelte, abitudini e consumi costituiscono aspetti fondamentali per definire il modo in cui le persone si alimentano. Se da un lato la società si dimostra sempre più attenta alle relazioni fra alimentazione e salute, contemporaneamente vede aumentare sia le patologie legate a una Dieta abituale eccessiva o squilibrata, sia la confusione e la disinformazione circa ruoli e funzioni di alimenti e di nutrienti. Anche in Italia infatti si sta verificando un graduale allontanamento dal modello alimentare mediterraneo (riconosciuto quale esempio di sana alimentazione) e la progressiva acquisizione di uno stile di vita occidentale con ripercussioni negative sul mantenimento dello stato di salute.

Lo stato di nutrizione degli individui è espressione del comportamento alimentare e della risposta dell’organismo. Quest’ultimo è in grado di riflettere l’adeguatezza o meno della Dieta nel breve, medio e lungo termine. Una Dieta adeguata consiste essenzialmente nel consumo di alimenti in qualità e quantità tali da assicurare il soddisfacimento dei bisogni di energia e nutrienti, rispettando combinazioni e proporzioni tali da non arrecare rischi potenziali per la salute.

Negli ultimi decenni il concetto “l’uomo è ciò che mangia” ha trovato una controprova scientifica e la scienza della nutrizione ha dato risposta e alternative, diverse per età e sesso, alla crescente domanda di salute ed equilibrio psico-fisico da parte dei consumatori. All’interno del gruppo dei normali consumatori, esistono alcune categorie che vanno considerate più “a rischio” di carenze nutritive, non necessariamente a causa di malattie o di cattive abitudini, ma semplicemente per particolari situazioni legate alla loro età o a peculiari condizioni fisiologiche (età evolutiva, gravidanza, allattamento, età geriatrica, particolare impegno fisico). Basta pensare a come variano le esigenze della donna nelle varie fasi della vita e a come sia importante una corretta alimentazione anche nell’ottica di prevenzione di patologie future.

Le ragazze adolescenti hanno bisogno di essere ben alimentate sia per lo sviluppo tipico di questa fase della vita sia per i futuri stress della gravidanza. In particolare il fabbisogno in ferro e quello in calcio aumentano rapidamente fino ai livelli dell’adulto e una loro insufficiente copertura comporta il rischio della comparsa di anemie da carenza di ferro e di una ridotta mineralizzazione dello scheletro, tale da rendere precoce e più grave l’osteoporosi in età matura. Durante la gravidanza i nutrienti che vengono assunti dalla madre contribuiscono non solo al suo benessere, ma anche a quello del bambino. Tuttavia è superato il vecchio detto “mangiare per due” ed è stato sostituito con il concetto che la donna in gravidanza deve mangiare “due volte meglio”. Nei confronti dell’ alimentazione della coetanea sana, l’alimentazione della gestante sana richiederà qualche attenzione in più relativamente alle proteine, al tipo di grassi e ad alcune vitamine e minerali. Necessità decisamente superiori riguardano il calcio, il ferro e soprattutto l’acido folico.
Particolarmente delicata l’alimentazione della donna anziana in cui diversi fattori, sia fisiologici che psicologici, concorrono nel determinare alcuni difetti nutrizionali. Elevato il fabbisogno di vitamina D, calcio, ferro, acidi grassi polinsaturi e fibra.
In questi contesti, può essere valutata l’opportunità di integrare l’alimentazione abituale con l’obiettivo di prevenire una malnutrizione per difetto di specifici nutrienti.

Al fine di soddisfare esigenze diverse in base ai fabbisogni individuali, è indispensabile la collaborazione fra comunità scientifica, industria e mass media per migliorare, con mezzi sempre più aggiornati e precisi, le conoscenze in tema di nutrizione, diffonderle in maniera corretta, e così creare le risposte in termini di disponibilità di alimenti e di nuovi prodotti a misura di ognuno.