Vitamina D e Omega 3 alleati contro le malattie autoimmuni: l’importanza dell’integrazione alimentare

La vitamina D3 e gli acidi grassi omega-3 a lunga catena giocano un ruolo importante nella modulazione del sistema immunitario. A confermarlo è un lavoro scientifico presentato all’ultimo congresso annuale dell’American College of Rheumatology e recentemente pubblicato sul British Medical Journal. Lo studio ricorda come l’integrazione dietetica con Vitamina D3 e Omega-3 possa ottenere risultati di grande interesse clinico e pratico, gettando nuova luce sul ruolo di questi composti nel contrastare il rischio di sviluppare patologie autoimmuni.

VITAMINA D E OMEGA-3 ALLEATI DEL SISTEMA IMMUNITARIO

Lo studio si basa su solidi presupposti teorici che riconoscono la vitamina D e gli omega-3 come potenti alleati del sistema immunitario. Questo loro importante ruolo è stato anche indagato in una recente review a firma di Andrea Poli, Presidente di NFI – Nutrition Foundation of Italy, dal titolo “Stile di vita, alimentazione e integrazione nell’epoca del Covid-19. Lo stato dell’arte”, pubblicata sul sito Integratori e Benessere di Integratori Italia.

“Innanzitutto – spiega Andrea Poligli omega-3 hanno funzioni ormai ben note nella risoluzione di processi infiammatori grazie alla loro attività “resolvinica”. Gli acidi grassi omega-3 a lunga catena (EPA e DHA) presenti nel sito dell’infiammazione, infatti, vengono convertiti enzimaticamente in sostanze quali resolvine, maresine e protectine, specializzate nella risoluzione dell’infiammazione stessa”.

“Altrettanto accertato anche l’effetto di modulazione della vitamina D su questi fenomeni – continua PoliQuesta vitamina, infatti, facilita la differenziazione dei monociti in macrofagi e aumenta la loro capacità di uccidere i batteri, modula la produzione di citochine infiammatorie e facilita l’esposizione dell’antigene, importante per attivare la produzione di anticorpi specifici. Molte cellule immunitarie sono infatti dotate di recettori per la vitamina D che ne condizionano la funzione quando attivati”.

LE EVIDENZE SCIENTIFICHE SULL’INCIDENZA DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI

Nell’ambito di un grande trial randomizzato e controllato, gli autori dello studio hanno valutato gli effetti di un trattamento con vitamina D3 e/o omega-3 a lunga catena o un placebo. Considerando complessivamente l’efficacia dell’intervento, si è osservato che nei tre bracci di trattamento attivo (vitamina D3 da sola, omega-3 da soli, o la combinazione di questi due principi attivi) l’incidenza delle patologie autoimmuni (l’artrite reumatoide, la polimialgia reumatica, le malattie autoimmuni della tiroide, la psoriasi) si era ridotta del 15-22% rispetto al gruppo trattato con i placebo[1].

“I risultati dello studio – commenta Andrea Polisono di evidente interesse, alla luce del fatto che le patologie autoimmuni considerate, per la loro cronicità, hanno un forte impatto sulla qualità della vita delle persone colpite e dei loro caregivers, oltre che sul sistema sanitario per i costi sanitari e sociali di rilievo che esse generano”.

IL VALORE CLINICO E PRATICO DELL’INTEGRAZIONE DIETETICA

Il lavoro scientifico, condotto con metodologia rigorosa (essendo basato su uno studio randomizzato e controllato), suggerisce quindi la capacità della vitamina D3 e degli omega-3 a lunga catena di influenzare in modo favorevole la comparsa o l’evoluzione di patologie assai diverse, caratterizzate da una non corretta interazione tra il sistema immunitario dell’organismo e fattori scatenanti esterni.

“Esso ci ricorda – conclude Poliche utilizzata secondo modalità dirette e basate sull’evidenza scientifica, l’integrazione dietetica può ottenere risultati di grande interesse clinico e pratico, a tutt’oggi solo in parte accertati”.

 


LO STUDIO

Lo studio nasce nell’ambito di un grande trial randomizzato e controllato, che ha valutato gli effetti della vitamina D3 da sola o in combinazione con gli omega-3 a lunga catena sull’incidenza di eventi di natura cardiovascolare o tumorale (lo studio VITAL)[2]. Le caratteristiche principali dello studio VITAL sono note: circa 26.000 partecipanti dell’età media di 67 anni sono stati randomizzati ad un trattamento con vitamina D3 (2000 IU/die) e/o omega-3 a lunga catena (1000 mg/die) o un placebo, con un follow-up mediano di 5,3 anni.

Nella popolazione dello studio VITAL gli autori hanno valutato l’eventuale differenza nella comparsa di malattie autoimmuni tra i gruppi randomizzati ai diversi trattamenti sperimentali testati. Il presupposto teorico di questo sotto studio nasce dal fatto che sia gli omega-3 e sia la vitamina D3 sono stati associati, negli studi osservazionali, ad una ridotta incidenza di queste patologie.

[1] Hahn J, Cook NR, Alexander EK, Friedman S, Walter J, Bubes V, Kotler G, Lee IM, Manson JE, Costenbader KH. Vitamin D and marine omega 3 fatty acid supplementation and incident autoimmune disease: VITAL randomized controlled trial. BMJ. 2022 Jan 26;376:e066452. doi: 10.1136/bmj-2021-066452. PMID: 35082139; PMCID: PMC8791065.

[2] Manson JE, Cook NR, Lee IM et al.; VITAL Research Group. Marine n-3 Fatty Acids and Prevention of Cardiovascular Disease and Cancer. N Engl J Med 2019; 380(1):23-32. doi: 10.1056/NEJMoa1811403. Epub 2018 Nov 10. PMID: 30415637; PMCID: PMC6392053

 

 

Alleati del benessere e strumenti di prevenzione: gli integratori alimentari, prodotto importante per la farmacia del post pandemia

  • Maggiore attenzione e consapevolezza verso la salute da parte dei consumatori abituali di integratori (88% da ricerca Kantar*)
  • La farmacia è il canale d’acquisto di eccellenza
  • Si consolida il doppio ruolo del farmacista: fornire consigli per migliorare lo stato di benessere e contribuire alla prevenzione

La pandemia ha modificato i comportamenti di consumo ed il processo d’acquisto in ogni categoria di mercato, in particolare, nel contesto socio-sanitario, in cui è emersa una maggiore attenzione al proprio benessere da parte dei consumatori.

Tale atteggiamento ha modificato anche la scelta e l’utilizzo di integratori alimentari, ridefinendo in primis il ruolo della farmacia. Per mettere a fuoco il cambiamento avvenuto nelle richieste dei consumatori e nella funzione stessa del farmacista, si è svolto il 5 novembre 2021, all’interno della nuova edizione di FarmacistaPiù, il talk “Nutrizione in epoca di pandemia: Covid-19 e ruolo dell’integrazione alimentare”, a cura di Integratori & Benessere, l’associazione italiana di categoria aderente a Confindustria e parte di Unione Italiana Food, che rappresenta il settore degli integratori alimentari e dei prodotti salutistici.

Il talk è stato moderato da Alessandro Colombo, Vice Presidente di Integratori Italia, ed hanno partecipato Maximin Liebn, Componente Comitato Centrale Fofi, Clara Mottinelli, Componente Consiglio di Presidenza Federfarma, Michele Pellegrini Calace, Tesoriere Federfarma Nazionale, Andrea Poli, Presidente Nutrition Foundation of Italy e Matteo Roccio, Account Manager Kantar.

Nel corso del talk, Alessandro Colombo ha messo in evidenza che – secondo una recente ricerca di mercato commissionata da Integratori Italia a Kantar*- coloro che consumavano integratori anche prima della pandemia (88%) hanno aumentato nel 2020 la regolarità di assunzione di questi prodotti, in una logica di maggiore attenzione alla prevenzione, ed hanno esteso agli altri membri della famiglia questo comportamento.

In questo scenario, qual è la funzione della farmacia, che rimane il luogo elettivo di acquisto degli integratori, e della figura del farmacista?

“La farmacia offre, già da molti anni, la possibilità ai cittadini di accedere facilmente a una vasta gamma di prodotti nel campo dell’integrazione alimentare, e questa tendenza è destinata ad aumentare di pari passo con i nuovi e rinnovati bisogni di salute della popolazione” ha affermato Michele Pellegrini Calace. “La pandemia ci ha messo di fronte al valore della salute e della cura di sé, una lezione della quale siamo destinati a fare tesoro a lungo, e la farmacia può giocare un ruolo decisivo nel supportare i nuovi bisogni di salute e di benessere dei cittadini su tutto il territorio nazionale”.

“Quando si parla di integratori si parla ormai non solo di prodotti che aiutano a mantenere lo stato di salute delle persone in determinati momenti della vita, ma anche vere e proprie risorse per la prevenzione – ha proseguito Colombo. “Questa doppia funzione rende l’integratore uno “strumento” importante per la farmacia, perché attraverso la sempre maggior richiesta di salute e benessere a 360° gradi che la popolazione chiede, il farmacista può rafforzare la relazione con il consumatore sia rispondendo alle sue esigenze sulla salute, che promuovendo un counselling mirato alla prevenzione.”

Sempre secondo i dati Kantar, infatti, i consumatori “abituali” si affidano al parere di farmacisti di cui apprezzano presenza, competenza ed esperienza. Per i nuovi user, che sono circa il 12% degli intervistati, il parere dell’esperto rimane fondamentale. Il farmacista è la principale fonte di informazione – insieme al medico – che li porta a prediligere il canale d’acquisto offline, permettendogli un contatto diretto con questa figura di riferimento.

“In un contesto dove l’online gioca un ruolo sempre più rilevante, la farmacia ricopre ancora un ruolo fondamentale nell’orientare e nel guidare il consumatore nell’approccio al mondo degli integratori” ha sottolineato Matteo Roccio. “Il farmacista è infatti la prima fonte informativa per gli shopper della categoria e una delle figure con maggiore autorevolezza e credibilità che deve essere in grado di comprendere i cambiamenti in atto per riuscire a confermare la sua importanza nella mediazione e nel consiglio all’acquisto degli integratori.”

Durante la pandemia il 58% degli intervistati ha dichiarato di assumere integratori per preservare o migliorare lo stato di salute, in particolare come supporto fisico per il sistema immunitario: tuttavia, non sono state poche le fake news che hanno imperversato – soprattutto online – su presunti effetti miracolistici di alcune sostanze. Durante il talk un importante intervento è stato, pertanto, quello del Dottor Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy, che ha fatto chiarezza su quali integratori abbiano sufficienti referenze scientifiche per poter essere utilizzati a sostegno della funzione immunitaria.

“L’importanza dominante degli interventi di salute pubblica e delle vaccinazioni nel limitare la diffusione e la gravità delle infezioni è fuori discussione; il ruolo di supporto di alcuni integratori alimentari alla funzione del sistema immunitario non va tuttavia trascurato. Evidenze sufficientemente chiare indicano, per esempio, che un adeguato apporto di vitamina D e C (anche da supplementazione), e l’impiego di specifici botanicals, come l’echinacea, e probiotici può svolgere al proposito un interessante ruolo di sostegno” ha dichiarato Andrea Poli.

 

* Ricerca nata con l’obiettivo di comprendere come sia cambiato il consumo degli integratori nel corso del 2020: 1000 interviste a utilizzatori, principali e/o co-decisori di acquisto di integratori con diverse finalità: alimentari, per il benessere quotidiano, per le difese immunitarie, per lo sport, etc.

 

Osservatorio Integratori & Salute: vitamina D per ossa più sane e riduzione del rischio di cadute

Il problema delle fratture da caduta riguarda oltre 37 milioni di persone nel mondo, secondo l’OMS.

In Italia, circa 5 milioni di persone è affetto da osteoporosi, una delle cause principali di frattura: la supplementazione di Vitamina D può ridurre il problema e abbattere i costi derivati da esso

Le cadute sono spesso la causa di fratture ossee negli uomini e nelle donne a partire dai 60 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 37,3 milioni di cadute ogni anno sono abbastanza gravi da richiedere attenzione ed intervento medico[1]. Sono molteplici i fattori che possono aumentare le probabilità di caduta[2]: tra questi, l’osteoporosi, che in Italia coinvolge il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni[3] e un basso apporto dietetico di vitamina D, come riportato nella sezione “Mind the gap” del sito IADSA.

Anche Integratori  & Salute, associazione italiana aderente a Confindustria, da sempre impegnata a contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare, fa il punto sull’importanza della supplementazione della vitamina D per ridurre il rischio di fratture da caduta.

Secondo uno studio statunitense pubblicato da Frost & Sullivan[4], dal 2016 al 2020 è stato possibile ottenere un importante risparmio economico dall’uso di alcune sostanze nutritive presenti negli integratori, in una popolazione over 55 affetta da patologie croniche con gravi impatti sociali e a rischio di complicanze. Tra i vari integratori considerati, calcio, vitamina D e magnesio potevano far risparmiare dai 4 agli 8 miliardi di dollari in una popolazione affetta da osteoporosi, riducendo il rischio di fratture del femore e del bacino e di fratture in generale.

Sempre l’OMS, in un rapporto sulla prevenzione delle cadute tra gli anziani, afferma[5] che: “Prove in aumento sostengono [che] l’assunzione dietetica di calcio e vitamina D migliora la massa ossea tra le persone con bassa densità ossea, riduce il rischio di osteoporosi e di cadere. Le persone anziane con un basso apporto dietetico di calcio e vitamina D possono essere a rischio di cadute, e quindi di fratture che ne derivano“.

Anche la Commissione europea ha riconosciuto la Vitamina D come alleato della salute delle ossa[6]: “La vitamina D aiuta a ridurre il rischio di caduta associato all’instabilità posturale e alla debolezza muscolare. La caduta è un fattore di rischio di fratture ossee negli uomini e nelle donne a partire dai 60 anni.”

Questa vitamina, infatti, aiuta a evitare eventuali cadute associate all’instabilità posturale e alla debolezza muscolare. Secondo gli studiosi, la Vitamina D migliora la funzione muscolare, la forza e l’equilibrio dell’organismo. L’indicazione può essere utilizzata solo per gli integratori alimentari che forniscono almeno 15μg di vitamina D per porzione giornaliera. Il consumatore dovrebbe quindi essere informato che l’effetto benefico si ottiene con un’assunzione giornaliera di 20μg di vitamina D.

Per maggiori informazioni: https://www.iadsa.org/mind-the-gap/english/falling#intro

[1] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/falls#:~:text=Each%20year%20an%20estimated%20646,medica

[2] https://www.cdc.gov/homeandrecreationalsafety/falls/adultfalls.html

[3]https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4491&area=Salutedonna&menu=patologie

[4] https://foodsupplementseurope.org/wp-content/themes/fse-theme/documents/value-of-supplementation/hccs-omega-3-report.pdf

[5] https://extranet.who.int/agefriendlyworld/wp-content/uploads/2014/06/WHo-Global-report-on-falls-prevention-in-older-age.pdf

[6] Commission Regulation (EU) No 1228/2014 of 17/11/2014

6 italiani su 10 usano gli integratori alimentari in chiave preventiva per rafforzare il sistema immunitario e meglio gestire stress e ansia

 

  • Integratori & Salute presenta i dati della ricerca Kantar sul consumo di integratori: gli italiani si confermano consumatori attenti e responsabili
  • Per quasi 6 italiani su 10 prevenzione e supporto per uno stile di vita bilanciato sono le principali motivazioni d’acquisto: i connazionali consumano integratori in via preventiva per rafforzare il sistema immunitario e per il «supporto fisico», mentre le principali aree di intervento, a disturbo presente, sono legate a stress, stati d’ansia, problemi legati al sonno
  • Nel 2020, il mercato ha acquistato quasi il 12 % di consumatori “new comers”. Il 41% degli intervistati conferma la farmacia come punto di vendita per eccellenza

 

Integratori & Salute, l’associazione italiana di categoria aderente a Confindustria e parte di Unione Italiana Food, presenta i risultati, raccolti tra la fine di gennaio e inizio febbraio 2021, della ricerca commissionata a Kantar*, nata con l’obiettivo di comprendere come sia cambiato il consumo degli integratori nel corso del 2020. L’analisi sull’impatto del Covid-19 evidenzia come la preoccupazione sanitaria abbia portato a un cambiamento nelle modalità di acquisto ed a una maggiore attenzione alla salute.

Cosa muove i consumatori di integratori all’acquisto

Il 58% degli intervistati assume integratori per preservare o migliorare lo stato di salute, in particolare come supporto fisico per il sistema immunitario o come aiuto per malesseri legati allo stress, agli stati d’ansia e ai disturbi legati al sonno.

Un consumatore evoluto

Quando si tratta di spesa, i consumatori si dimostrano attenti all’ingredientistica dei prodotti che acquistano e leggono con attenzione l’etichetta.

Tra questi, coloro che consumavano gli integratori anche prima della pandemia (l’88%) mostrano una maggiore consapevolezza e attenzione alla propria salute, che si traduce principalmente in un aumento della regolarità di assunzione, in una maggiore prevenzione e nell’estensione agli altri membri della famiglia di questo comportamento d’uso. La salute e soprattutto un’alimentazione sana ed equilibrata sono due punti cardini nello stile di vita dei consumatori di integratori.

Il 12% delle persone intervistate si è dichiarato new comer, ovvero nuovo al mondo degli integratori. Coerentemente con la diffusa preoccupazione per la salute, la maggior parte dei new comers utilizza integratori in ottica preventiva, da un lato per prevenire l’insorgere di disturbi (39%), dall’altro per rafforzare le difese immunitarie (sia proprie che dei famigliari – 38%). Il cambiamento delle abitudini legate soprattutto alle restrizioni necessarie per limitare il diffondersi del virus ha influito negativamente sul benessere psico-fisico di molte persone. Nel corso del 2020, infatti, si è registrato un incremento di disturbi quali stress, ansia e peggioramento della qualità del sonno, Per risolverli, il 36% dei new comers intervistati ha dichiarato di essersi affidato per la prima volta a prodotti da banco, tra cui gli integratori.

Le fonti di informazione: farmacisti e medici sono sempre i punti di riferimento

La farmacia e la parafarmacia rimangono il luogo elettivo di acquisto: i consumatori “abituali” si affidano al parere di farmacisti (45%), personale medico generico (36%) e specialista (21%), di cui apprezzano presenza, competenza ed esperienza. Tra questi utilizzatori si è assistito anche ad un aumento di acquirenti online (l’online è un nuovo punto vendita per l’acquisto di integratori per il 20% di chi ha fatto l’ultimo acquisto su piattaforma e-commerce), spinti da una maggiore convenienza, risparmio di tempo e comodità.
Anche per i nuovi user, il parere dell’esperto rimane fondamentale. Il farmacista e le riviste specializzate sono la principale fonte di informazione che li porta a prediligere il canale d’acquisto offline, permettendogli un contatto diretto con questa figura di riferimento.

L’omnicanalità

La possibilità di acquisto online o offline introduce il tema dell’omnicanalità. Anche quando l’acquisto avviene in un punto d’acquisti fisico (farmacie, parafarmacie e corner), la ricerca di recensioni online e la visita del sito internet della marca è ricorrente. Allo stesso modo, il consiglio del farmacista e del medico è rilevante per chi acquista online.

Bisogno di saperne di più

Tuttavia, quando si parla di integratori, i consumatori li associano prevalentemente alle categorie delle vitamine e dei minerali, segno della necessità di ampliare ulteriormente la conoscenza delle altre categorie del comparto e delle loro peculiarità.

Le principali informazioni ricercate sugli integratori riguardano i loro benefici: risulta importante veicolare quale è l’effetto reale nell’assunzione dell’integratore (quali vantaggi apportano alla persona). Seguono a distanza l’indicazione terapeutica e il loro prezzo di vendita.

La fotografia dei consumatori di integratori alimentari che emerge da questa ricerca è chiaro” – conclude Alessandro Golinelli, Presidente di Integratori Italia. – “Parliamo in questo caso di acquirenti responsabili che percepiscono gli integratori alimentari come complementari a una corretta alimentazione e non come sostituti a uno stile di vita equilibrato. La pandemia ha certamente puntato i riflettori sul tema salute, che si è confermato in un consumo consapevole di integratori. Se da un lato coloro che già li consumavano hanno incrementato la regolarità di assunzione, estendendone l’uso anche agli altri membri della famiglia, dall’altro i new comers sembrano aver trovato per la prima volta una valida risposta ad alcuni disturbi legati a questa pandemia.

“La scelta dell’integratore è oggi una scelta consapevole ed è infatti spesso mediata da consigli degli esperti. La farmacia (e parafarmacia) ricopre un ruolo fondamentale sia nella fase di raccolta delle informazioni che nel momento di acquisto – ricorda Matteo Roccio, Client Partner Kantar Italiaanche in un periodo così difficile come quello della pandemia, che ha visto, per altre categorie, un allontanamento del consumatore dal negozio fisico a favore dell’online. Questo conferma l’importanza del contatto diretto con la figura dello specialista nel mondo integratori”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* 1000 interviste a utilizzatori, principali e/o co-decisori di acquisto di integratori con diverse finalità: alimentari, per il benessere quotidiano, per le difese immunitarie, per lo sport, etc.

Beauty from inside

Non solo fumo di sigaretta ed esposizione al sole senza protezione: anche lo stress si ripercuote negativamente sulla nostra pelle, determinando arrossamenti, bruciori, pruriti, secchezza, accentuazione delle rughe, dermatiti.

I principali meccanismi molecolari dell’invecchiamento cutaneo che portano a un danno progressivo delle cellule sono: lo stress ossidativo, provocato dall’accumulo dei radicali liberi, la glicazione, la metilazione, inadeguati meccanismi di riparazione del DNA (cosiddetto DNA repair), l’infiammazione.

Vediamo insieme quali sono le nuove frontiere dell’integrazione alimentare alleate alla salute e la bellezza della nostra pelle.

ANTIOSSIDANTI, CONTRO I RADICALI LIBERI

  • Innanzitutto gli antiossidanti somministrati per via orale: esercitano una forte azione di protezione sulla pelle. Quelli di ultima generazione rappresentano un insieme di sostanze funzionali (vitamine, minerali, aminoacidi essenziali) che reagiscono contro i radicali liberi e contengono attivi come le antocianine (Vitis vinifera, Maqui berry,), astaxantina, esperidina.
  • In particolare le anticianine, pigmenti ad azione antiossidante e antinfiammatoria, sono composti multi-attivi in grado di offrire un duplice beneficio: reagire con i radicali liberi, riducendo così i danni che queste molecole possono provocare alle cellule e ai tessuti, e anche di fornire una protezione contro la fragilità capillare, favorendo una corretta irrorazione tissutale contro i processi infiammatori. L’estratto di Aristotelia chilensis o Maqui berry, pianta dal colore viola scuro che cresce solo in una zona remota della Patagonia, a differenza di altre bacche (Acai berry e Goji berry), o del melograno e del mirtillo, contiene i più elevati livelli di antocianine, in particolare le delfinidine.
  • Non sono da meno sostanze antiossidanti come la nicotinamide che ha azione di DNA repair, alcuni minerali (come il selenio, lo zinco, il rame), amminoacidi (come la cisteina) e sostanze naturali contenute negli alimenti come le catechine (the verde), il sulforafano (contenuto nei broccoli), il resveratrolo e il licopene. Questi sono solo alcuni esempi di sostanze che possono aumentare le difese dell’organismo dall’attacco dei radicali liberi.

 

INTEGRATORI CHE CONTRASTANO LA GLICAZIONE

La glicazione è uno dei processi che porta all’invecchiamento cellulare, e che consiste in una reazione chimica nella quale le molecole di glucosio, presenti in elevata concentrazione nel sangue, reagiscono con le proteine dando luogo alla formazione di glicoproteine mal funzionanti e deformate.

  • la carnosina è un peptide naturale che ha dimostrato di proteggere le cellule dagli effetti dannosi degli zuccheri e che previene la denaturazione delle proteine del derma. E’ un prezioso attivo anti-glicante che agisce anche per la longevità cellulare.

LOTTA ALL’INFIAMMAZIONE CON VITAMINE E OMEGA 3

  • le preziose vitamine A, C, E, B5 e gli Omega-3 (EPA e DHA) che sono di grande aiuto nella “lotta” all’infiammazione presente nelle membrane cellulari. Gli omega-3 fanno parte della famiglia dei PUFA (polyunsaturated fatty acids), che nell’organismo assolvono due funzioni importanti: un ruolo strutturale per la funzione delle membrane cellulari e un ruolo di precursori dell’attività pro-infiammatoria. Il meccanismo benefico degli omega-3 è legato alla loro capacità di ridurre il contenuto di acido arachidonico nelle membrane cellulari, responsabile proprio dell’infiammazione.

SOSTANZE AD AZIONE RISTRUTTURANTE

  • Sostanze funzionali ad azione “ristrutturante” che contribuiscono a riparare i danni alla pelle inferti dal passare del tempo: la glucosamina, precursore dell’acido ialuronico, le ceramidi per la loro spiccata azione idratante, la lisina e prolina, componenti del collagene, per il miglioramento del tono cutaneo.

La raccomandazione più opportuna per una maggiore efficacia nel mantenere la pelle bella e sana rimane sempre, oltre al consiglio dermatologico, l’utilizzo sinergico di alimenti e/o di integratori e di prodotti cosmetici specifici per uso topico.

L’assorbimento orale di nutrienti, associato all’uso di cosmetici appropriati, agendo direttamente sui meccanismi molecolari basilari, può rappresentare un valido aiuto per proteggere la pelle stessa dai principali aggressori quali raggi UV, inquinamento atmosferico e radicali liberi contribuendo a prevenire i segni prematuri dell’invecchiamento.

La pelle, oltre ad essere la nostra barriera difensiva contro virus e batteri, aiuta anche il corpo a mantenere l’equilibrio idrico, a regolare la temperatura e a interagire con l’ambiente circostante. Il benessere di questo organo è quindi fondamentale per il godere di un buono stato di salute complessivo.

La volontà di restare e apparire giovani, uno dei pilastri dello stile di vita del ventunesimo secolo, ha dunque condotto allo sviluppo di queste nuove strategie antietà, da effettuare su più fronti.

 

 

Echinacea, alleato del benessere delle vie respiratore

Ben conosciuta e utilizzata da centinaia d’anni, le proprietà dell’Echinacea sono validate da numerose evidenze scientifiche.

Fin dai tempi antichi le comunità dei nativi nordamericani utilizzavano questa pianta per le sue straordinarie proprietà, e la devozione verso il suo utilizzo era tale da farla ritenere una pianta sacra. Per i nativi americani le virtù dell’Echinacea erano tali da trovare applicazione in svariate situazioni: lenire morsi e punture velenose, cicatrizzare le ferite, preparare collutori contro il mal di denti e infusi per combattere gli stati influenzali.

Inizialmente Linneo attribuisce all’Echinacea il nome di Rudbeckia, in onore di O. Rudbeck, botanico svedese del XVII secolo. Successivamente, nel 1794, Moench, botanico e naturalista tedesco, cambia il nome in Echinacea, di etimologia greca (Echinos significa “riccio di mare” per la forma della parte superiore della pianta, ma è solo dall’inizio del XX secolo che l’Echinacea entra nella pratica di cura quotidiana: la tintura madre è attualmente tra i rimedi più venduti negli Stati Uniti, e da allora si avvia la sua diffusione anche nel vecchio continente

Aiuta a favorire il funzionamento del sistema immunitario e favorisce la cicatrizzazione delle piccole ferite. Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia dell’Echinacea nell’aiutare a ridurre il verificarsi delle malattie da raffreddamento delle prime vie aeree tipiche della stagione fredda. Per questo motivo viene considerata dotata di azione “preventiva”.

 

L’Echinacea appartiene alla famiglia delle Asteraceae; sotto il profilo botanico, le specie più attive sono la Purpurea e l’Angustifolia. Vediamo nel dettaglio la loro azione:

 

Azione immunostimolante, in particolare favorisce il benessere delle prime vie aeree:

  • ha una buona azione immunostimolante aspecifica confermata da prove sperimentali quali aumento della capacità dei leucociti totali di inglobare e distruggere virus e batteri, della differenziazione dei leucoociti immaturi in leucocociti maturi più attivi, del numero e dell’attività dei macrofagi e della produzione di interferone e di altre sostanze capaci di stimolare il sistema immunitario Particolarmente importante sembra l’aumento della produzione di interleukina 10, perchè essa svolge un ruolo primario nella stimolazione dei linfociti.

 

  • E’ stato anche dimostrato che l’echinacea è in grado di opporsi all’azione depressiva sul sistema immunitario tipica di molti antibiotici. Sono stati condotti numerosi studi clinici per valutare l’efficacia di questo estratto, in particolare come immunostimolante utile nella prevenzione di alcune malattie infettive delle prime vie aeree di origine sia batterica sia virale.

 

  • Per valutare i suoi benefici sono stati effettuati 24 studi, i cui risultati sono i seguenti: nei gruppi trattati con Echinacea l’incidenza di infezioni dell’albero respiratorio è stata del 29,3% e in quelli placebo del 36,7%. Inoltre, il tempo di recupero dei soggetti trattati con Echinacea era significativamente superiore rispetto a quello osservato nei gruppi placebo.

 

  • Azione anti-infiammatoria: L’Echinacea può stimolare la produzione di ormoni glicocorticoidi da parte delle ghiandole surrenali, ormoni che hanno una potente azione anti-infiammatoria. Ciò spiegherebbe, almeno in parte, la sua attività anti-infiammatoria.

 

I dati oggi presenti in letteratura ne autorizzano l’uso anche in gravidanza.

 

 

Osservatorio Integratori & Salute: ferro, risorsa fondamentale per la lotta contro l’anemia

In Italia la mancanza di ferro interessa 3 persone su 10, soprattutto donne*. In particolare, nelle donne in gravidanza, comporta un rischio maggiore di morte e malattie per la madre e il feto.

L’anemia colpisce mezzo miliardo di donne in età riproduttiva in tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) riconosce l’anemia come problema di salute pubblica a livello globale e punta a una riduzione del 50%  tra le donne in età riproduttiva entro il 20251 come riportato anche nella sezione “Mind the gap” di IADSA2.

L’anemia nelle donne in età riproduttiva è una delle principali sfide per la salute pubblica, con un impatto a lungo termine sulla loro salute, dei loro figli e dello sviluppo economico. Anche Integratori & Salute, associazione italiana aderente a Confindustria, da sempre impegnata a contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare, fa il punto sulla supplementazione del ferro in gravidanza e nella lotta globale contro l’anemia.

L’OMS afferma che “Una dieta contenente quantità adeguate di ferro biodisponibile dovrebbe essere sostenuta per la prevenzione e il controllo dell’anemia“. Buone fonti alimentari di ferro includono carne, alcuni cereali integrali, legumi, noci, verdure verdi e frutta secca

Ma in molte parti del mondo il consumo di ferro tra le donne in gravidanza è inferiore a quanto dovrebbe essere e perciò bisognerebbe fare ricorso ad una corretta supplementazione. In particolare, l’OMS raccomanda l’integrazione di ferro per donne in età fertile

Vi sono molti potenziali fattori scatenanti la carenza di ferro, tra cui infezioni / infiammazioni (ad esempio disfunzione enterica ambientale, EED), carenze di micronutrienti diverse dal ferro (ad esempio vitamina B12 e folato) e fattori genetici (ad esempio emoglobinopatie)3.

In questa condizione, le dimensioni e il numero dei globuli rossi di un individuo (la concentrazione di emoglobina) scendono al di sotto di un certo livello e di conseguenza la capacità del sangue di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo risulta alterata. Ciò può influire sulla capacità fisica, sulle prestazioni lavorative e sulla funzione cognitiva.

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References

1 https://www.who.int/nutrition/publications/globaltargets2025_policybrief_anaemia/en/

2              https://www.iadsa.org/mind-the-gap/english/iron#intro

3            VISTA E VITA | VOL. 30 (2) | 2016

*Intervista Manuela Pastore, dietista dell’Unità Operativa di Endocrinologia in Humanitas