Corretta integrazione alimentare per il benessere e la bellezza della pelle
Si parla di nutricosmeceutici, cosmetoalimenti, nutricosmetici…tanti sono i neologismi coniati. Tutti questi nomi per indicare prodotti che appartengono al gruppo degli integratori e che avrebbero la funzione di proteggere la pelle e renderla più sana e bella. I nutriceutici, infatti, rappresentano un’applicazione della corretta alimentazione alle condizioni della pelle e dei suoi annessi al fine di garantirne lo stato di benessere.
Lo stile di vita frenetico e le abitudini alimentari spesso non corrette, che caratterizzano i nostri tempi, non riescono a far fronte alle fisiologiche esigenze della pelle: vi è una carenza di nutrienti essenziali o per un aumentato fabbisogno, o per una ridotta assunzione, o correlata a particolari procedimenti di lavorazione e conservazione degli alimenti. Quindi, bisogna “integrare”, supplementare quei nutrienti che ci vengono a mancare e che contribuiscono a supportare la buona salute della pelle.
Una Dieta equilibrata è in grado di fornire tutti quei nutrienti che servono al nostro organismo per garantirne lo stato di benessere. Seguire una Dieta equilibrata però non è sempre possibile; inoltre alcuni regimi alimentari possono condurre ad uno squilibrio nutrizionale (pranzi consumati velocemente e fuori casa, diete ipocaloriche, diete vegetariane). Ecco quindi che diventa indispensabile integrare ciò che ci viene a mancare.
La carenza di nutrienti determina le cosiddette “malnutrizioni per difetto”. Alcune malnutrizioni comportano una sintomatologia che si ripercuote sull’estetica dell’individuo, come ad esempio la perdita o l’indebolimento dei capelli, le alterazioni delle unghie, la perdita del tono e dell’elasticità cutanea. In questi casi il corretto uso del giusto tipo di integrazione, insieme ad una regolarizzazione dell’alimentazione, può determinare una riduzione o una scomparsa del problema, migliorando quindi l’aspetto esteriore dell’individuo.
Esiste una complementarietà tra i nutriceutici ed i prodotti dermocosmetici utilizzati per il trattamento degli inestetismi cutanei. Si tratta di sinergie di effetto tra sostanze funzionali applicate localmente (creme) là dove il problema fa la sua comparsa ed altre agenti dall’interno finalizzate alla correzione di una carenza a monte, o per ripristinare funzioni o condizioni alterate.
Un accenno a parte di particolare interesse va al tema dell’invecchiamento cutaneo. Con il passare del tempo cambiano le esigenze e i bisogni della pelle, si verificano una serie di ineluttabili cambiamenti che portano all’invecchiamento dell’epidermide. L’invecchiamento cutaneo è un processo complesso influenzato da diversi fattori:
- Aumentata produzione di radicali liberi (stress, smog, UV, fumo, infiammazioni, malattie, etc.);
- Diminuzione delle difese antiossidanti;
- Diminuzione della produzione di energia cellulare dovuta ai danni che i mitocondri, vere e proprie centrali energetiche, subiscono negli anni;
- Alterazione della fluidità delle membrane cellulari.
Data, inoltre, la correlazione sempre più forte tra invecchiamento e deterioramento di biomolecole, con la necessità di combattere lo stress radicalico e di colmare i deficit di vitamine, proteine e lipidi, si è sviluppata la nutraceutica mirata, un’integrazione alimentare personalizzata sulla base dello studio ossidativo personale, intervenendo solamente sulle alterazioni specifiche di ciascuna persona (Nutrilipidomica).
L’integrazione antiaging deve essere, quindi, equilibrata e calibrata nei suoi costituenti, nei dosaggi e soprattutto deve agire in modo sinergico ai vari livelli: bioenergetico, antiossidante e riparativo. Per dare una rapida panoramica alle sostanze funzionali con effetto antiossidante più recentemente utilizzate troviamo l’acido lipoico, l’emblica, l’L-carnosina, la taurina, il coenzima Q10. Accanto a tali sostanze funzionali, vi è anche un’altra serie che contribuisce a riparare i danni provocati alla struttura di sostegno della pelle, il derma e le sue fibre, come l’acido jaluronico e gli acidi grassi polinsaturi (omega 3, omega 6).
Integratori alimentari: un aiuto per mamme in attesa e bebé
Gravidanza e allattamento rappresentano due momenti cruciali per la donna non solo sotto l’aspetto emotivo e psicologico, come è naturale, ma anche sotto il profilo alimentare. La Dieta materna infatti incide in modo significativo sul benessere della madre stessa e, soprattutto, sulla salute del nascituro.
Per rendere ottimale lo stato di salute materno e ridurre il rischio di malformazioni o malattie del bambino è quindi fondamentale che la madre raggiunga uno stato nutrizionale ottimale prima, durante e dopo la gestazione, durante l’allattamento, momento in cui le richieste nutrizionali sono ancora superiori a quelle della gravidanza.
Durante la gravidanza, soprattutto nel 2° e 3° trimestre di gestazione, il fabbisogno calorico aumenta di circa 300-400 kcal, mentre in quello dell’allattamento l’aumentato fabbisogno è di ca 500 kcal al giorno. Quindi per raggiungere la quota calorica necessaria, è sufficiente aumentare la quantità di alimenti consumato normalmente; in generale una corretta alimentazione secondo le indicazioni contenute nelle Raccomandazioni Nazionali (LARN) assicura un apporto bilanciato di micronutrienti sia per la mamma che per il bambino.
Il bambino durante la gravidanza si nutre attraverso la placenta e con il latte materno dopo la nascita: è quindi molto importante che la mamma in questo periodo mangi meglio attraverso un’attenta scelta degli alimenti che compongono la sua Dieta giornaliera. Oggi spesso costringiamo il nostro organismo a seguire schemi alimentari squilibrati; la vita moderna ha inoltre sconvolto anche i ritmi biologici della donna: infatti una delle più importanti rivoluzioni biologiche del nostro tempo è il periodo in cui si concepisce il primo figlio, passato dai 20-25 anni del 1960 ai 25-30 e oltre del 2000.
Vi sono però situazioni in cui l’apporto di alcuni micronutrienti può essere non adeguato al fabbisogno; in questi casi possono intervenire gli integratori alimentari, su consiglio del medico. In particolare un’integrazione vitaminica o minerale può essere particolarmente utile nel caso di donne fumatrici o alcoliste, donne vegetariane o non vegetariane con Dieta sbilanciata, gravidanze gemellari. Il consumo di integratori a base di piante o contenenti principi attivi vegetali va concordato con il medico, poiché ingredienti a base vegetale possono essere controindicati in gravidanza ed allattamento.
Acido folico (Vitamina B9): in gravidanza l’apporto giornaliero di acido folico deve essere doppio rispetto a quello in condizioni “normali”; un aumentato introito di tale vitamina è utile per la prevenzione dei difetti del tubo neurale (spina bifida e anecefalia); coinvolto nella sintesi, nella riparazione e nel funzionamento del DNA e RNA, l’acido folico è infatti necessario per la ottimale formazione e mantenimento delle nuove cellule, soprattutto nei momenti di rapida crescita, durante la gravidanza e durante l’infanzia. E’ ormai condiviso dalla comunità scientifica internazionale che l’integrazione di acido folico nel periodo del concepimento diminuisce il rischio di insorgenza di difetti del tubo neurale, la struttura cioè da cui nell’embrione si formano cranio, cervello, colonna vertebrale e midollo spinale, il cui sviluppo si completa in genere entro 30 giorni dal concepimento. Con l’assunzione di acido folico, un mese prima del concepimento e fino a due-tre mesi dopo, è possibile ridurre del 50-70% il rischio dell’insorgenza di anomalie nello sviluppo del sistema nervoso embrionale. Le linee guida internazionali e nazionali raccomandano un introito di 400 mcg al giorno, doppio rispetto a quello normalmente assunto; le principali fonti alimentari sono vegetali a foglia larga, asparagi, broccoli, cavoli, carciofi, i legumi, frutta, fegato, il pane integrale.
Vitamina B12: come tutte le vitamine del gruppo B, è essenziale per lo sviluppo del cervello, del sistema nervoso, per la formazione dei globuli rossi e per l’utilizzo di acido folico. In particolare questa vitamina può essere carente nelle donne che seguono una Dieta vegetariana vegan priva di proteine di origine animale.
La vitamina D risulta utile per le gestanti che si espongono poco al sole, perché tale vitamina aiuta l’assorbimento di calcio nelle ossa.
Ferro: fonti alimentari ricche di ferro sono carne magra, pesce, pollame, frutta a guscio e cereali arricchiti. L’assorbimento del ferro da parte dell’organismo è maggiore quando venga assunto con la carne o contemporaneamente a frutta ricca di acido ascorbico. Le linee guida suggeriscono un apporto giornaliero di 30 mg di ferro durante la gestazione. Relativamente all’allattamento, si ritiene che non sia significativo un aumento del fabbisogno di ferro rispetto alle donne in normale stato fisiologico. E’ consigliabile la contemporanea assunzione di alimenti ricchi di vitamina C e acido citrico perché incrementano l’assorbimento del ferro.
Zinco e Rame: l’assunzione di ferro può ridurre la biodisponibilità di zinco e rame; in caso di supplementazione di quest’ultimo è consigliabile associare un apporto di tali elementi, perché il ferro ne compromette l’assorbimento. Negli integratori alimentari per la gravidanza i tre minerali sono normalmente presenti in associazione. Lo zinco si trova in natura in molti alimenti, dalle carni magre, alle noci, ai tuorli d’uovo.
Calcio: data la necessità di trasferire calcio al feto, è consigliabile che la donna in gravidanza o che allatta assuma più calcio, attraverso la Dieta ricca di prodotti lattiero-caseari o gli integratori specifici. Numerose evidenze cliniche sottolineano come un’integrazione di calcio e vitamina D possa essere particolarmente utile in alcune fasce di popolazione, come donne poco esposte al sole, allergiche, intolleranti, vegetariane vegan.
Fra le altre sostanze fondamentali per una gravidanza ottimale figurano inoltre gli acidi grassi essenziali della serie Omega 3. Gli acidi grassi Omega 3, che l’organismo può assumere solo con l’alimentazione, favoriscono infatti lo sviluppo del bambino e abbassano le possibilità di un parto prematuro. Per questo, il Comitato UE, incaricato dei progetti “Perinatal Lipid Nutrition Group” e “Early Nutrition Programming” composto da oltre 50 nutrizionisti, consiglia, in gravidanza l’assunzione di 200 milligrammi al giorno di un tipo di acido grasso omega 3, l’acido docosaesainoico (DHA), perché strettamente correlato allo sviluppo cerebrale e oculare del nascituro.
Una supplementazione di acidi grassi Omega 3 inoltre viene consigliata per le mamme fumatrici, sia che abbiano smesso sia che abbiano continuato tale abitudine durante la gravidanza: infatti è stato riscontrato che il fumo di sigaretta abbassa i livelli di DHA nel latte delle fumatrici.
Combattere i disturbi legati alla gravidanza
La gravidanza è un evento che coinvolge e modifica tutto l’organismo della donna. Le modificazioni del normale modo di essere di tutto l’organismo femminile possono dimostrarsi con piccoli malesseri, che frequentemente accompagnano la donna in attesa per tutti i nove mesi, senza per altro diventare, nella maggior parte dei casi, dei veri e propri disturbi.
I primi ed i più frequenti sono la nausea e/o il vomito al mattino, la salivazione abbondante, i bruciori ed i piccoli dolori allo stomaco, la Stipsi (stitichezza) ed i mutamenti del gusto e dell’appetito. Si presentano già dalle prime settimane di gravidanza e nella maggior parte dei casi col terzo mese scompaiono; solo raramente continuano oltre questo periodo.
Oggi si ritiene probabile che siano dovute ad un iniziale incompleto adattamento dell’organismo materno alla gravidanza cui concorrono le modificazioni ormonali, le modificazioni psicologiche e la risposta immunitaria nei confronti del nuovo bambino. Di seguito alcuni suggerimenti per far fronte ai principali disagi legati alla gestazione:
DISTURBI | SUGGERIMENTI |
Affanno E’ la respirazione difficoltosa durante uno sforzo, a volte anche minimo. Può presentarsi negli ultimi mesi ed è dovuto all’aumento di peso, all’ingombro provocato dall’utero che impedisce una corretta respirazione e alla diminuzione del ferro, sottratto dal bambino. |
Ci si deve riposare di più, rallentando le attività fisiche più impegnative. Può essere opportuna su consiglio del medico un’integrazione di ferro, da iniziarsi comunque già dai primi mesi. |
Alterazione del gusto Può iniziare già dopo 10 – 15 giorni di ritardo mestruale e spesso è accompagnato da fastidio nei confronti di alcuni odori ( caffè, profumi, fumo di sigaretta ). In bocca si ha frequentemente un sapore metallico. |
Si deve fare attenzione a non mangiare i cibi che provocano questo fastidio. Per tale motivo nei primi mesi sono concessi, anche se limitatamente, i “capricci alimentari”. |
Bruciori allo stomaco Sono dovuti alla risalita delle secrezioni gastriche in esofago: questo si verifica a partire dal 6° mese quando l’utero, ormai di discrete dimensioni, “schiaccia” lo stomaco verso l’alto. |
Mangiare frequentemente: ecco uno dei motivi per cui sono consigliati sei piccoli pasti. In questo modo le secrezioni gastriche sono tamponate dalla digestione. Se questo non bastasse, consigliandosi prima col proprio medico, si può ricorrere all’uso giornaliero di antiacidi : non rimuovono la causa ma attenuano di molto il disturbo. |
Crampi E’ un disturbo è frequente negli ultimi mesi ed è caratterizzato da una sensazione di forte contrazione alla coscia, al polpaccio o al piede. E’ dovuto ad un non corretto equilibrio elettrolitico (calcio, magnesio, fosforo, potassio ecc. ). |
Il rimedio è quello di massaggiare la parte con il Crampo per qualche minuto. Se i crampi si presentano frequentemente si deve aumentare l’apporto alimentare di oligoelementi e sali minerali, diversificando la Dieta o assumendoli sotto forma di integratori alimentari. |
Dolori alla schiena Frequenti durante tutta l’epoca della gravidanza, possono essere un campanello d’allarme di una minaccia di aborto o di parto prematuro; tale allarme si manifesta se i dolori sono associati a contrazioni. Più frequentemente sono un banale disturbo dovuto a sforzi o ad attività fisica eccessiva o a posizioni non corrette. La causa principale è allora la eccessiva mobilità delle articolazioni ossee del bacino e della colonna vertebrale dovuta alle modificazioni indotte dagli ormoni gravidici e al peso della donna. |
Si deve sempre informare il medico per escludere la minaccia di aborto o di parto prematuro. Stabilita la loro origine si deve imparare a mantenere posizioni corrette della schiena (non piegare mai le spalle in avanti o troppo indietro ) e si devono praticare esercizi di ginnastica per rafforzare la muscolatura della colonna. Meglio evitare tacchi alti, consigliato dormire su materassi rigidi. |
Nausea E’ la sensazione di nausea e/o di vomito che insorge, quasi esclusivamente nei primi mesi, per lo più al mattino a digiuno e solo raramente si ripete durante la giornata. Questi disturbi sono la conseguenza evidente dell’adattamento dell’organismo femminile alla gravidanza. |
Il più delle volte è sufficiente frazionare l’alimentazione in tanti piccoli pasti nelle 24 ore, costituiti, almeno inizialmente, da cibi graditi alla donna. A volte è sufficiente consumare la prima colazione a letto per avere un rapido miglioramento. |
Emorroidi Le Emorroidi sono piccole dilatazioni delle vene che raccolgono il sangue della regione anale e perianale,. Si manifestano più frequentemente nelle donne che hanno già avuto altri figli e in quelle che già soffrivano del disturbo prima di rimanere incinta perché, sotto l’azione degli ormoni della gravidanza, soprattutto il progesterone, le pareti venose si rilassano, sono meno toniche e di conseguenza tendono a dilatarsi più facilmente. Con il procedere della gestazione, soprattutto a partire dal sesto-settimo mese, il disturbo viene accentuato dall’aumentato peso dell’utero che, comprimendo le vene presenti nel bacino, ostacola il ritorno sanguigno anche dalle vene del retto. Come conseguenza si viene a formare un ristagno di sangue che preme sulle pareti venose dilatandole ulteriormente. Le Emorroidi sono molto fastidiose e determinano prurito, bruciore e dolore. |
Si deve seguire una Dieta ricca in fibre e bere molto. Non si deve stare per troppo tempo sedute o in piedi, ma si deve cambiare frequentemente la posizione. Inoltre una moderata attività fisica giornaliera favorisce la loro diminuzione. L’igiene intima deve essere molto accurata |
Flatulenza E’ la abbondante produzione di gas dall’intestino, che alcune donne hanno anche per tutta la gravidanza, ma che è più frequente negli ultimi mesi. E’ dovuta al rallentamento della motilità intestinale tipica della gravidanza. |
Si deve bere molta acqua, soprattutto lontano dai pasti e devono essere evitati i cibi che danno fermentazione. Frequentemente le bevande troppo calde aumentano il problema. |
Gonfiori Negli ultimi mesi le mani, le gambe, le caviglie ed il viso possono gonfiarsi un po’. Ciò è dovuto ad una modesta ritenzione idrica tipica degli ultimi mesi della gravidanza. |
Se il gonfiore non è eccessivo e non è associato a pressione alta e a perdita di albumina con le urine non ci si deve allarmare. Per accelerare il ricambio e perdere l’eccesso di liquidi è opportuno bere molta acqua lontano dai pasti, evitare di stare per troppo tempo in piedi o sedute e cercare di tenere le gambe sollevate quando si è sedute. |
Perdite di urina Verso il termine della gravidanza si possono verificare perdite involontarie di urina, anche se di modesta entità, dovute al peso ed alla pressione esercitata dall’utero sulla vescica. Alcune volte questo disturbo può essere confuso con la rottura del sacco amniotico. |
La ginnastica per tonificare la muscolatura del perineo e dall’addome deve sempre essere eseguita durante la gravidanza. Inoltre si può, mentre si fa la pipì, praticare la ginnastica vescicale: si inizia ad urinare, ci si ferma per 2 – 3 secondi (si conta sino a dieci ) e si riprende poi ad urinare. |
Ptialismo E’ l’aumento della secrezione di saliva: in gravidanza, oltre ad una eccessiva produzione di saliva si ha anche una seria difficoltà a deglutirla. Il disturbo presente sin dai primi giorni di ritardo, associato frequentemente a nausea e/o a vomito, in alcune donne permane per quasi tutta la gravidanza. |
La terapie e le norme dietetiche sono le medesime che si attuano per nausea e vomito. |
Secrezioni vaginali abbondanti Sono presenti nella maggior parte delle donne durante la gravidanza e sono dovute al rigonfiamento e alla congestione delle mucose genitali tipici di questo periodo. Alcune volte sono così abbondanti da richiedere l’uso di assorbenti. Solo raramente sono il sintomo di una infezione: in questo caso hanno colore diverso dal bianco, sono accompagnate da bruciore e/o prurito, danno arrossamento e sono maleodoranti. |
Sono sufficienti lavaggi frequenti con acqua e sapone. Le irrigazioni vaginali sono inutili e possono essere dannose. In caso di infezione è il medico che, eseguiti i controlli del caso ( coltura vaginale ) stabilirà la terapia più idonea. |
Stitichezza E’ frequentissimo come disturbo. E’ dovuto soprattutto al rallentamento della velocità di transito intestinale, causato dalla azione rilassante degli ormoni della gravidanza sull’intestino. |
Può essere prevenuta o attenuata da una alimentazione ricca di fibre (verdure e crusca) e con l’assunzione di discrete quantità di acqua. Se ciò non bastasse si può ricorrere saltuariamente all’uso di blandi lassativi e di piccoli enteroclismi. |
Varici La gravidanza favorisce, in chi ne è predisposta, la comparsa di Varici agli arti inferiori ed intorno alla vagina e accentua quelle gia presenti. Questo è dovuto alla azione rilassante degli ormoni gravidici sulla parete delle vene ed alla congestione delle stesse per il peso esercitato dall’utero gravido. |
In questo periodo non sono da trattare con terapia chirurgica e/o sclerosante. Per lo più è sufficiente far riposare le gambe ad intervalli regolari tenendo le stesse più in alto rispetto al tronco ed usare collant elastici. |
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Quando l’intestino è irritabile
La Sindrome dell’Intestino Irritabile (SII) è un disturbo dell’apparato gastro-intestinale molto frequente. Secondo i dati epidemiologici, ne soffre circa il 30% della popolazione italiana, prevalentemente donne.
Soffrire di SII significa convivere con dolore e gonfiore addominale variabili per frequenza ed intensità, ma con un indiscutibile impatto negativo sulla qualità della vita.
La sindrome dell’intestino irritabile non è una malattia ma una disfunzione, le cui cause non sono ancora definite. Questa sindrome benigna non ha un fattore eziologico ben identificato; è piuttosto considerata un disturbo “biopsicosociale” e comprende diversi fattori scatenanti, fisiologici, psicologici, ambientali e comportamentali.
È caratterizzato da dolore addominale, irregolarità intestinale, meteorismo e variazione di consistenza delle feci con andamento cronico ricorrente caratterizzato da periodi di riacutizzazione e da periodi di remissione. La maggioranza delle persone che soffre di SII riferisce un cambiamento delle abitudini intestinali insorte durante l’adolescenza o la prima età adulta. Le modificazioni sono progressive e tendono a stabilizzarsi sull’alternanza stipsi-diarrea, con predominanza di uno dei due sintomi.
La diagnosi di SII si basa sostanzialmente sui sintomi sopra descritti (diagnosi positiva) e sulla esclusione di altre patologie di tipo organico (diagnosi negativa). Grande importanza riveste il colloquio e il rapporto di fiducia che il paziente deve avere con il proprio medico.
Ricevere una corretta diagnosi rappresenta la premessa per intervenire nel modo più appropriato. Ma non solo. Una corretta gestione della SII parte con l’educazione, soprattutto per quanto riguarda l’impostazione del regime alimentare. Sono numerosi i casi in cui si verifica una relazione tra pasti e insorgenza del dolore/gonfiore addominale. Inoltre per alcune persone che soffrono di SII, determinati cibi sono legati all’insorgenza di sintomi principali, ad esempio latte e latticini, carboidrati, verdure crude. Questo confermerebbe come nella maggior parte di coloro che ne soffrono potrebbe essere utile limitare l’introduzione di alcuni alimenti, come caffè, grassi, latte e derivati, vegetali (cipolle, legumi, sedano, cavoli, carote, broccoli) o frutta (frutta secca e oleosa, kiwi, melone, ciliegie, frutti di bosco, fichi, prugne, banane, agrumi).
A meno di intolleranze o allergie, la gestione della SII non richiede rinunce restrittive, piuttosto l’adozione di abitudini salutari, tra cui l’assunzione di una giusta quantità di fibre e di almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. In particolare per quanto riguarda le fibre, alla luce delle ultime revisioni della letteratura e meta-analisi, la preferenza si orienta verso quelle solubili tendendo a consigliare con prudenza quelle non solubili a causa dei possibili disturbi (soprattutto meteorismo) che queste ultime potrebbero provocare.
Quindi Dieta corretta, esercizio fisico e controllo dell’ansia e dello stress: tutti fattori che, tenuti sotto adeguato controllo, possono determinare miglioramenti significativi.
I dati sono tratti dal “Rapporto sociale 2006 sulla sindrome dell’intestino irritabile”, a cura del Comitato Scientifico editoriale di Associazione italiana Gastroenterologia ed Endoscopia Ospedaliera e dal testo “Sindrome Intestino Irritabile” a cura di Roberto Bellomo e Barbara Scagnet per la Società Italiana di Chirurgia Colo-rettale (www.siccr.org)
Bambini e sport, quale alimentazione?
L’attività sportiva è un elemento fondamentale affinché i bambini crescano sani e forti.
Fare movimento in maniera regolare, infatti, non solo apporta benefici all’organismo contribuendo ad uno sviluppo armonico dei muscoli e dello scheletro del bambino, ma favorisce anche un corretto funzionamento del metabolismo, per mantenersi in forma evitando il sovrappeso.
Consente inoltre ai bambini di stare all’aria aperta, di socializzare, di sviluppare uno spirito di squadra e di stimolarli nel rafforzare il carattere verso la resistenza e il raggiungimento degli obiettivi che anche nello sport si decide di raggiungere. Un piacere, un divertimento e allo stesso tempo un approccio educativo che aiuterà i bambini ad affrontare meglio la vita di tutti i giorni.
L’alimentazione di un bambino che svolge una regolare attività fisica non deve essere diversa da quella degli altri bambini o da quella degli adulti che praticano sport; semplicemente va calibrata in base alla disciplina che ha scelto di praticare e alla sua intensità. Se infatti il bambino svolge un’attività fisica non agonistica, non è necessario aumentare l’introito calorico o apportare dei cambiamenti radicali alla dieta. Tutto comunque dipende dallo stile di vita complessivo del bambino e dalle abitudini alimentari che vengono adottate in famiglia.
Nei casi in cui il bambino svolga un’attività fisica particolarmente intensa, che significa per almeno un’ora tre volte la settimana, si potrà sicuramente concedere qualche caloria in più. Gli alimenti consigliati sono quelli della normale alimentazione: carboidrati semplici come quelli contenuti nella frutta, quelli complessi come quelli della pasta dei prodotti da forno, proteine, grassi, frutta e verdura ricchi di fibre e vitamine. Molto importante che il bambino beva molto per reidratarsi e recuperare i sali minerali che si tendono a perdere con la sudorazione.
Affinché l’alimentazione non interferisca con il corretto svolgimento dell’attività fisica è importante anche scegliere l’ora giusta in cui mangiare: meglio tre ore prima di fare sport in modo che l’organismo riesca a iniziare la digestione. Il pasto dovrebbe inoltre essere equilibrato e leggero evitando alimenti ricchi di grassi e di zuccheri. Si può anche scegliere di mangiare dopo aver fatto sport, entro 2 o 3 ore, e in questo caso il pasto dovrebbe essere ricco di carboidrati.
Mangiare in maniera corretta non è difficile, basta scegliere i cibi in maniera accurata e razionale, leggere attentamente le etichette per sapere bene cosa si mangia, individuare le giuste quantità per sopperire in maniera corretta al quotidiano bisogno energetico. Evitare infine gli eccessi, di zucchero, di sale, di quantità. Mangiare di tutto un po’ è il giusto compromesso arricchendo la Dieta con alcuni cibi crudi e colorati come frutta e verdura ricche di sostanze preziose per l’organismo. Infine bere tanta acqua,succhi di frutta e spremute.
In alcuni casi può anche essere utile integrare l’alimentazione con alcune sostanze come la vitamina D che, in età scolare e negli adolescenti è importante fino al termine dello scatto di crescita puberale nei casi in cui il bambino non sia sufficientemente esposto alla luce sola e non ne assuma le giuste quantità con l’alimentazione. Per favorire il corretto sviluppo osseo, oltre alla vitamina D è importante anche un’assunzione adeguata di calcio e fosforo.
Altre sostanze importanti sono la vitamina C fondamentale nella sintesi del collagene e per il suo ruolo nel favorire l’assorbimento del ferro. Infine non bisogna dimenticare il fluoro per la sua azione protettiva dei denti dalla carie che potrebbe avere conseguenze negative anche sulla dentatura definitiva.
Una regola importantissima per l’alimentazione dei bambini, anche dei piccoli sportivi, è quella del “3+2” che prevede, oltre ai tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) due mini pasto a metà mattina e metà pomeriggio. La prima colazione dovrebbe rappresentare il 20% dell’introito calorico giornaliero; il pranzo il 35/40%, la merenda il 10%; la cena il 25/35%.
Le regole della corretta alimentazione di un bambino che fa sport, non sono quindi molto diverse da quelle degli adulti. Non si tratta infatti di modificare la composizione della Dieta ma rispettare alcune semplici regole che garantiscono all’organismo in crescita un apporto equilibrato e corretto di tutti i nutrienti.
( Fonte: Raccomandazioni del Ministero della salute sul corretto utilizzo degli integratori alimentari )
( Fonte: Progetto Guadagnare Salute del Ministero della Salute www.salute.gov.it )
Burghul ai profumi mediterranei
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
220 g di burghul
300 g di filetto di tonno crudo
250 g di pomodorini ciliegia
4 cucchiai di capperi sott’olio
un grosso mazzo di prezzemolo
2 spicchi d’aglio novello
1 cucchiaino da caffè di origano essiccato
il succo di 2 limoni
olio extravergine ligure, sale marino integrale fino, pepe bianco
PREPARAZIONE
1. Fate rinvenire il burghul in acqua fredda per 2 ore, quindi scolatelo e conditelo con il succo di limone, olio, sale, pepe appena macinato e origano. Lasciatelo riposare mezz’ora in modo che assorba bene il condimento e si ammorbidisca ulteriormente.
2. Nel frattempo tagliate il tonno a dadini. Tritate finemente l’aglio e le foglie di prezzemolo.
3. Mescolate delicatamente il tutto insieme al burghul e versatelo in un vassoio di portata. Distribuitevi sopra i pomodorini tagliati a metà e i capperi sgocciolati. Tenete in fresco fino al momento di servire.
Nota: è possibile sostituire il burghul con lo stesso quantitativo di riso parboiled da cuocere al dente, scolare e raffreddare sotto l’acqua corrente.
Insalata di pollo e gamberi
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
350 g di petto di pollo
450 g di code di gamberi
400 g di fagiolini
8 carote baby
4 arance
2 cucchiai di acqua di fiori d’arancio
1 ciuffo di coriandolo fresco
fior di sale, pepe bianco
PREPARAZIONE
- Tagliate il petto di pollo a tocchetti e cuocetelo al vapore.
- Bollite le code di gamberi per un minuto, quindi scolatele e sgusciatele.
- Lessate a parte i fagiolini spuntati, poi scolateli e raffreddateli sotto l’acqua fredda.
- Spremete un’arancia, filtrate il succo e fatelo ritirare della metà a fiamma media. Lasciate raffreddare e aggiungetevi l’acqua di fiori d’arancio, sale e pepe.
- Tagliate al vivo le altre arance, estraete gli spicchi e tagliateli a metà. Spuntate le carotine e affettatele a Julienne.
- Mescolate. Aromatizzate il tutto con il succo d’arancia filtrato e mescolato con l’acqua di fiori d’arancio, sale e pepe.
- Distribuite i fagiolini sul fondo dei piatti, versatevi sopra il pollo mescolato con i gamberi, le carote e le arance a tocchetti. Aromatizzate con il succo d’arancia e cospargete con le foglie di coriandolo tagliate con un paio di forbici.
Flan di asparagi
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
8 pomodori perini
8 asparagi
4 cipollotti
8 foglie di basilico
40 g di panna fresca
2 uova
zucchero semolato
burro
olio extravergine di oliva, sale marino fino, pepe bianco
PREPARAZIONE
- Immergete per un attimo i pomodori in acqua bollente, scolateli, sbucciateli, divideteli a metà ed eliminate i semi. Disponeteli su un tagliere inclinato, salateli e spolverizzateli con un pizzico di zucchero e lasciateli per un’ora a perdere l’acqua di vegetazione.
- Nel frattempo pulite gli asparagi e cuoceteli in acqua bollente salata. Estraeteli dall’acqua e lasciateli intiepidire su un tagliere. Eliminate la parte terminale e fibrosa del gambo, mettete da parte le punte e frullate il resto.
- Tritate i cipollotti, salateli e fateli sudare in 2 cucchiai d’olio. Frullateli quindi con i gambi degli asparagi tagliati a tocchetti, le uova, la panna, sale e pepe.
- Imburrate 4 stampini del diametro di 10 cm circa e versatevi il composto. Cuocete i flan a bagnomaria in forno preriscaldato a 150° per circa 20 minuti (fate la prova dello stecchino)
- Nel frattempo frullate i pomodori con le foglie di basilico e un filo d’olio e cuocete la salsa a fiamma media per qualche minuto.
- Scaldate le punte di asparagi a fiamma media con poco burro. Sformate i flan. Versate la salsa nei piatti, mettete al centro un flan e guarnitelo con due punte di asparago.