Integratori alimentari: un settore “al femminile”

NELLA METÀ DELLE AZIENDE ALMENO 1 DONNA SU 2 NELLE POSIZIONI DI VERTICE

È quanto emerge dagli ultimi dati della ricerca del Centro Studi Integratori & Salute, che mostra un comparto in grande crescita, con un fatturato di 4 miliardi di euro nel 2022, e che guarda all’innovazione e alla digitalizzazione per affrontare le sfide del futuro. Un settore in prima linea anche per le opportunità professionali rivolte ai più giovani: nel 2021, il 71% delle aziende ha ampliato il proprio organico.

L’occupazione ad alta professionalizzazione nel comparto degli Integratori Alimentari si tinge sempre più di “rosa”. Nel nostro Paese, in 1 azienda su 2 del settore, il 50% delle posizioni di vertice è ad appannaggio dalle donne, contro un dato medio nazionale dell’industria manifatturiera del 35%. È quanto emerge dai risultati dell’indagineAggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato” del Centro Studi Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food.

Un settore in grande ascesa, che nel 2021 ha raggiunto i 4 miliardi di euro di fatturato (con una crescita media del +8,2% dal 2014 ad oggi) e che nei primi 7 mesi del 2022 ha fatto registrare già un ulteriore aumento del +8,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Un comparto vocato anche alla valorizzazione dei giovani talenti: nel 27% delle aziende di integratori alimentari, almeno 1 membro del board aziendale è under 40 (contro una media nazionale del 16%). A conferma della centralità assegnata ai temi dell’occupazione e delle assunzioni: 7 aziende su 10 (71%) hanno ampliato il proprio organico nel 2021.

“Tra le donne – afferma Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute – c’è una spiccata attenzione alla salute e soprattutto al mantenimento di uno stile di vita sano: questo fa sì che, a parità di altre qualità con il mondo maschile, le donne investano ancora più passione ed impegno in questo ambito e anche per questo motivo diventano spesso la ‘prima scelta’ per molte aziende. Il settore degli integratori, inoltre, punta molto anche sulla valorizzazione dei giovani talenti, che portando in dote idee nuove e visione sono in grado di plasmare l’impronta innovativa, che è uno dei tratti distintivi del nostro comparto”.

PROBIOTICI, SALI MINERALI E VITAMINE SUL PODIO DEGLI INTEGRATORI PIU’ UTILIZZATI IN ITALIA

Gli integratori alimentari sono prodotti destinati a integrare la comune dieta, costituendo una fonte concentrata di sostanze nutritive e a effetto fisiologico, e svolgono un importante ruolo nel mantenimento della salute e del benessere e nel ridurre alcuni fattori di rischio di malattia, come strumenti di prevenzione primaria nell’ambito di una corretta alimentazione.

Gli ultimi dati di mercato di Newline, aggiornati a dicembre 2022 e riferiti al canale Farmacia, ci dicono che, in riferimento al fatturato delle prime 10 tipologie di integratori venduti in Italia, al primo posto troviamo i probiotici, con 398 milioni di euro (+11,3% rispetto allo scorso anno), seguiti da sali minerali con 234 milioni di euro (+7,9%); vitamine con 201 milioni di euro (+10%); tonici con 198 milioni di euro (+18%); integratori per il controllo della lipidemia con 172 milioni di euro (-7,1%). Più in fondo alla classifica, troviamo gli integratori per le funzioni immunitarie con 157 milioni di euro (+20%); insonnia e benessere mentale con 144 milioni di euro (-2%) e prodotti della tosse con 134 milioni di euro (+61%). Chiudono la graduatoria di questa “top 10” i lassativi con 134 milioni di euro (+3,8%) e gli antiacidi e anti reflusso con 124 milioni di euro (+18,4%).

In generale oggi, farmacie e parafarmacie rimangono ad oggi i punti di riferimento privilegiati per l’acquisto, tanto è vero che l’87% del valore del mercato si sviluppa in questi circuiti e che gli integratori rappresentano oggi la seconda categoria richiesta in farmacia dopo il farmaco da prescrizione medica.

“Il nostro Paese – prosegue Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute – è leader europeo in questo mercato, coprendo abbondantemente il 29% del valore totale dello stesso, che, in Europa, supera i 13 miliardi di euro. La Pandemia ha sicuramente contribuito a una maggiore attenzione alla salute: il consumatore dimostra di essere oggi evoluto nel suo comportamento, si informa, ha aumentato la regolarità di assunzione ed è maggiormente attento anche alla salute dei suoi familiari.

La nostra filiera appare resiliente e in salute, evidenziando dinamiche positive nel fatturato, nella produzione in generale, nell’occupazione e negli investimenti, in particolare in ambito digitale. Una posizione determinata anche dal sempre più diffuso approccio olistico alla salute e al benessere degli italiani”.

Integratori per il benessere delle vie urinarie femminili

Le infezioni delle vie urinarie (IVU) rappresentano una delle affezioni di maggiore riscontro nella pratica clinica, e in ambito ambulatoriale, sono infezioni, per frequenza, seconde solo a quelle a carico delle alte vie respiratorie. E’ un problema che riguarda soprattutto il mondo femminile. Infatti le donne, in alcune fasi della vita (tra i 18 e i 30 anni e nei primi anni dopo la menopausa), sono particolarmente esposte a questo tipo di infezioni. Si calcola che l’80% delle donne ne soffra almeno una volta nella vita. Il problema è talmente esteso da costituire un carico sostanziale sulla spesa pubblica sanitaria (in USA il costo delle IVU è di oltre 2 miliardi di $ l’anno).

Le forme più comuni di IVU sono le cistiti, che si presentano come un’infiammazione vescicale spesso associata ad uretrite, e spesso tale problema si presenta in maniera ricorrente, specialmente nelle giovani donne. Le infezioni del tratto urinario sono causate da un vasto gruppo di batteri, in grado di risalire il tratto urinario, resistere ai meccanismi di difesa dell’ospite, e colonizzare vescica e uretra. I patogeni di maggior rilievo, nelle IVU, risultano essere batteri Gram negativi di provenienza intestinale endogena e di questi l’Escherichia coli, è responsabile di più dell’85% delle infezioni. In caso di diagnosi di IVU, la terapia si basa principalmente sulla somministrazione di antibiotici; tuttavia questo tipo di trattamento spesso non è risolutivo, soprattutto in caso di infezioni urinarie ricorrenti. Inoltre, in tali circostanze, si assiste spesso all’aumento delle resistenze batteriche nei confronti dei farmaci antimicrobici, che di fatto contribuisce al fallimento terapeutico. Proprio l’aumento dell’antibiotico-resistenza ha stimolato la ricerca di nuovi approcci terapeutici per la cura e la prevenzione di queste patologie.

Le nuove strade intraprese negli ultimi anni hanno coinvolto l’impiego di vaccini e l’utilizzo di strategie nutrizionali basate su specifici integratori mirati a preservare la fisiologia del tratto urogenitale, e ritardare o prevenire le IVU.

Per quanto riguarda i vaccini, la loro produzione è sempre stata piuttosto problematica sia per la molteplicità dei patogeni che attaccano l’apparato urinario, sia per la difficoltà di andare ad evocare una risposta immunitaria mucosale veramente efficiente.

Nell’ambito alimentare diversi integratori hanno avuto una notevole diffusione sul mercato e sono spesso stati adottati anche dalla classe medica come strumento utile al miglioramento delle IVU, anche in associazione a trattamenti medici. Appartengo a questa famiglia integratori molto diversi fra loro, usati singolarmente o associati tra loro in formulazioni complesse che sfruttano le potenziali sinergie tra le varie sostanze.