La cosmesi nutrizionale

Negli ultimi 30 anni il mondo dei cosmetici, sospinto da scienza e mercato, ha subito una graduale e sostanziale evoluzione. Partendo da una dimensione legata esclusivamente al trucco e al maquillage, la cosmesi si è infatti arricchita sempre più di contenuti salutistici.

E’ a metà degli anni 80 che fu coniato, per la prima volta, il termine “cosmeceutico”, per definire una sostanza, nè medicamento né decorazioneche, applicata topicamente, fosse in grado di cambiare lo stato della pelle e favorirne la fisiologia. Da quel momento il mercato della dermocosmesi si è sempre più specializzato nello sviluppo di prodotti mirati alla prevenzione dei fenomeni degenerativi legati all’invecchiamento della pelle e al mantenimento della sua fisiologia e bellezza.

Recentemente questo campo si è ulteriormente allargato, inglobando anche aspetti nutrizionali, e portando di fatto la cosmesi fin sopra le nostre tavole. Nutrire in maniera corretta la pelle e sostenere attraverso una adeguata integrazione la sua fisiologia, rappresenta infatti un nuovo trend del mercato della bellezza. La nutricosmesi, è il termine che identifica la possibilità di usare composti contenuti negli alimenti, attraverso la Dieta o specifici integratori, per favorire il benessere e la fisiologia della pelle, supportando quella che viene oramai definita “la bellezza dall’interno”.

Gli integratori per la pelle non rappresentano soloun promettente settore del mercato della salute, ma anche un tema di ricerca scientifica sempre più attuale, come riassunto in un articolo appena pubblicato su Journal of Cosmetic Dermatology dal titolo “Carotenoids and polyphenols in nutricosmetics, nutraceuticals, and cosmeceuticals”.
Non solo i dermatologi e i medici estetici ma anchei nutrizionisti sono sempre più interessati alle potenzialità salutistiche della Dieta per la pelle.

Arriva l’estate: prepariamo la pelle al sole

Le radiazioni ultraviolette del sole (UV) generano a livello cutaneo la formazione di radicali liberi, causa principale di danno acuto da UV, ed hanno un ruolo determinante nei processi di invecchiamento cutaneo e nell’insorgenza dei tumori della pelle.
Nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sulle molecole naturali che sono in grado di difendere la cute dai raggi UV.
Molte ricerche hanno dimostrato che gli integratori alimentari contenenti carotenoidi sono efficaci nel ridurre i danni causati dai radicali liberi. Tra i carotenoidi il licopene e l’alfa-carotene sono molto più efficaci nei confronti dei radicali liberi rispetto al beta-carotene. Il licopene infatti, è uno dei migliori “catturatori” (“scavenger”) dei radicali liberi ed è in grado di inibire i processi di distruzione delle membrane cellulari indotti dai raggi ultravioletti.

Le ultime tendenze nei confronti degli integratori “pre-sole” sono tuttavia quelle di utilizzare un mix naturale di carotenoidi, come alfa-carotene, gamma-carotene, estratti dal frutto della palma da olio (Elaeis Guinesis), licopene (estratto dal pomodoro), luteina e zeaxantina (estratte dai fiori di calendula), capaci di agire in sinergia fra loro.
Ogni carotenoide ha una sua peculiarità: luteina e zeaxantina, ad esempio, non hanno funzione protettiva solo a livello cutaneo, ma proteggono anche l’occhio dagli effetti degenerativi della luce blu e degli UV, consentendo la prevenzione della degenerazione maculare legata all’età.

Recentemente la ricerca si sta sviluppando molto nell’ambito della cosiddetta “immunomodulazione cutanea”, ovvero la protezione del nostro sistema immunitario cutaneo dal sole: si parla di fotoimmunoprotezione.
Infatti, a livello cutaneo sono presenti delle speciali cellule, denominate “cellule di Langerhans”, essenziali per difendere la pelle dalle aggressioni esterne; i nuovi fotoprotettori sistemici cioè quel complesso di nutrienti o di sostanze ad effetto fisiologico utili per la protezione al sole, mirano a proteggere proprio le cellule di Langerhans.

A questo scopo, attualmente si utilizzano, per esempio, integratori contenenti carotenoidi in associazione a principi attivi come i probiotici (es. Lactobacillus Johnsonii La1) oppure a Polypodium leucotomos, un’estratto di felce dell’America centrale.

Sono definiti probiotici i microrganismi che, somministrati e assorbiti in dosi adeguate, hanno effetto salutare per l’organismo (FAO/WHO 2001; 2002). Lo stato infiammatorio provocato dall’esposizione ai raggi UV si traduce in un aumento dell’interleuchina 10, un agente che stimola il processo infiammatorio, e in una diminuizione dell’attività delle cellule di Langerhans: la somministrazione di probiotici, prima e durante l’esposizione, ne rinnova l’attività protettiva.
Studi in vitro hanno dimostrato a livello cutaneo, la capacità da parte del Lactobacillus Johnsonii di proteggere e rigenerare le cellule di Langerhans distrutte dall’esposizione solare.

La Polypodium leucotomos (EPL), invece, è una felce che cresce nelle foreste pluviali del Sud America; si tratta di una pianta di origine acquatica che, nel corso dell’evoluzione, ha dovuto adattarsi alla vita terrestre sviluppando specifici composti per proteggersi dal sole.
Studi recenti hanno dimostrato che la somministrazione orale di EPL determina una significativa protezione dall’eritema indotto dai raggi ultravioletti, riduce il danno cellulare indotto dal sole e previene la distruzione delle cellule di Langerhans.

È preferibile preparare la pelle a difendersi dagli effetti nocivi del sole riservando una particolare attenzione all’alimentazione.
Una Dieta che privilegia frutta e verdura è sicuramente la più indicata, perché l’alto contenuto di carotenoidi è fondamentale per la protezione della cute. I carotenoidi sono presenti nelle piante, nelle alghe e nei batteri fotosintetici. Il loro assorbimento però, contrariamente a quanto si pensa, è molto limitato: dalle carote si può assorbire in genere solo il 5% di beta-carotene. Lo stesso avviene con il licopene e con altri pigmenti gialli e rossi caratteristici di alcuni frutti e verdure che, se assunti sotto forma di succo, è molto più assorbibile rispetto al frutto fresco.
Un modo efficace per assimilare carotenoidi, è quello di assumerli sotto forma di integratori alimentari: la loro composizione in forma liposolubile ne permette un assorbimento del 70%.
Normalmente i fotoprotettori sistemici, vengono utilizzati in tutte quelle situazioni di Stress ossidativo o di scatenamento di fastidiose dermatosi provocate dall’esposizione solare (es. l’eritema solare), o per preparare la pelle ad affrontare l’esposizione ai raggi solari attraverso la stimolazione fisiologica della produzione di melanina o attraverso il miglioramento dei livelli di antiossidanti naturali.
Recentemente vi è stato un aumentato interesse sugli effetti potenzialmente nocivi causati dall’assunzione di beta carotene, vitamina A ed E ed evidenziati nella pubblicazione di un report danese. In realtà in tale report sono stati somministrati dosaggi di beta carotene 10 volte superiori alla RDA giornaliera raccomandata. Normalmente si consiglia un consumo giornaliero intorno ai 7mg/die di betacarotene.
È preferibile assumere i fotoprotettori sistemici almeno un mese prima e durante l’esposizione solare seguendo i dosaggi giornalieri raccomandati.

Conoscere gli integratori a base di ingredienti erboristici

Quando si parla di prodotti a base vegetale con valenze salutistiche, è importante fare chiarezza e conoscere le peculiarità che caratterizzano gli integratori a base di ingredienti erboristici rispetto ad altri prodotti, come ad esempio i medicinali a base di estratti vegetali.

Gli integratori alimentari a base di ingredienti costituiti da piante o derivati sono alimenti che contengono sostanze naturali destinati a esercitare effetti fisiologici diretti a contribuire allo stato di benessere dell’organismo – favorendone le funzioni – e destinati ad integrare la normale dieta. I medicinali a base di estratti vegetali sono invece veri e propri farmaci prodotti con finalità terapeutica. Comprendono principalmente principi attivi sotto forma di succhi, gomme, frazioni lipidiche, oli essenziali.

Gli ingredienti “erboristici” impiegabili negli integratori alimentari devono presentare una composizione compatibile con una azione salutistica e non terapeutica (questa ultima esclusiva solo dei medicinali) ; devono inoltre fornire le necessarie garanzie in termini di sicurezza, in base a criteri di purezza, ai loro effetti, alla concentrazione dei principi attivi e alle eventuali associazioni.

Sia gli integratori alimentari che i medicinali a base di estratti vegetali possono essere ottenuti a partire da: • preparazioni ottenute partendo da pianta essiccata (tisane, infusi e decotti; polveri micronizzate; estratti fluidi; estratti secchi) • preparazioni ottenute partendo da pianta fresca (tinture madri; macerati glicerinati; succhi di pianta fresca) • preparazioni per distillazione o spremitura (es. oli essenziali).

La produzione di un integratore alimentare, al pari di qualsiasi altro alimento, è regolata dalla normativa vigente in materia di igiene e sottoposto ai relativi controlli. L’immissione e vendita sul mercato di un integratore alimentare a base vegetale, analogamente agli altri integratori, segue l’iter della notifica. Tale procedura rappresenta un importante sistema di validazione che attesta l’idoneità della composizione e delle indicazioni degli integratori. In aggiunta all’onere della notifica al momento dell’immissione del prodotto sul mercato, le imprese sono tenute, su richiesta dal Ministero, a mettere a disposizione tutta la documentazione necessaria a supportare le proprietà di un dato prodotto.

Se la procedura della notifica costituisce un requisito indispensabile a garanzia del consumatore, d’altro canto il consumatore stesso è chiamato a prestare sempre attenzione nell’acquisto di un integratore a base di ingredienti erboristici; ecco quindi la necessità di leggere sempre attentamente l’etichetta, che deve contenere i seguenti elementi:

  • Nome botanico della pianta in latino, seguito dal nome volgare
  • Tipo di estratto usato (es. estratto secco)
  • Quantità di estratto presente espressa in milligrammi (mg)
  • Eventuale titolo in principio attivo dell’estratto presente
  • Quantità di principio attivo presente
  • posologia e modalità di somministrazione
  • Scadenza del prodotto

Una volta notificati, gli integratori alimentari a base vegetale possono essere acquistabili liberamente in farmacia, nei supermercati e presso la grande distribuzione organizzata, le erboristerie, in libera vendita.

La legislazione comunitaria attuale invece considera i medicinali a base di estratti vegetali farmaci a tutti gli effetti per cui la loro vendita deve essere preventivamente autorizzata dall’AIFA (o dall’EMEA), che ne stabiliscono con la Autorizzazione la classificazione ai fini della fornitura (con o senza prescrizione del medico).

I medicinali a base di estratti vegetali sono venduti esclusivamente nel canale farmacia e devono essere forniti alla farmacia in confezione integra, muniti obbligatoriamente di foglietto illustrativo recante tra l’altro le seguenti indicazioni:

  • nome e indirizzo del produttore e del titolare della autorizzazione alla immissione in commercio
  • denominazione della droga e nome botanico della pianta secondo il nome scientifico della pianta ufficialmente riconosciuto ed accettato dalle Farmacopee o da documenti scientifici particolarmente qualificati, con eventuale indicazione, in parentesi, dei sinonimi più utilizzati
  • numero di Autorizzazione
  • indicazioni terapeutiche

Inoltre devono essere specificate le informazioni relative al titolo, che deve essere riferito al o ai principi attivi o costituenti caratteristici del fitocomplesso in esame. In pratica la titolazione consente di valutare con precisione non solo la presenza ma anche la quantità di una o più componenti ritenuti più importanti ai fini terapeutici. Tale quantità non deve essere inferiore al livello minimo fissato dalla Farmacopea, altrimenti l’estratto non può esplicare un’adeguata attività terapeutica.

Ortaggi e verdure a volonta’ per ritrovare la forma

Il primo consiglio che ritengo indispensabile si riassume in due parole: no al digiuno.

Di solito durante le feste si assumono cibi ad alta concentrazione energetica; ciò che suggerisco è assumere cibi a basso contento energetico, principalmente ortaggi, alimenti con un contenuto ridotto di calorie, un’alta quantità di fibre – grazie alla quali viene accelerato il transito intestinale – e un elevato contenuto di acqua, che svolge un effetto depurativo stimolando la diuresi.

 

Quali ortaggi preferire? Tutti gli ortaggi di stagione vanno bene, ad eccezione delle patate, che invece hanno un alto contenuto energetico. Spazio quindi alle insalate, ai finocchi, sedani, carciofi, biete, spinaci, broccoli, verze, rape. Se possibile privilegiare gli ortaggi “chilometro zero”, prodotti coltivati nel territorio nel quale vengono poi distribuiti; così contribuiamo a valorizzare la nostra agricoltura, limitando l’impatto ambientale.

Spazio anche alla frutta fresca, a patto che abbia un ridotto tenore di zuccheri, circa il 10%, come ad esempio agrumi, pere, mele e kiwi; cachi, banane e frutta secca da consumare con più moderazione perché più ricchi di zuccheri.

Per quanto riguarda le arance, è preferibile consumarle intere anziché spremute, perché contengono fibra la quale, oltre a facilitare il transito intestinale, modula l’assorbimento dei nutrienti, dando così un senso di sazietà prolungata.

 

Una Dieta purificante

Per tutto il mese di gennaio, passate le feste natalizie, possiamo dedicare un giorno alla settimana – preferibilmente sabato o domenica, evitando attività defatiganti  – alla “depurazione” del nostro organismo dalle scorie accumulate, assumendo solo ortaggi, frutta, acqua e pochi carboidrati.

Ecco quindi che nel giorno prescelto il regime alimentare darà spazio a verdure di stagione condite con un filo di olio extra vergine di oliva, accompagnate da 50 grammi di pane a pranzo e 50 gr di pane alla sera.

Via libera ad assunzione di acqua, abolizione totale delle bevande alcoliche, semaforo verde per the e caffè con dolcificante intensivo (aspartame, saccarina).

Per rinforzare gli effetti purificanti della dieta, negli altri giorni della settimana dimezzare le dosi di alcol, ridurre al minimo la quantità di pane e di pasta o riso (max 120 gr di pane e 80 gr di pasta o riso al giorno, per un adulto medio in buona salute), consumando cibi cucinati e cotti nel modo più semplice possibile – vapore, al cartoccio, griglia– ed evitando intingoli, stufati e arrosti.

In questo modo è possibile, nel giro di 2/4 settimane, ritrovare la forma e depurare l’organismo.

Gli integratori utili per contrastare la caduta dei capelli

I nostri capelli sono fatti di minerali, grassi, proteine, acqua, tutte sostanze contenute negli alimenti e fondamentali per salvaguardare la salute e l’aspetto della nostra capigliatura. L’alimentazione è importante per tutte le funzioni del nostro organismo, ed abbiamo già visto quanto sia indispensabile alla costituzione e alla crescita dei nostri capelli. Le carenze nutritive e gli sbalzi improvvisi di peso dovuti a diete dimagranti drastiche indeboliscono i nostri capelli rendendoli più fragili e sensibili, li privano di lucentezza, morbidezza e vitalità, ne riducono il diametro e, nei casi più estremi, ne causano anche la caduta (il cosiddetto “defluvium”).
Bisogna inoltre prestare particolare attenzione soprattutto alle carenze alimentari di acidi grassi essenziali (EFA), vitamine, ferro: è proprio per questo che spesso si ricorre all’utilizzo di integratori alimentari.
Gli integratori possono essere utili per contrastare la caduta diffusa dei capelli in fase “telogen” o fase di riposo. Vengono di solito associati a cure specifiche topiche allo scopo di creare una sinergia d’azione.

Gli integratori risultano utili:

  • come coadiuvanti ad una terapia specifica anticaduta, poiché integrano alcune carenze evidenziate dagli esami del sangue;
  • in tutti quei casi in cui la perdita o i problemi dei capelli sono legati a stress, debilitazione fisica dovuta a una lunga malattia, all’uso di certi farmaci come gli antibiotici, o nel caso ci si sia sottoposti ad una dieta drastica.
  • ai cambi di stagione, nei quali i capelli risentono degli sbalzi ormonali tipici di questi periodi dell’anno;
  • nella caduta di capelli che colpisce le donne dopo una gravidanza (effluvium post-partum);
  • in caso di seborrea (eccesso di sebo che rende untuosa e maleodorante la capigliatura);
  • nella perdita di capelli causata da trattamenti antitumorali (come la Radioterapia e la Chemioterapia).

In base al meccanismo d’azione gli integratori possono essere distinti principalmente in quelli aventi:

  • Azione sul microcircolo
  • Azione di tipo trofico
  • Azione antiossidante
  • Ottimizzazione della fase catagen (è la fase transitoria che segnala la fine della crescita del capello)
  • Contrasto dell’infiammazione peribulbare

Ecco una carrellate delle principali sostanze utili alla crescita e al rinforzo della capigliatura:

OLIGOPROANTOCIANIDINE (OPC)
Sono dei flavonoidi contenuti in elevata quantità nei semi d’uva rossa, prontamente assorbite e dotate di una elevata biodisponibilità (a differenza di altri bioflavonoidi); presentano:

  • AZIONE VASOPROTETTIVA
    Le OPC migliorano la microcircolazione, cui si deve il trasporto dei nutrienti
  • AZIONE ANTIOSSIDANTE
    Le OPC proteggono il follicolo dai radicali liberi

CATECHINE
Sono flavonoidi estratti dalle foglie essiccate del thè verde.
L’attività biologica delle catechine è attribuibile ai suoi componenti polifenolici e hanno:

  • AZIONE ANTIOSSIDANTE
  • AZIONE ANTINFIAMMATORIA

TAURINA
E’ un aminoacido solforato essenziale, prodotta dall’organismo a partire dalla CISTEINA.
MECCANISMO D’AZIONE:

  • Regolazione sintesi collagene
  • Regolazione del metabolismo del tessuto connettivo peripilare
  • Limita le alterazioni della guaina connettivale del bulbo che si manifestano nell’invecchiamento del cuoio capelluto e nell’alopecia
  • Protezione del follicolo dalle aggressioni esterne

ESTRATTO DI SERENOA REPENS
La SERENOA REPENS è una palma nana tipica della Florida. Contiene una buona quantità di ACIDI GRASSI dai quali si estrae il principio β-SITOSTERINA.
E’ utile per contrastare l’alopecia androgenetica: rappresenta un’alternativa naturale al trattamento farmacologico con finasteride.

ISOFLAVONI DI SOIA
Gli ISOFLAVONI sono molecole naturali presenti in vari vegetali ed in particolare nella soia. Possiedono una struttura molto simile a quella degli estrogeni, e sono perciò definiti FITOESTROGENI. E’ stato dimostrato che gli isoflavoni hanno un effetto positivo sulla crescita dei capelli in colture di follicoli piliferi umani.

ACIDO GAMMA LINOLENICO (GLA)
Nel mondo vegetale si trova in considerevoli quantità in borago officinalis, oenothera biennis e ribes nero; tra questi, l’olio di borragine vanta il più alto contenuto in GLA.
L’acido gamma linolenico, riducendo la perdita di acqua dallo strato corneo, consente un miglior nutrimento del bulbo pilifero.

POLIAMINE
Le poliamine sono presenti in moltissimi alimenti di uso comune come latte, formaggi, cereali, carne. E’ stato riscontrato che alcune poliamine svolgono un ruolo determinante nei processi di crescita e di differenziazione cellulare. Sono in grado di agire su specifici recettori situati a livello della guaina epiteliale esterna del follicolo pilifero: la stimolazione di questi recettori permette di attivare a livello della papilla dermica fattori di crescita cellulari fondamentali per lo sviluppo e la salute del capello.

VITAMINE

  • A (retinolo): è indispensabile per la rigenerazione dei tessuti, contribuisce al buon funzionamento del cuoio capelluto. E’ indicata nel trattamento dei capelli che si spezzano.
  • B2 (riboflavina): è utile per la crescita dei capelli.
  • B5 (acido pantotenico): contribuisce attivamente alla buona conservazione della pelle e dei capelli; riduce la formazione delle doppie punte e in caso di carenza favorisce un precoce ingrigimento dei capelli.
  • B6 (piridossina): combatte la seborrea, favorisce la ricrescita dei capelli e protegge la salute del cuoio capelluto. Influisce sulla cistina, un aminoacido solforato indispensabile al processo di cheratinizzazione delle cellule, che conferisce, quindi, resistenza alla cheratina dei capelli.
  • B8 o H (biotina): combatte la caduta dei capelli, seborrea.
  • C (acido ascorbico): conserva l’integrità del cuoio capelluto; agevola la crescita dei capelli. Combatte i processi di invecchiamento delle cellule. Favorisce l’assorbimento del Ferro, minerale presente nella composizione chimica del capello.

Gli integratori per la caduta dei capelli devono esser assunti quotidianamente per un periodo lungo di circa tre mesi, in associazione ad una terapia topica (soluzioni capillari). La ricrescita potrà essere visibile dopo circa 4 mesi di trattamento.

Inverno: come rinforzare le difese immunitarie

Durante la stagione invernale bambini e anziani, soprattutto, rischiano di ammalarsi per il freddo intenso che, causando l’abbassamento delle difese immunitarie, espone a malattie ed aggressioni virali, batteriche, fungine, etc. L’alterazione dei meccanismi di difesa determina l’incapacità da parte dell’organismo di rispondere adeguatamente e quindi di proteggersi dall’attacco di fattori esterni nocivi. Come conseguenza del deficit della risposta immunologica si verifica anche una maggiore suscettibilità alle infezioni cutanee e mucose, come stomatite aftosa ricorrente, Herpes simplex recidivante, verruche cutanee, candidosi, etc.

COME RINFORZARE LE DIFESE IMMUNITARIE
La risposta immunitaria può essere potenziata grazie all’azione di alcune sostanze particolarmente utili nella difesa attiva dell’organismo. L’utilizzo di tali sostanze può essere indicato in caso di infezioni cutanee e delle mucose, come coadiuvante alle terapie convenzionali, dopo trattamenti prolungati con farmaci, per contrastare una scarsa funzionalità del sistema immunitario e la maggior predisposizione alle infezioni. L’assunzione di tali sostanze è particolarmente utile quando la Dieta giornaliera non è sufficiente a garantire livelli costanti ed ottimali dei suoi componenti vitaminici ed antiossidanti, la cui carenza causa anomalie delle membrane cellulari.

ALCUNI SOSTANZE UTILI:

  • ACIDO ALFA LIPOICO, un ottimo antiossidante
  • SELENIO, rappresenta un elemento chiave nella difesa contro le infezioni virali
  • CURCUMA LUNGA, pianta tropicale originaria dell’India, è un’erba perenne della famiglia dello zenzero. La parte utilizzata è rappresentata dal rizoma. I suoi principali costituenti sono olio essenziale, amido, curcuminoidi (curcumina).
  • LENTINUS EDODES (FUNGO SHITAKE), molto rinomato in Cina ed in Giappone sin dall’antichità come rimedio per il benessere dell’organismo. Risulta composto da proteine, grassi (soprattutto acido linoleico), carboidrati, fibre solubili ed insolubili, minerali e vitamine B2 e C.
  • GRIFOLA FRONDOSA FUNGO MAITAKE: è un tipo di fungo molto raro che cresce nella regione Nord orientale del Giappone.
  • ASTRAGALUS MEMBRANACEUS BUNG. RADICE ASTRAGALO ORIENTALE, pianta molto usata nella medicina cinese come tonico e rinforzante dell’energia vitale.
  • UNCARIA TORMENTOSA WILLD DC CORTECCIA GIALLA UNCARIA: liana tipica della foresta amazzonica. La parte utilizzata è rappresentata dalla corteccia gialla in quanto più ricca di principi attivi rispetto agli altri tipi bianca e rossa.
  • WITHANIA SOMNIFERA DUNAL RADICE WITHANIA: è una pianta molto conosciuta denominata anche Ginseng indiano. La parte utilizzata è rappresentata dalla radice.

Crucifere, una fonte di benessere

Le Crucifere o Brassicacee (cavolo, cavolfiore, broccolo, rapa ecc.) sono vegetali largamente utilizzati a scopo alimentare ed entrano a far parte della Dieta di molte persone.
Ricchissimi di vitamine (A, gruppo B e C), di minerali e di prodotti solforati, le crucifere rappresentano una preziosa fonte di benessere e sono ormai riconosciute avere molteplici effetti positivi.

Innanzitutto gli estratti di brassicacee sono validi alleati contro lo stress ossidativo, che si può generare da un’eccessiva esposizione all’inquinamento ambientale o alle radiazione ultraviolette o ionizzanti.

Ma non solo. Alcune recenti ricerche hanno evidenziato anche un ruolo benefico nei confronti dei tumori polmonari. Le crucifere sono ricche di isotiocianati, composti che nell’animale hanno proprietà antitumorali nei confronti del carcinoma polmonare e che vengono eliminati dall’organismo dagli enzimi glutatione-transferasi GSTM1 e GSTT1. L’assenza di uno o dell’altro di questi enzimi, o di entrambi, determina verosimilmente concentrazioni più elevate di isotiocianati nel sangue. Lo studio ha compreso 4.309 soggetti arruolati presso 15 centri di 6 nazioni dell’Europa centrale e dell’Est, regioni in cui è tradizionalmente elevato il consumo di crucifere. I soggetti hanno compilato un questionario sul loro stile di vita e la loro alimentazione, e si è ottenuta la tipizzazione dei geni per gli enzimi GSTM1 e GSTT1 partendo da un campione di sangue.
Il consumo di crucifere almeno una volta la settimana si associava a un effetto protettivo globale contro i tumori polmonari rispetto a un consumo una volta al mese. L’effetto era simile se il consumo riguardava i cavoli o una combinazione di broccoli e cavolini di Bruxelles. Questo effetto protettivo è stato riscontrato essere maggiore nei fumatori rispetto ai non fumatori.

Il consumo di frutta e verdura è stato già associato alla riduzione della mortalità dovuta ad obesità, ipertensione e malattie cardiovascolari, ma pochi studi hanno finora esaminato la correlazione fra apporto di frutta e verdura e rischio di diabete. Il consumo di frutta e verdure a foglia larga, e in particolare delle Crucifere, è stato associato ad un minor rischio di Diabete di tipo 2.

Mangiare molta frutta e verdura aiuterebbe anche a migliorare le condizioni di salute di chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), una malattia che colpisce l’apparato respiratorio e che, se non curata, determina difficoltà sempre maggiori nella respirazione. Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori greci sottoponendo, per tre anni, 120 pazienti affetti da Bpco all’assunzione di grandi quantità di crucifere, oltre che altra frutta e verdura, oppure a un’alimentazione completamente priva di questi alimenti. Nelle persone che hanno mangiato abbondantemente crucifere, frutta e altra verdura si sono non solo ridotti di circa la metà i casi in cui la malattia è peggiorata ma sono stati riscontrati anche dei veri e propri miglioramenti delle funzionalità polmonare. I benefici derivanti sono da attribuire alla proprietà antiossidanti di questi alimenti.

Tra i numerosi benefici, si segnala anche il ruolo del sulforafano, una sostanza contenuta nei broccoli, che potrebbe rivelarsi utile anche per chi soffre di artrite. Alcuni ricercatori dell’University of East Anglia hanno scoperto che il sulforafano avrebbe la capacità di bloccare un enzima che provoca la distruzione delle articolazioni nella osteoartrite. E’ stato condotto un progetto di ricerca durato tre anni finalizzato a indagare le potenzialità del sulforafano, già noto per le sue capacità anticancro. Lo studio condotto in vitro ha concluso che questo composto bioattivo, contenuto soprattutto negli ortaggi cruciferi, sembra in grado di prevenire il deterioramento delle articolazioni.

Questi dati indicano che un buon consumo di crucifere può avere effetti salutistici rilevanti in tutto l’organismo, essendo in grado di svolgere azioni benefiche a livello intestinale, ostacolando lo sviluppo del Diabete mellito e lo sviluppo dei tumori, in particolare di quelli intestinali e polmonari.