Il pomodoro amico del cuore

Da un recente studio su Atherosclerosis nuove strategie nutrizionali per la gestione del rischio cardiovascolare:
integrazione con licopene e prodotti a base di pomodoro

L’Osservatorio Integratori & Salute segnala i risultati di una recentissima revisione sistematica di 21 studi pubblicata su Atherosclerosis1 che evidenzia un’associazione tra consumo di prodotti a base di pomodoro, integrazione con licopene e minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (CVD).
La revisione ha indagato gli effetti del consumo di derivati di pomodoro e licopene su alcuni marker della funzione cardiovascolare, come quantità di lipidi nel sangue, pressione sanguigna e funzione endoteliale, in individui adulti.

I risultati hanno mostrato che interventi nutrizionali con prodotti a base di pomodoro erano associati a una riduzione significativa dei valori del colesterolo LDL e un miglioramento dei valori di FMD (indice di funzionalità endoteliale e parametro surrogato di rischio cardiovascolare) mentre una supplementazione con licopene riduceva la pressione sistolica.

“Le evidenze disponibili costituiscono un’area di ricerca molto promettente – afferma Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy – e in prospettiva potranno supportare lo sviluppo di strategie nutrizionali individualizzate per far fronte alla gestione dei fattori di rischio cardiovascolare. Interessante, soprattutto, è osservare come gli effetti protettivi del licopene e dei derivati del pomodoro siano complementari e non perfettamente sovrapponibili. Il pomodoro migliorerebbe il profilo lipidico, ed il licopene (di cui il pomodoro è peraltro molto ricco) soprattutto il profilo dei valori della pressione sanguigna. Anche se è complesso spiegare tali differenze, il messaggio che ne emerge punta a sottolineare che gli alimenti funzionali (come il pomodoro) e i loro principi attivi purificati (come il licopene) sembrano sinergizzare nei loro effetti di prevenzione cardiovascolare, ciascuno “aggiungendo qualcosa” agli effetti protettivi dell’altro”.

1.Tomato and lycopene supplementation and cardiovascular risk factors: a systematic review and meta-analysis. Ho Ming Cheng, Georgios Koutsidis, John K. Lodge, Ammar Ashor, Mario Siervo, José Lara. www.atherosclerosis-journal.com/article/S0021-9150(17)30010-2/abstract

Integratori alimentari: uno strumento sempre più utilizzato dai medici per la riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus cerebrale, più frequenti in età avanzata, rappresentano, specialmente nei paesi industrializzati come l’Italia, la principale causa di invalidità e di morte. Si tratta di malattie a genesi tipicamente multifattoriale: tra i fattori di rischio, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e il sovrappeso, molto diffusi nella popolazione adulta, con prevalenze spesso del 50% o più della popolazione oltre i 60 anni d’età.

La prevenzione di queste patologie pone pertanto la specifica necessità di ridurre i fattori di rischio: un aiuto a tal proposito può provenire dagli integratori alimentari, un settore in larga crescita, secondo i dati di QuintilesIMS. L’integrazione in farmacia, parafarmacia e GDO ha mantenuto una crescita del 4,2 a volumi nel 2016 (6,2% in valori).

In particolare, tra i prodotti più utilizzati nell’area della riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari, ci sono gli integratori a base di “riso rosso fermentato”, beta-glucani, berberina e omega 3. Questi integratori hanno visto incrementare ancora più significativamente i consumi (+15% in volumi) quelli a base di riso rosso fermentato, mostrano un aumento ancora più marcato delle vendite in unità (+21%).

Il dottor Andrea Poli, Direttore Scientifico di NFI (Nutrition Foundation of Italy), all’interno della Review scientifica sugli integratori alimentari di Integratori Italia – AIIPA, ha dichiarato che “è ragionevole assumere (pur in assenza, per la maggior parte di questi prodotti, di studi di intervento controllati) che un uso protratto nel tempo di integratori alimentari consentirà di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari nei soggetti che li assumono.”

Sempre secondo il dottor Poli:

• I fitosteroli, o steroli vegetali, competono con i meccanismi intestinali di assorbimento del colesterolo, indicendo una riduzione del 9/10% del colesterolo LDL che, se protratta nel tempo, indurrà un calo di analoga ampiezza della probabilità di incorrere in un evento cardiovascolare maggiore (infarto miocardico fatale o non fatale).
• La berberina è caratterizzata da una significativa capacità di ridurre il colesterolo LDL e l’assorbimento intestinale di glucosio.
• Il beta glucano, fibra insolubile presente in piccole quantità nei cereali e in alcuni funghi, e in quantità maggiori nell’orzo e nell’avena, ha dimostrato la capacità di ridurre il colesterolo LDL e influenzare favorevolmente la glicemia.
• Gli integratori a base di riso rosso fermentato, ormai molto popolari sul mercato italiano, contengono una molecola ad attività inibitoria sulla sintesi epatica del colesterolo. Uno studio clinico randomizzato condotto in Cina su una popolazione di circa 5.000 soggetti, di cui circa 1.400 di età adulta o avanzata (da 65 a 75 anni all’arruolamento), con un pregresso evento coronarico come l’infarto, ha documentato la capacità del prodotto di ridurre in maniera statisticamente significativa e clinicamente rilevante gli eventi coronarici fatali e non fatali, gli ictus cerebrali e la mortalità per qualunque causa (-31%, -44% e -32%).
• Un discorso a parte lo meritano gli integratori a base di grassi polinsaturi della famiglia degli omega-3, che svolgono azioni varie ed integrate, essenziali sia per il normale sviluppo di organi e tessuti (specie la retina, il cervello, il cuore) e sia per una loro corretta funzionalità. Hanno anche effetti nella prevenzione cardiovascolare, e di alcune condizioni patologiche molto diffuse.

Secondo QuintilesIMS, i medici di base, i cardiologi ed altri specialisti consigliano l’utilizzo di questi prodotti. Sono circa 500.000 le indicazioni fornite nel 2016, di cui 300.000 per il riso rosso fermentato e 158.000 di prodotti a base di Omega3 per disturbi cardiovascolari – principalmente in presenza di malattie del metabolismo lipoproteico e ipertensione.