Dalla cosmesi nutrizionale, ecco la dieta per la pelle

A cura di Giovanni Scapagnini

Con l’estate sono in arrivo le tre famose “S” che minano il benessere della nostra pelle: Sole, Sudorazione, Stress. L’impatto dei raggi UV, l’inquinamento atmosferico, seguiti dai ritmi frenetici a cui siamo spesso sottoposti, sono tra i principali agenti che concorrono alla bellezza delle pelle e che giocano un ruolo fondamentale al suo equilibrio.

Alcune nuove evidenze scientifiche relative al ruolo e alle proprietà benefiche di alcuni gruppi di vitamine e antiossidanti che ci aiutano a mantenere il benessere della pelle. L’aspetto più rilevante dell’integrazione alimentare per la pelle riguarda la fotoprotezione e la prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, attraverso sostanze nutrizionali ad azione antiossidante e antiinfiammatori. L’utilizzo di integratori alimentari ad azione antiossidante, e/o in grado di inibire in modo specifico le metallo proteasi di matrice (famiglia di enzimi del gruppo delle proteasi), costituisce infatti una delle più promettenti strategie di prevenzione contro l’invecchiamento cutaneo e la prevenzione di fenomeni degenerativi della pelle, come risulta da numerose ricerche sperimentali.

I primi studi a dimostrare l’efficacia dell’integrazione alimentare per migliorare aspetti estetici e funzionali della pelle risalgono ai primi anni ‘80 e riguardano soprattutto le vitamine, in primis la vitamina C. Essa infatti, oltre a svolgere un’importante azione protettiva antiossidante nei confronti dei radicali liberi indotti dai raggi UV, è in grado di stimolare le fasi della biosintesi del collagene da parte dei fibroblasti del derma umano, e operare così una rigenerazione della matrice cutanea, come dimostrato sin dal 1981 in una studio pubblicato su PNAS1. Tra le vitamine del complesso B, sia la biotina che l’acido pantotenico, sono risultate utili al mantenimento della salute della pelle e degli annessi cutanei (capelli, unghie).

Oggi però i dati più interessanti sull’azione fotoprotettrice e anti-invecchiamento di composti nutraceutici riguardano due categorie di molecole appartenenti al mondo vegetale, i carotenoidi e i polifenoli.

I carotenoidi, gruppo di molecole lipofile di origine vegetale – tra cui licopene, la luteina, la zeaxantina e soprattutto il beta-carotene, una provitamina A – sono efficaci antiossidanti, grazie alla loro azione di scavenger (letteralmente spazzini) di radicali liberi, e numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra una Dieta ricca in carotenoidi e la riduzione di varie tipologie di malattie degenerative dell’invecchiamento cutaneo. Nel 1996 è stato pubblicato uno dei primi studi sull’uomo che dimostrava l’azione fotoprotettrice del beta-carotene assunto oralmente, misurata attraverso la riduzione dell’eritema indotto da esposizione a UV, e della sua capacità di accumularsi nella pelle2. Più recentemente il licopene, un carotenoide particolarmente concentrato nel pomodoro, è stato oggetto di numerosi studi per la sua notevole capacità antiossidante e foto protettiva: pochi mesi fa uno studio pubblicato su British Journal of Dermatology3 ha dimostrato che la somministrazione di tale supplemento (pomodoro concentrato in licopene) per 10 settimane è in grado di ridurre del 40% l’eritema indotta da UV e di stimolare la rigenerazione del collagene.

Altre sostanze di origine vegetale appartenenti al gruppo dei polifenoli, si sono dimostrate in grado di inibire i processi infiammatori cutanei e l’attività delle metallo proteasi di matrice, contrastando così gli effetti del fotoinvecchiamento cutaneo. La curcumina, ad esempio, il pigmento giallo contenuto nel tumerico, attraverso la sua azione antiinfiammatoria e antiossidante, è stata usata con successo in numerosi modelli sperimentali di patologie infiammatorie della pelle, quali la sclerodermia e la psoriasi4.

Molte altre sostanze polifenoliche sono risultate essere in grado di inibire in maniera significativa l’induzione e l’attività delle metalloproteinasi di matrice, come ad esempio, l’Epigallocatechingallato, contenuto nel tè verde5, o l’acido carnosico e il carnosolo estratti dal rosmarino6. Anche le catechine del cacao7, le procianidine dell’uva8 sono in grado di prevenire i danni legati agli UV e di migliorare alcuni parametri funzionali della pelle, quali l’elasticità e l’idratazione.

Oggi non solo i dermatologi e i medici estetici ma anche i nutrizionisti sono sempre più interessati alle potenzialità salutistiche della “dieta per la pelle”.

Nutrire infatti in maniera corretta la pelle e sostenere attraverso un’adeguata integrazione la sua fisiologia rappresenta la frontiera che ha portato alla Nutricosmesi, un nuovo approccio che identifica la possibilità di usare composti contenuti negli alimenti, attraverso la Dieta o specifici integratori, per favorire il benessere e la fisiologia della pelle, supportando quella che viene oramai definita “la bellezza dall’interno”.           

Bellezza e benessere a portata di mano… anche in inverno

Con l’arrivo della stagione invernale fanno la loro comparsa basse temperature, vento gelido, umidità o eccessiva secchezza: tutti fattori che, con l’inquinamento e l’esposizione ai raggi UV, aggrediscono la pelle di grandi e bambini – soprattutto quella del viso e le labbra – e i capelli, con il risultato di avere alla fine della giornata una cute secca, screpolata, ruvida, opaca. Questo succede perché il film idrolipidico e lo strato corneo, cioè quello più superficiale dell’epidermide, prime barriere contro le aggressioni esterne, sono sottoposti in questo periodo a notevoli e continui stress ambientali. Qual’è il meccanismo? Ricordiamo che proprio a livello dello strato corneo si verifica la produzione del “fattore di idratazione naturale” della pelle (NMF, ovvero “natural moisturizing factor”), un insieme di sostanze tra cui aminoacidi e zuccheri, cui vanno ad aggiungersi sali minerali, acido lattico e urea, prodotti dalla sudorazione; l’ “NMF” svolge un ruolo molto importante per il mantenimento dell’idratazione della cute, ma questa capacità diminuisce via via che le temperature si abbassano. Inoltre il freddo, determinando un diminuzione della temperatura corporea, induce ad un conseguente aumento del livello di evaporazione dell’acqua presente sulla superficie cutanea. L’epidermide quindi si disidrata, si screpola, si arrossa. Per riportare la cute alle condizioni ottimali è necessario seguire tre regole: pulizia, idratazione e nutrimento. Anche l’alimentazione può aiutare a contrastare l’azione del freddo e difendere la pelle: una Dieta ricca di frutta e verdura di stagione introduce il necessario apporto di vitamine e sali minerali; di grande aiuto anche il pomodoro, l’uva e la mela, rispettivamente ricchi di licopene, resveratrolo e floretina, potenti antiossidanti naturali. Queste preziose sostanze possono essere assunte anche attraverso un’integrazione alimentare mirata, utile a coadiuvare l’abituale Dieta alimentare e il benessere dell’organismo. Per facilitare l’idratazione ricordarsi infine di bere molta acqua – almeno un litro e mezzo al giorno – anche se non si sente lo stimolo della sete. Oltre all’alimentazione, gli alleati tradizionali per la bellezza e la salute del viso sono i prodotti idratanti, che devono soprattutto reintegrare la miscela presente naturalmente sull’epidermide; il fondotinta può essere utile, soprattutto se dotato di adeguato filtro solare. Anche le labbra sono particolarmente delicate e vanno costantemente protette. Per evitare screpolature, via libera a rossetto e burrocacao, il cui utilizzo quotidiano garantisce labbra morbide e difese. Gli esperti consigliano di dedicare tutti i giorni almeno dieci minuti alla pulizia e all’idratazione di guance, mento e fronte. La detersione della pelle va fatta con latte detergente e tonico, quindi purificare con un gel esfoliante e idratare con una crema specifica adatta alle caratteristiche cutanee. In questo periodo in particolare può essere utile aggiungere al trattamento abituale per l’idratazione un emolliente a base di calendula e camomilla, dalle proprietà lenitive e riepitelizzanti. In casi di arrossamenti e bruciori, un ottimo rimedio per bambini e anziani è invece rappresentato dall’olio di germe di grano; un piccolo quantitativo applicato prima di uscire consente di affrontare senza timore le avversità climatiche. Leggi anche Il consiglio dell’esperto

Rientro no stress dalle vacanze

Le vacanze sono finite e il ritorno alla routine quotidiana non è un momento piacevole da affrontare. Una ricerca condotta dall’Istat nel 2010 ha evidenziato infatti che ben un italiano su dieci soffre del cosiddetto stress da rientro o post vacation blues.

Senso di stordimento, calo dell’attenzione, mal di testa, digestione difficile, raffreddore, mal di gola, tosse e dolori muscolari sono i sintomi principali. Il cambiamento di ritmi dalla spiaggia alla scrivania, il traffico cittadino, gli orari fissi rendono infatti difficoltoso il riadattamento alle vecchie abitudini. Per questo, per rendere meno traumatico questo momento, potrebbe essere utile seguire alcuni accorgimenti: prevedere almeno 1 o 2 giorni di decompressione tra il rientro dalle vacanze e il ritorno al lavoro; cercare di rendere per quanto possibile graduale l’impatto con il lavoro, senza voler eccedere da subito; prolungare il clima della vacanza organizzando week end fuori città o uscite con gli amici per mantenere vivi i ricordi piacevoli; stillare un elenco di obiettivi da raggiungere per incanalare le proprie energie nelle varie attività in maniera efficace ed efficiente; praticare una regolare attività fisica che permetta all’organismo di sentirsi bene come in vacanza.

Non bisogna poi trascurare l’importanza di una sana alimentazione che in questo periodo dovrebbe essere ricca di quelle sostanze in grado di aiutarci a superare lo stress e i malesseri ad esso collegati. Fondamentale rimane il consumo di frutta, ricca di vitamine e sostanze antiossidanti che possono aiutarci a combattere Ansia e stress. L’uva rossa ad esempio, funge da ricostituente naturale grazie alla presenza di potassio, magnesio, fosforo, calcio e ferro e contribuisce alla prontezza mentale grazie agli zuccheri di rapida assimilazione di cui è ricca.

Questi consigli devono però fare i conti con i diversi stili di vita imposti dal ritorno alla quotidianità che non sempre consentono di metterli in pratica facilmente, specialmente quando si parla di alimentazione. Per questo, quando non si è certi dell’assunzione quotidiana delle giuste quantità di micronutrienti, può essere utile ricorrere all’integrazione di alcune sostanze che hanno proprietà benefiche sul nostro organismo, quali ad esempio le vitamine del gruppo B per garantire l’energia che occorre in questo periodo. A tutto vantaggio del benessere va invece l’assunzione di estratti di alcune piante, tra le quali ad esempio la griffonia, una pianta che contiene il 5-HTP, l’aminoacido diretto precursore della serotonina, principale mediatore e regolatore dell’umore, della fame e del sonno. Anche l’integrazione con omega-3, in questo particolare periodo dell’anno, può essere utile per gli effetti sulle funzioni del sistema immunitario. Per prevenire e alleviare gli eventuali disturbi gastrointestinali che spesso si manifestano al ritorno dalle vacanze, può invece essere utile assumere probiotici che possono avere effetti positivi sull’equilibrio della flora batterica.

Infine, per porre rimedio alle conseguenze dello stress da rientro che si manifestano a volte anche sui capelli che appaiono sfibrati e poco vigorosi, può essere utile ricorrere agli integratori alimentari appositamente studiati a base di vitamine, minerali, amminoacidi o altre sostanze.

Si tratta di piccoli e semplici accorgimenti che aiutano a facilitare la ripresa dei ritmi quotidiani, a mantenere il benessere e avere la marcia in più necessaria ad affrontare la stagione fredda ormai alle porte.

Alopecia: dai semi di zucca un aiuto per la calvizie maschile

L’alopecia androgenetica o calvizie comune è un diradamento della capigliatura dovuto alla riduzione del fusto del capello. Nella razza bianca interessa circa il 60% degli uomini sotto i 30 anni e il 70% dopo questa età.

La calvizie comune è strettamente legata all’attività di un enzima (5alfa-reduttasi di tipo II) che trasforma il testosterone in un’altra sostanza (DHT) che a sua volta si lega a dei recettori specifici localizzati nel follicolo pilifero, determinandone la diminuzione e favorendo una iperproduzione di sebo. Conseguentemente si manifesta una riduzione della fase di crescita del capello (ANAGEN), dovuta ad un soffocamento indotto dal sebo in eccesso, ed il capello si presenta più sottile, deteriorato, senza possibilità di crescita, fino all’involuzione e alla caduta.

Quindi gli ormoni maschili, mentre da una parte fanno comparire barba e peli durante l’adolescenza, possono provocare anche l’inizio della caduta dei peli/capelli stessi in età più avanzata. I semi di zucca (“Cucurbita pepo L”) sono naturalmente ricchi di sostanze quali fitosteroli, fitoestrogeni, acidi grassi, polisaccaridi e flavonoidi, che si suppone abbiano un’attività anti-infiammatoria, antiossidante e regolatrice del metabolismo del colesterolo.

Un recente studio, pubblicato su Urologia Internationalis, ha valutato gli effetti dell’olio di semi di zucca sulla modulazione del metabolismo del testosterone e sulla riduzione degli effetti causati dalla sua trasformazione in DHT, come l’alopecia e l’ipertrofia prostatica.

In questo recente studio, ratti maschi adulti hanno assunto per 2 settimane consecutive un olio estratto da semi di zucca (2.5 ml/kg/giorno) oppure un placebo. Al termine della sperimentazione sono stati valutati il peso della prostata (determinante dell’ipertrofia prostatica) ed i livelli totali di proteine (poiché la sintesi proteica è un fattore dipendente dal testosterone. I ratti cui era stato somministrato olio di semi di zucca presentavano valori proteici e peso della prostata significativamente più bassi rispetto al gruppo di controllo. Questi risultati indicano che il trattamento con estratti di semi di zucca agisce positivamente nelle patologie testosterone dipendenti, perché è in grado di inibire l’azione dell’enzima “5alfa-reduttasi di tipo II”. E’ pertanto ipotizzabile che l’estratto di semi di zucca sia un inibitore degli effetti indotti dall’azione dell’ormone androgeno, tra cui la calvizie comune.

Anche se al momento non vi sono dati inerenti l’utilizzo dell’olio estratto da semi di zucca in soggetti umani, questo studio indica la possibilità di una nuova soluzione naturale a uno dei problemi più diffusi nella popolazione maschile nel mondo occidentale: la calvizie comune o alopecia.

A cura della prof. Alessandra Bordoni (Dietologa), e dr.a Marta Baldini (Esperta in nutrizione ed attività fisica )

Riferimenti Bibliografici Tsai YS, Tong YC, Cheng JT, Lee CH, Yang FS, Lee HY. Pumpkin seed oil and phytosterol-F can block testosterone/prazosin-induced prostate growth in rats. Urol Int. 2006;77:269-274.

Un’abbronzatura sicura con il consumo del licopene, un carotenoide naturale.

Il licopene appartiene al gruppo di carotenoidi naturali, molecole di origine vegetale che l’uomo non è in grado di sintetizzare e che quindi deve introdurre con l’alimentazione. I carotenoidi sono presenti in elevate quantità in alimenti quali frutta, ortaggi e verdure a foglia verde; in particolare, il licopene si riscontra soprattutto nel pomodoro e nei suoi derivati, nell’anguria, nel pompelmo rosa, nella papaia: infatti è il pigmento principalmente responsabile del colore rosso intenso tipico di questi prodotti.
Diversi studi hanno evidenziato l’importanza del consumo dietetico di licopene al fine di preservare la salute e il benessere fisico, prevenendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari e di alcune forme tumorali, ed alcuni autori hanno riportato che un consumo abbondante di questo carotenoide ha effetti positivi anche a livello dermatologico, in particolare nella prevenzione dei danni derivati alla cute in seguito all’esposizione alla luce UV (eritemi solari, scottature, ma anche invecchiamento precoce fotoindotto).
Il licopene possiede un’altissima capacità antiossidante, ma la sua azione è in parte limitata dalla bassa biodisponibilità, ossia dal fatto che esso è poco assorbito a livello intestinale dopo l’introduzione con gli alimenti. A differenza di altre molecole antiossidanti, che risentono in modo negativo del trattamento termico degli alimenti, il licopene ha però una particolarità: la cottura dell’alimento ne aumenta la biodisponibilità, e per questo la salsa di pomodoro è considerata una miglior fonte di licopene rispetto al pomodoro crudo. L’utilizzo di integratori rappresenta un altro modo di assumere licopene in forma biodisponibile.
Un recente articolo scientifico (Stahl and Sies 2007) ha analizzato gli effetti di un consumo giornaliero di licopene introdotto sotto diverse forme sui livelli ematici della molecola, e quindi sul suo grado di assorbimento intestinale, e sulle sue capacità fotoprotettive. Per lo studio sono stati selezionati soggetti che, sulla base del colore della pelle, dei capelli e degli occhi erano definiti di fototipo II. Tali soggetti sono stati suddivisi in 4 gruppi, ognuno ricevente una diversa supplementazione giornaliera di licopene per 10-12 settimane:

  • 40 g di polpa di pomodoro, corrispondenti a 16 mg di licopene;
  • 400 ml di succo di carota, corrispondenti a 10 mg di licopene e 5.1 mg di β-carotene;
  • 2 capsule di un integratore contenente 9.8 mg di licopene e 0.4 mg di β-carotene estratti da pomodoro;
  • 500 ml di una bevanda contenente 8.2 mg di licopene e 0.4 mg di β-carotene estratti dal pomodoro.

Tutti i trattamenti hanno evidenziato un aumento del contenuto ematico di licopene, già evidente dopo 4 settimane di trattamento, ed anche un incremento della concentrazione di questo carotenoide a livello della cute. Parallelamente, si è osservata una diminuzione della fotosensibilità dei diversi soggetti, con una diminuzione della stessa pari al 45-50% rispetto ai valori precedenti al trattamento.
Questo studio non solo conferma il coinvolgimento del licopene nella protezione della pelle dall’azione dannosa dei raggi UV, ma evidenzia la pari efficacia tra l’introduzione del carotenoide con un integratore o con alimenti.

A cura della prof. Alessandra Bordoni (Dietologa), e dr.a Marta Baldini (Esperta in nutrizione ed attività fisica )

Riferimenti Bibliografici Stahl, W. and H. Sies (2007). “Carotenoids and flavonoids contribute to nutritional protection against skin damage from sunlight.” Mol Biotechnol 37(1): 26-30.

La dieta per la pelle

prova

Con l’estate sono in arrivo le tre famose “S” che minano il benessere della nostra pelle: Sole, Sudorazione, Stress. L’impatto dei raggi UV, l’inquinamento atmosferico, seguiti dai ritmi frenetici a cui siamo spesso sottoposti, sono tra i principali agenti che concorrono alla bellezza delle pelle e che giocano un ruolo fondamentale al suo equilibrio.

Alcune nuove evidenze scientifiche relative al ruolo e alle proprietà benefiche di alcuni gruppi di vitamine e antiossidanti che ci aiutano a mantenere il benessere della pelle. L’aspetto più rilevante dell’integrazione alimentare per la pelle riguarda la fotoprotezione e la prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, attraverso sostanze nutrizionali ad azione antiossidante e antiinfiammatori. L’utilizzo di integratori alimentari ad azione antiossidante, e/o in grado di inibire in modo specifico le metallo proteasi di matrice (famiglia di enzimi del gruppo delle proteasi), costituisce infatti una delle più promettenti strategie di prevenzione contro l’invecchiamento cutaneo e la prevenzione di fenomeni degenerativi della pelle, come risulta da numerose ricerche sperimentali.

I primi studi a dimostrare l’efficacia dell’integrazione alimentare per migliorare aspetti estetici e funzionali della pelle risalgono ai primi anni ‘80 e riguardano soprattutto le vitamine, in primis la vitamina C. Essa infatti, oltre a svolgere un’importante azione protettiva antiossidante nei confronti dei radicali liberi indotti dai raggi UV, è in grado di stimolare le fasi della biosintesi del collagene da parte dei fibroblasti del derma umano, e operare così una rigenerazione della matrice cutanea, come dimostrato sin dal 1981 in una studio pubblicato su PNAS1. Tra le vitamine del complesso B, sia la biotina che l’acido pantotenico, sono risultate utili al mantenimento della salute della pelle e degli annessi cutanei (capelli, unghie).

Oggi però i dati più interessanti sull’azione fotoprotettrice e anti-invecchiamento di composti nutraceutici riguardano due categorie di molecole appartenenti al mondo vegetale, i carotenoidi e i polifenoli.

I carotenoidi, gruppo di molecole lipofile di origine vegetale – tra cui licopene, la luteina, la zeaxantina e soprattutto il beta-carotene, una provitamina A – sono efficaci antiossidanti, grazie alla loro azione di scavenger (letteralmente spazzini) di radicali liberi, e numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra una Dieta ricca in carotenoidi e la riduzione di varie tipologie di malattie degenerative dell’invecchiamento cutaneo. Nel 1996 è stato pubblicato uno dei primi studi sull’uomo che dimostrava l’azione fotoprotettrice del beta-carotene assunto oralmente, misurata attraverso la riduzione dell’eritema indotto da esposizione a UV, e della sua capacità di accumularsi nella pelle2. Più recentemente il licopene, un carotenoide particolarmente concentrato nel pomodoro, è stato oggetto di numerosi studi per la sua notevole capacità antiossidante e foto protettiva: pochi mesi fa uno studio pubblicato su British Journal of Dermatology3 ha dimostrato che la somministrazione di tale supplemento (pomodoro concentrato in licopene) per 10 settimane è in grado di ridurre del 40% l’eritema indotta da UV e di stimolare la rigenerazione del collagene.

Altre sostanze di origine vegetale appartenenti al gruppo dei polifenoli, si sono dimostrate in grado di inibire i processi infiammatori cutanei e l’attività delle metallo proteasi di matrice, contrastando così gli effetti del fotoinvecchiamento cutaneo. La curcumina, ad esempio, il pigmento giallo contenuto nel tumerico, attraverso la sua azione antiinfiammatoria e antiossidante, è stata usata con successo in numerosi modelli sperimentali di patologie infiammatorie della pelle, quali la sclerodermia e la psoriasi4.

Molte altre sostanze polifenoliche sono risultate essere in grado di inibire in maniera significativa l’induzione e l’attività delle metalloproteinasi di matrice, come ad esempio, l’Epigallocatechingallato, contenuto nel tè verde5, o l’acido carnosico e il carnosolo estratti dal rosmarino6. Anche le catechine del cacao7, le procianidine dell’uva8 sono in grado di prevenire i danni legati agli UV e di migliorare alcuni parametri funzionali della pelle, quali l’elasticità e l’idratazione.

Oggi non solo i dermatologi e i medici estetici ma anche i nutrizionisti sono sempre più interessati alle potenzialità salutistiche della “dieta per la pelle”.

Nutrire infatti in maniera corretta la pelle e sostenere attraverso un’adeguata integrazione la sua fisiologia rappresenta la frontiera che ha portato alla Nutricosmesi, un nuovo approccio che identifica la possibilità di usare composti contenuti negli alimenti, attraverso la Dieta o specifici integratori, per favorire il benessere e la fisiologia della pelle, supportando quella che viene oramai definita “la bellezza dall’interno”.

Arriva l’estate prepariamoci all’esposizione al sole

Arriva l’estate e con essa il desiderio di tutti di abbronzarsi, grazie alle sfumature che il sole regala alla nostra pelle facendoci sentire più belli e ammirati! Ma i raggi del sole portano benefici anche al corpo in generale, stimolando per esempio la vitamina D, elemento indispensabile per lo sviluppo e l’irrobustimento delle ossa; migliorando alcuni disturbi dermatologici come l’acne, la Dermatite seborroica, la psoriasi; e infine alleviando i dolori reumatici. Senza dimenticare che influiscono positivamente anche sull’umore aumentando i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo importante nella regolazione del sonno, della sessualità e dell’appetito, oltre che del nostro stato d’animo.

La pelle è, però, l’organo più esteso e la sua funzione barriera è vitale per proteggere il corpo dalle aggressioni esterne; ecco perché se anche il sole fa bene, occorre esporsi con attenzione. Perché senza un’adeguata protezione i raggi solari possono provocare danni all’epidermide, dalla formazione di eritemi, alle allergie, all’invecchiamento precoce fino a veri e propri disturbi cutanei più seri come il tumore.

Il primo passo importante è quello di proteggere la pelle con il solare, come raccomandano tutti i dermatologi. La capacità schermante di questi prodotti è indicata da un numero preceduto da una sigla (FP fattore di protezione o Ip indice di protezione). Il fattore di protezione solare è poi espresso in livelli: basso (numeri 6,8,10), alto (da 15 a 25), molto alto (50+). Per aiutare la pelle ad abituarsi al sole è consigliabile anche l’assunzione di integratori a base di vitamine, betacarotene ed estratti vegetali che non sostituiscono il solare, ma ne rinforzano le difese cutanee nei confronti del fotoinvecchiamento, preservando la cute da eritemi, macchie scure, rughe. Contemporaneamente preparano la pelle a una pigmentazione omogenea, intensa e prolungata nel tempo. Va ricordato che vanno assunti sempre un mese prima delle vacanze e per tutta la durata dell’esposizione.

Sfatiamo la convinzione che i solari non facciano abbronzare! Usando solari con protezione media o alta ci si abbronza ugualmente, ma in modo più “dolce” e senza causare stress alla pelle: più graduale è l’approccio con il sole, più intensa, sicura e duratura sarà l’abbronzatura!
La capacità di abbronzatura dipende, infatti, dalla quantità di melanina – pigmento che dà all’epidermide il caratteristico colore scuro – che ciascuno è in grado di produrre. Dopo la prima esposizione la cute diventa rossa, la cosiddetta pigmentazione immediata che scompare nel giro di alcune ore. Esponendosi nei giorni successivi lo strato più superficiale dell’epidermide diventa più resistente, mentre i melanociti – le cellule che producono la melanina – creano a poco a poco l’abbronzatura.
Infine, non va dimenticata l’applicazione del doposole. Idratanti, nutrienti e rinfrescanti che proteggono la cute dai danni dei raggi ultravioletti prevenendone l’invecchiamento precoce ed esaltando l’abbronzatura, così come è importante reintegrare, bevendo molta acqua, i liquidi che si perdono esponendosi al sole.

Non dimentichiamoci dei capelli. D’estate non si può dimenticare la protezione dei capelli: i raggi ultravioletti ne danneggiano il fusto e il bulbo, accelerando il processo di invecchiamento e quindi la caduta. A ciò si aggiunge il vento e la salsedine che li inaridiscono. Prima dell’esposizione è quindi consigliabile assumere integratori e antiossidanti per rinforzare il cuoio capelluto e proteggerli con prodotti specifici come spray, gel, oli da scegliere in base al proprio tipo di capello.

Proteggiamo anche i nostri occhi. La luce abbagliante del sole in estate può creare più di un problema alla vista, in particolare cornea e retina sono le parti più esposte al rischio. Ma anche la pelle intorno agli occhi: proprio d’estate infatti si formano le cosiddette e tanto odiate “zampe di gallina”! E’ soprattutto d’estate che i nostri occhi sono sottoposti alle sollecitazioni luminose che possono creare rischi alla vista: è sufficiente uno sguardo verso il sole a occhio nudo per provocare il fenomeno dell’abbagliamento. Questo succede perché l’occhio esposto direttamente al sole viene inondato contemporaneamente da tutti i colori, il cervello ne registra la somma, che equivale al bianco, e si scatena l’abbagliamento. Con l’esposizione diretta, i raggi del sole colpiscono la zona centrale della retina, detta macula che è fornita di fotorecettori che, durante l’abbagliamento, per reazione fotochimica si svuotano dei loro pigmenti. Occorrono parecchi secondi per consentire ai fotorecettori dei coni di ricaricarsi di pigmenti e restituire la vista normale.
In natura oltre ai raggi che formano i colori, quindi ben visibili, ce ne sono altri che l’occhio non è in grado di percepire: si tratta degli infrarossi e degli ultravioletti, invisibili ma molto pericolosi in quanto possono provocare microlacerazioni della cornea (cheratiti). Gli ultravioletti in particolare agiscono come ossidante delle cellule, favorendo il loro invecchiamento. Un efficace prevenzione e aiuto può venire dall’assunzione di antiossidanti specifici, con integratori di Vitamina A, C ed E., che contengono anche la luteina, un carotenoide in grado di contrastare l’azione degli ultravioletti.
E’ assolutamente consigliabile utilizzare gli occhiali e soltanto quelli omologati (con stampigliatura ben visibile del marchio CE), in grado di neutralizzare i raggi ultravioletti, i più temibili. Anche la pelle intorno agli occhi risente dell’eccessiva esposizione al sole. Per reazione naturale siamo infatti portati a proteggerci dalla forte luce contraendo i muscoli attorno agli occhi. Col tempo questa ripetitiva stimolazione muscolare contribuisce alla creazione di solchi rugosi definiti “zampe di gallina”. Oltre agli occhiali da sole, si consiglia l’uso di creme ad alta protezione da spalmare in quantità attorno agli occhi; e per evitare degenerazioni cutanee si raccomanda l’assunzione di sostanze antiossidanti.

I raggi solari non tutti uguali e provocano differenti effetti sulla pelle. L’intensità delle radiazioni solari varia durante la giornata. Sono due le fasce orarie ideali per esporsi al sole, stimolando la pelle ad abbronzarsi: le prime ore del mattino fino alle ore 11.00 e il tardo pomeriggio dopo le ore 17.00. Meglio evitare dalle 12.00 alle 15.00 quando il sole è molto forte.

Raggi Infrarossi Raggi ultravioletti
possono rappresentare un rischio per l’epidermide e si dividono in
Generano calore, ma non sono particolarmente nocivi. Contribuiscono però a provocare la disidratazione e ad alterare la capacità dell’organismo di regolare la temperatura. La vasodilatazione provocata dal calore può invece essere dannosa per chi soffre di vene varicose. UVA
Sono la componente più numerosa della radiazione solare e stimolano la melanogenesi il meccanismo naturale che la cute mette in atto, determinando la formazione dei pigmenti della melanina e di quella che viene più comunemente denominata come abbronzatura. Questi raggi penetrano in profondità la cute e possono danneggiare le strutture di sostegno (collagene ed elastina), provocando l’invecchiamento cutaneo e accentuando le rughe.
UVB
Penetrano la cute solo parzialmente, ma sono i principali responsabili di eritemi e scottature. Come effetto a lungo termine possono causare tumori cutanei.
UVC
Sono molto aggressivi ma non raggiungono la terra perché trattenuti dalla fascia di ozono dell’atmosfera