Estratto di tè verde, un concentrato di sostanze antiossidanti

Il tè verde è una pianta arbustiva (Camelia sinensis) della famiglia delle Teacee e dell’ordine delle Guttiferali, già coltivata in Cina e in Giappone fra il IV e l’ VIII secolo d.C. Da lì si diffuse in India, in Indonesia e a Ceylon. È coltivata per le sue foglie, da cui si ottiene per infusione l’omonima bevanda. Il rituale legato al tè ha origini molto antiche; in Cina si narra che l’imperatore Shen Nung fu il primo bevitore di tè verso il 2700 a.C. Le bevande a base di tè stanno oggi trovando riscuotendo un particolare interesse da parte della comunità scientifica occidentale per la loro azione positiva sulla salute ed il benessere dell’individuo, accertata da diversi studi scientifici. Queste straordinarie proprietà del tè sono da associarsi alla ricca composizione in polifenoli, in particolare catechine (potenti antiossidanti), delle foglie utilizzate. Le catechine, oltre all’azione benefica, conferiscono al tè il caratteristico colore e sapore.

Sebbene le catechine siano conosciute principalmente per le loro proprietà antiossidanti, recentemente si sono evidenziati loro effetti anche relativamente al controllo della lipemia, che hanno enfatizzato il loro effetto benefico a livello cardiovascolare.

Uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Nutrition (Tinahones et al., 2008) si è occupata di determinare l’effetto a breve/medio termine di un estratto di tè verde sulla funzione vascolare e sui livelli di LDL ossidate circolanti in donne sane (età media 35 anni). Lo studio è stato condotto su un campione di 14 soggetti, che sono stati valutati dopo 7 giorni di trattamento con placebo, e dopo 5 settimane di integrazione giornaliera con un estratto in capsule di tè verde. L’estratto utilizzato aveva un contenuto medio di 375 mg di catecolo, principalmente epigallocatechingallato (EGCG) e di 150 mg di caffeina. Al termine di entrambi i trattamenti, in tutti i soggetti sono stati analizzati i livelli plasmatici di colesterolo totale, colesterolo LDL ed HDL, trigliceridi e l’entità di ossidazione delle LDL, ed è stata valutata la funzionalità vascolare a livello dell’arteria brachiale.

L’assunzione dell’estratto di tè verde ha determinato, rispetto al placebo, una riduzione del 37.4% della concentrazione di LDL ossidate, sostanze che hanno un ruolo chiave nello sviluppo dell’aterosclerosi, e un miglioramento della funzionalità vascolare, incrementando del 50% circa la dilatazione flusso-mediata dell’arteria brachiale. Inoltre si è registrata una riduzione significativa della concentrazione di trigliceridi, mentre è rimasta inalterata quella di HDL.

Questo studio conferma il possibile ruolo positivo delle catechine del tè in ambito cardiovascolare, già a breve termine, in una popolazione femminile. Tali effetti sono stati raggiunti utilizzando un estratto di tè, in quanto esso presenta una concentrazione in catechine molto più elevata rispetto a quella presente in una tazza di infuso di tè. Per arrivare a tali concentrazioni occorrerebbe consumare quantità elevate della bevanda, abitudine non molto diffusa in Italia. L’utilizzo di estratti di tè o di fonti concentrate di catechine potrebbe, pertanto, essere utile.

A cura della prof. Alessandra Bordoni (Dietologa), e dr.a Marta Baldini (Esperta in nutrizione ed attività fisica )

Referenze

Tinahones FJ, Rubio MA, Garrido-Sánchez L, Ruiz C, Gordillo E, Cabrerizo L, Cardona F. Green tea reduces LDL oxidability and improves vascular function. J Am Coll Nutr. 2008 Apr;2 (2):209-13.

Effetti benefici dell’assunzione di estratto di Camomilla (Matricaria recutita)

La camomilla viene preparata dai fiori secchi di Matricaria camomilla L., pianta originaria dell’Europa e coltivata prevalentemente in Germania, Ungheria, Jugoslavia e Unione Sovietica, raramente ad altitudini superiori ai 300-400 m sopra il livello del mare. La bevanda a base di estratto di camomilla o ottenuta da infuso è tradizionalmente consumata in tutto il mondo.

Alla Matricaria camomilla sono associate proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche per la sua azione spasmolitica. Queste azioni sono per lo più associate alla caratteristica composizione dei fiori di camomilla in polifenoli, tra cui derivati cumarinici e flavonoidi, che hanno dimostrate proprietà antiossidanti.

Un gruppo di ricercatori inglesi ha evidenziato, in uno studio pubblicato dal Journal of Agricultural and Food Chemistry (Wang Y. et al.; 2005), un possibile meccanismo tramite cui l’assunzione giornaliera di estratto di camomilla determina effetti antisettici, antiinfiammatori ed analgesici.

Lo studio ha coinvolto un piccolo gruppo di volontari sani (7 uomini e 7 donne) che ha assunto per 2 settimane consecutive 5 dosi di estratto di camomilla (varietà Matricaria recutita – 5 g di polvere/dose) al giorno. Analisi giornaliere delle urine sono state effettuate 2 settimane prima, durante e 2 settimane dopo il trattamento.

L’assunzione dell’estratto di camomilla ha determinato un significativo aumento dei livelli urinari di ippurato, un prodotto del metabolismo dei fenoli (composti presenti in alcune piante e associati a un’azione antibatterica), noto per l’effetto antisettico a livello urinario. L’aumentata eliminazione urinaria di ippurato ne testimonia la maggiore concentrazione a livello del sangue, e potrebbe dare una valida spiegazione del perché la camomilla possa contribuire a ridurre l’incidenza di sviluppo di stati infiammatori, come l’influenza o le infiammazioni intestinali. In questo studio sono stati evidenziate anche alte concentrazioni urinarie di glicina, un aminoacido che sembra coinvolto nella riduzione degli spasmi muscolari. Questo potrebbe essere in relazione con l’efficacia dell’estratto di camomilla nella riduzione dei dolori mestruali e degli spasmi a livello gastrointestinale. E’ da sottolineare che gli aumentati livelli di ippurato e glicina osservati durante il periodo di assunzione di estratto di camomilla si sono mantenuti tali anche nelle due settimane successive.

Questo studio, evidenziando un possibile meccanismo d’azione, pone basi scientifiche al ruolo positivo della camomilla nell’attenuazione di alcuni stati infiammatori. Referenze: A cura della prof. Alessandra Bordoni (Dietologa), e dr.a Marta Baldini (Esperta in nutrizione ed attività fisica )

Referenze

Wang Y et al. A Metabonomic Strategy for the Detection of the Metabolic Effects of Chamomile (Matricaria recutita L.) Ingestion. J Agric Food Chem. 2005 Jan 26;53(2):191-196

Effetti benefici dell’estratto di melagrana in persone anziane sane

Il melograno (malum = mela, granum = grano; nome scientifico Punica Granatum) è un arbusto spinoso originario dell’Asia occidentale e facente parte della famiglia delle punicaceae (dal latino punicum = cartaginese). Fin dall’antichità il frutto del melograno è simbolo di fertilità, abbondanza e longevità, e la tradizione popolare gli attribuisce effetti positivi per la salute. Tali effetti sono oggi confermati da numerosi lavori scientifici che ne evidenziano i benefici.

La melagrana contiene sostanze antiossidanti come polifenoli, tannini e antocianine che agiscono positivamente sullo stato di benessere del nostro organismo ed hanno un ruolo importante nel contribuire a contrastare l’insorgenza di diverse patologie. Per esempio, alla presenza di tannini sono dovute le proprietà astringenti e diuretiche dell’ estratto e del succo di melagrana, che sono anche considerati importanti antielmintici e antinfiammatori in quanto ricche fonti di vitamina A e vitamina B.

Nello studio di Guo et al. recentemente pubblicato (Guo C. et al., 2008) sono stati comparati, su 26 soggetti anziani (media 62 anni) sani, gli effetti antiossidanti di due bevande a base di estratti naturali di melagrana e di mela. Il campione studiato è stato suddiviso in 2 gruppi:

  • Gruppo 1, che assumeva 250 ml/die di bevanda a base di estratto di mele (contenuto in flavonoidi 9,2 mg/100 g e in proantocianidine 3,4 mg/100g) ;
  • Gruppo 2, che assumeva 250 ml/die di bevanda a base di estratto di melagrana (contenuto in flavonoidi: 17,4 mg/100 g e in proantocianidine 18,2 mg/100 g).

A tutti i soggetti era stata data indicazione di non modificare le proprie abitudini nutrizionali e di stile di vita durante il periodo di trattamento e di non consumare integratori a base di composti antiossidanti. All’inizio dello studio e dopo 4 settimane di tale supplementazione, ad ogni soggetto è stato prelevato un campione di sangue, e successivamente si sono analizzate, sul siero o sul plasma, la capacità antiossidante totale, i livelli di attività degli enzimi antiossidanti superossido dismutasi (SOD) e catalasi (CAT) e le concentrazioni di vitamina E e C.

Al termine della supplementazione, la capacità antiossidante totale e l’attività degli enzimi antiossidanti sono apparse significativamente maggiori nel gruppo 2 (supplementato con succo di melagrana) rispetto al gruppo 1 (supplementato con succo di mela). I livelli plasmatici di vitamine E ed C sono apparsi simili nei due gruppi. Secondo gli Autori, la maggiore azione antiossidante della melagrana rispetto alla mela sarebbe attribuibile alla sua composizione, ed in particolare alla presenza di importanti polifenoli come antocianidine, tannini idrolizzati, acido allegico e punicalagine.

I risultati ottenuti confermano che il consumo giornaliero di estratto o succo di melagrana può favorire una significativa protezione contro i danni associati a stress ossidativo, aumentando le difese antiossidanti organiche, in soggetti anziani.

Referenze

Guo C, Wei J, Xu Y, Pang W e Jiang Y. Pomegranate juice is potentially better than apple juice in improving antioxidant function in elderly subjects. Nutrition Research 28.2008.

Il selenio, minerale essenziale per la salute nella terza età

Il selenio è un elemento essenziale per la salute perché protegge l’integrità delle membrane cellulari. L’organismo umano dovrebbe assumere giornalmente circa 55µg di questo prezioso elemento; è tuttavia necessario sottolineare che suo assorbimento non dipende solo dalle quantità introdotte con la dieta, ma anche dalla forma chimica in cui si trova il suo apporto. Il contenuto di selenio negli alimenti dipende infatti dalla sua presenza nel suolo: ecco perché esso varia da paese a paese e conseguentemente gli alimenti lo contengono in quantità differenti. L’Italia è una regione a basso contenuto di selenio e quindi l’apporto di questo elemento attraverso l’alimentazione è piuttosto scarso. Buone fonti alimentari sono comunque le carni, il fegato e i cereali.

Il selenio è un minerale essenziale in piccole quantità e nell’uomo è indispensabile per il funzionamento corretto dei processi metabolici. Livelli inadeguati di selenio comportano una maggiore suscettibilità dell’organismo allo Stress ossidativo ed, in ultima analisi, con una compromissione del sistema immunitario. Le persone più a rischio di carenza di selenio sono i malati cronici o i pazienti con diete particolari.

L’osservazione più recente riguarda i minori livelli circolanti di selenio nei soggetti anziani affetti da malattia di Alzheimer. Studi precedenti hanno infatti dimostrato una progressiva riduzione dei livelli circolanti di selenio con l’età, come conseguenza della combinazione tra la ridotta biodisponibilità, l’aumentato fabbisogno, i cambiamenti del metabolismo e il limitato apporto con la dieta. L’importanza del selenio per il cervello è suggerita anche dall’osservazione che, in caso di carenza nutrizionale, il cervello è il primo organo che subisce la perdita di selenio, e in caso di adeguata supplementazione è il primo organo a rifornirsi.

Contenuti scientifici tratti dal Dossier dossier sui minerali, vitamine e antiossidanti, a cura di Franca Marangoni e Andrea Poli – Nutrition Foundation of Italy – scaricabile da questo sito.

Acerola, un concentrato di vitamina C utile nelle stagioni fredde

L’Acerola (nome scientifico, Malpighia punicifolia) è un arbusto che raggiunge fino ai 4 metri di altezza, cresce nei paesi a clima temperato caldo ed è coltivato soprattutto nel nord del Brasile. Ha un frutto ovale di colore rosso intenso e dalla buccia sottile, simile alle ciliegie, anche se appartiene a tutt’altra specie. E proprio dai suoi frutti maturi, privi di nocciolo, si ricava un succo che viene concentrato e nebulizzato, fino ad ottenere un estratto ad altissimo contenuto di acido ascorbico, ossia la famosa vitamina C (fino al 25%).

Per questo, l’estratto di Acerola può essere un valido alleato per affrontare il freddo dell’inverno.

Il prof. Antonello Sannia, Presidente della Società di Medicina Naturale, sottolinea come la letteratura scientifica abbia già indicato un’attività antivirale e di stimolo al sistema immunitario (in quanto aumenta l’attività fagocitaria dei leucociti e favorisce lo sviluppo dei linfociti). Ma non solo. L’Acerola, essendo particolarmente ricca di polifenoli – quali i flavonoidi – e di antocianidine, vanta anche proprietà antiossidanti e favorisce un assorbimento più rapido del ferro dall’intestino.

“In associazione con vitamina A, vitamina E e selenio, questo estratto è molto utile – aggiunge Sannia. “Le cellule del sistema immunitario hanno bisogno di molta vitamina C per funzionare bene, e ne consumano parecchia durante le infezioni batteriche e/o virali. Pertanto in presenza di questi disturbi è importante un buon rifornimento di vitamina C. Siccome le riserve di vitamina C si esauriscono molto rapidamente sotto sforzo, la sua integrazione è importante. La dose giornaliera consigliata è di 40-50 mg per i bambini e 60-80 mg per gli adulti”.

Estratto di arance rosse di Sicilia, una preziosa risorsa di sostanze antiossidanti

La produzione di arance a polpa rossa è tipica della parte orientale della Sicilia, dove alcune varietà del Citrus sinensis (Moro, Tarocco e Sanguinello) hanno trovato le condizioni ambientali ottimali per esprimere al meglio le loro caratteristiche. Queste varietà di arance crescono esclusivamente in Sicilia e sono caratterizzate da un’abbondante presenza di antocianine (flavonoidi) e da una notevole concentrazione di sostanze antiossidanti (acido ascorbico oltre ai già citati flavonoidi).

E’ noto che l’attività fisica prolungata ed intensa porta ad una iperproduzione di radicali liberi che, se non è bilanciata da un adeguato aumento delle difese antiossidanti, può determinare uno stress ossidativo. In termini sportivi, ciò può anche essere associato ad una riduzione delle performance fisica dell’atleta, ad un aumento dell’affaticamento e a danni muscolari che, se protratti a lungo termine, possono avere effetti negativi sulla salute.

Bonina P. et al. (2005) hanno valutato in un gruppo di atleti professionisti di pallamano gli effetti a breve termine di una supplementazione con estratto di arance rosse di Sicilia (ROC – red orange concentrated). Lo studio ha selezionato 18 giocatori di età compresa tra 18 e 26 anni, che seguivano il loro regolare allenamento, e 17 soggetti sedentari di 19-30 anni come gruppo di controllo.

L’estratto di arance utilizzato conteneva antocianidine (3.1%), acido idrossicinnamico (2.07%), flavone glicoside (8.1%) e acido ascorbico (vitamina C, 7%). Gli atleti assumevano due capsule al giorno di ROC (100 mg), mentre il gruppo di controllo era trattato con placebo. A tutti i soggetti è stato prelevato un campione di sangue all’inizio dello studio, dopo 1 mese ed alla fine del trattamento (2 mesi). La integrazione con ROC ha determinato, già dopo il primo mese, una riduzione significativa degli indici sierici di stress ossidativi (test che indicano il livello di stress ossidativi) e dopo 2 mesi i risultati sono apparsi ancor più pronunciati. Infatti i giocatori professionisti, che ad inizio trattamento presentavano indici di stress ossidativo significativamente più alti rispetto al gruppo di controllo, al termine della integrazione mostravano valori significativamente più bassi, paragonabili ai controllo.

Questi dati indicano chiaramente che la supplementazione con ROC può essere efficace nel diminuire lo Stress ossidativo e proteggere, a breve e a lungo termine, lo stato di salute di atleti impegnati giornalmente in intensi allenamenti. Anche se i risultati riportati fanno riferimento ad una popolazione di atleti professionisti di elite, questi dati confermano la potenziale utilità di una integrazione con antiossidanti anche in soggetti che svolgono attività fisica a livello amatoriale.

A cura della prof. Alessandra Bordoni (Dietologa), e dr.a Marta Baldini (Esperta in nutrizione ed attività fisica )

Riferimenti Bibliografici Francesco P. Bonina, Carmelo Puglia, Francesco Cimino, Domenico Trombetta, Giovanni Tringali, Anna Maria Roccazzello, Elio Insirello, Paolo Rapisarda and Antonella Saija. “Oxidative stress in handball players: effect of supplementation with a red orange extract”. Nutrition Research 25 (2005) 917-924.

La Luteina per difendere la vista dagli effetti negativi indotti da un eccessivo uso del computer

La luteina è una sostanza di origine naturale nota per le sue proprietà antiossidanti e protettive sulla vista. Dal punto di vista chimico, la luteina è una xantofilla del gruppo dei carotenoidi, pigmenti naturali contenuti in molti alimenti, sia di origine animale (tuorlo d’uovo), sia e soprattutto, di origine vegetale (spinaci, mais, cavoletti di Bruxelles). Come gli altri carotenoidi, anche la luteina non può essere sintetizzata dall’uomo e quindi deve essere introdotta obbligatoriamente attraverso gli alimenti o gli integratori alimentari.

Una volta assunta, questa sostanza si concentra nella macula, cioè nell’area centrale della retina dell’occhio, dove è in grado di esercitare un effetto protettivo verso i raggi UV nocivi e l’azione dei radicali liberi. Nel recente studio di Xiao Ming-Ling et al. (2009) 37 soggetti tra i 22 e 30 anni, sani, che erano stati esposti per più di 10 ore al giorno negli ultimi 2 anni alla luce del monitor di un computer, sono stati suddivisi in 3 gruppi, ognuno ricevente una diversa supplementazione giornaliera per 12 settimane:

  • GRUPPO L6-> 6 mg al giorno di luteina in capsule;
  • GRUPPO L12-> 12 mg al giorno di luteina in capsule;
  • GRUPPO placebo-> capsule a base di maltodestrine, uguali in colore, forma e sapore a quelle utilizzate per la supplementazione di luteina.

Le concentrazioni plasmatiche di luteina (Gruppo L6 da 0,356 a 0,607 mmo/l; Gruppo L12 da 0,328 a 0,733) e la sensibilità al contrasto luminoso, sono risultati positivamente correlati, in modo dose dipendente, ai livelli di assunzione del carotenoide. Nessuna modificazione significativa è stata riscontrata nel gruppo placebo.
Nelle persone che avevano assunto la dose più elevata di luteina (L12) si è inoltre rilevato un miglioramento dell’acuità visiva. Nessun soggetto ha manifestato intolleranze o alterazioni digestive derivanti dall’assunzione dell’integratore.

I risultati ottenuti con questo recente studio confermano ulteriormente l’efficacia di un apporto adeguato di luteina, con la Dieta o in forma di integratore, per la funzione visiva.
Tali conclusioni non sono limitate ai pazienti con diagnosi di patologie oculari già presenti ma possono essere estese anche a soggetti sani.

Riferimenti Bibliografici

Le Ma, Xiao-Ming Lin, Zhi-Yong Zou, Xian-Rong Xu, Ying Li and Rui Xu. A 12-week lutein supplementation improves visual function in Chinese people with long-term computer display light exposure. British Journal of Nutrition (2009), 102, 186–190.