Il calcio è il minerale più abbondante dell’organismo: circa il 99% è depositato nelle ossa e nei denti, mentre il rimanente 1% si trova nei tessuti molli, nei liquidi intra- ed extracellulari e nel sangue. Il calcio svolge un ruolo importante non solo come sostegno strutturale ma anche in alcune funzioni biologiche come la conduzione nervosa, la contrazione muscolare, l’adesività delle cellule, la mitosi e coagulazione del sangue.
Numerosi studi internazionali e nazionali hanno riportato che il consumo di prodotti lattiero-caseari, che rappresentano una ricca fonte di calcio, e l’eventuale assunzione di calcio come integratore, svolgono un effetto benefico a molteplici livelli; tra le molteplici virtù, il calcio induce una riduzione della massa adiposa, dell’ indice di massa corporea (BMI), della circonferenza vita e della pressione sanguigna. La conseguenza di tali miglioramenti è una riduzione del rischio di sviluppare la Sindrome Metabolica (*).
Un recente studio (Geum Joon Cho et al; 2009) ha confermato la relazione tra Sindrome Metabolica e livelli di assunzione di calcio, introducendo un nuovo fattore di variabilità legato al genere (maschi o femmine) e allo stato ormonale. Infatti pare che l’efficienza dell’assorbimento intestinale e l’escrezione di calcio vengano influenzati dai livelli di estrogeni circolanti, e siano quindi meno efficienti in fase post menopausale.
Questo studio comprendeva un totale di 9.341 partecipanti (4.118 uomini, 3.359 donne in premenopausa, e 1.864 in post-menopausa). In ogni soggetto sono state analizzate le abitudini alimentari (livelli di assunzione di macro e micronutrienti) e alcuni parametri biochimici (trigliceridi totali e colesterolo) ed antropometrici (BMI, peso e circonferenza vita).
L’apporto di calcio e l’energia totale introdotta sono apparsi significativamente più alti nei soggetti di sesso maschile. Tra le donne tali valori risultavano più bassi nei soggetti in post-menopausa rispetto a quelli in premenopausa.
E’ importante notare che, tra le donne in menopausa, quelle che assumevano la quantità di calcio maggiore (quartile superiore) presentavano un rischio più basso di sviluppare Sindrome Metabolica rispetto a quelle con l’introduzione più bassa (quartile inferiore). Tale correlazione inversa è risultata riconducibile principalmente ad un effetto favorevole del calcio sul profilo lipidico ed in particolare sui trigliceridi e sul colesterolo HDL.
Questi risultati hanno permesso di concludere che, nelle donne in menopausa, il rischio di Sindrome Metabolica appare ridotto quando l’assunzione giornaliera di calcio è elevata. Quindi un maggior apporto dietetico di calcio, attraverso la dieta, o in aggiunta sotto forma di integratori, nelle donne in post-menopausa può avere effetti favorevoli non solo sull’osteoporosi, ma anche sulla Sindrome Metabolica e quindi, in generale, sul rischio cardiovascolare.
(*) Per sindrome metabolica si intende una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare che comprende una serie di fattori di rischio e di sintomi – spesso correlati allo stile di vita della persona (peso eccessivo, vita sedentaria) o a situazioni patologiche preesistenti.
Riferimenti Bibliografici
Geum Joon Cho, Hyun Tae Park, Jung Ho Shin, Jun Young Hur,Young Tae Kim, Sun Haeng Kim, Kyu Wan Lee, and Tak Kim. Calcium intake is inversely associated with metabolic syndrome in postmenopausal women: Korea National Health and Nutrition Survey, 2001 and 2005.Menopause, Vol. 16, No. 5, 2009