Rombo alla salvia con patate al velo

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

2 rombi di circa 700 g l’uno

500 g di patate

2 scalogni

1 spicchio d’aglio

3 rametti di salvia

olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco

 

PREPARAZIONE

  1. Sciacquate e asciugate i rombi già puliti, salateli e pepateli internamente e mettete in ognuno un rametto di salvia.
  2. Sbucciate e affettate sottilissime le patate (se l’avete, utilizzate una mandolina), conditele con un filo d’olio e mescolatele delicatamente con l’aglio e gli scalogni sbucciati e tritati finemente.
  3. Distribuite le patate su una placca da forno foderata di carta oleata, salate, pepate cospargete con le foglie di salvia rimaste e appoggiatevi sopra i pesci.
  4. Cuocete in forno preriscaldato a 200° per 25 minuti, quindi sfilettate i rombi, distribuite le patate nei piatti, ponetevi sopra i filetti di pesce e condite con un filo d’olio.

Integratori per il benessere delle vie urinarie femminili

Le infezioni delle vie urinarie (IVU) rappresentano una delle affezioni di maggiore riscontro nella pratica clinica, e in ambito ambulatoriale, sono infezioni, per frequenza, seconde solo a quelle a carico delle alte vie respiratorie. E’ un problema che riguarda soprattutto il mondo femminile. Infatti le donne, in alcune fasi della vita (tra i 18 e i 30 anni e nei primi anni dopo la menopausa), sono particolarmente esposte a questo tipo di infezioni. Si calcola che l’80% delle donne ne soffra almeno una volta nella vita. Il problema è talmente esteso da costituire un carico sostanziale sulla spesa pubblica sanitaria (in USA il costo delle IVU è di oltre 2 miliardi di $ l’anno).

Le forme più comuni di IVU sono le cistiti, che si presentano come un’infiammazione vescicale spesso associata ad uretrite, e spesso tale problema si presenta in maniera ricorrente, specialmente nelle giovani donne. Le infezioni del tratto urinario sono causate da un vasto gruppo di batteri, in grado di risalire il tratto urinario, resistere ai meccanismi di difesa dell’ospite, e colonizzare vescica e uretra. I patogeni di maggior rilievo, nelle IVU, risultano essere batteri Gram negativi di provenienza intestinale endogena e di questi l’Escherichia coli, è responsabile di più dell’85% delle infezioni. In caso di diagnosi di IVU, la terapia si basa principalmente sulla somministrazione di antibiotici; tuttavia questo tipo di trattamento spesso non è risolutivo, soprattutto in caso di infezioni urinarie ricorrenti. Inoltre, in tali circostanze, si assiste spesso all’aumento delle resistenze batteriche nei confronti dei farmaci antimicrobici, che di fatto contribuisce al fallimento terapeutico. Proprio l’aumento dell’antibiotico-resistenza ha stimolato la ricerca di nuovi approcci terapeutici per la cura e la prevenzione di queste patologie.

Le nuove strade intraprese negli ultimi anni hanno coinvolto l’impiego di vaccini e l’utilizzo di strategie nutrizionali basate su specifici integratori mirati a preservare la fisiologia del tratto urogenitale, e ritardare o prevenire le IVU.

Per quanto riguarda i vaccini, la loro produzione è sempre stata piuttosto problematica sia per la molteplicità dei patogeni che attaccano l’apparato urinario, sia per la difficoltà di andare ad evocare una risposta immunitaria mucosale veramente efficiente.

Nell’ambito alimentare diversi integratori hanno avuto una notevole diffusione sul mercato e sono spesso stati adottati anche dalla classe medica come strumento utile al miglioramento delle IVU, anche in associazione a trattamenti medici. Appartengo a questa famiglia integratori molto diversi fra loro, usati singolarmente o associati tra loro in formulazioni complesse che sfruttano le potenziali sinergie tra le varie sostanze.

 

Torta al cioccolato con papaia e crema pasticcera

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

300 g di cioccolato fondente

4 uova e 2 tuorli

2,5 dl di latte

230 g di farina di farro

160 g di zucchero

150 g di burro

1 bustina di lievito

1 piccola papaia

1 limone non trattato

1 cucchiaio di cacao amaro

 

PREPARAZIONE

 

  1. Sciogliete cioccolato e burro a bagnomaria, poi aggiungete 50 g di zucchero e lasciate intiepidire.
  2. Montate gli albumi a neve con 50 g di zucchero. Mescolando delicatamente dal basso verso l’alto incorporate 200 g di farina di farro setacciata col lievito, 4 tuorli e infine il cioccolato fuso col burro. Versate il composto in uno stampo foderato di carta oleata del diametro di 22 cm e cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 50 minuti (fate la prova dello stecchino).
  3. Nel frattempo preparate la crema pasticcera: portate a ebollizione il latte con la scorza di limone. Montate 2 tuorli con 60 g di zucchero, quindi incorporatevi 30 g di farina di farro e il latte bollente filtrato. Cuocete a fiamma media mescolando continuamente fino a ottenere una crema omogenea. Spegnete il fuoco e appoggiate sulla crema un foglio di carta da forno per evitare che si crei una pellicola superficiale mentre raffredda.
  4. Estraete la torta dal forno e sformatela su una gratella da pasticceria, tagliatela a metà e farcitela con la crema pasticcera fredda e la papaia sbicciata, privata dei semi e tagliata a tocchetti. Cospargete di cacao e servite.
  5. In primavera-estate potete sostituire la papaia con una vaschetta di fragoline di bosco intere o di fragole private del picciolo e tagliate a tocchetti.

Arriva il freddo: nessuna paura per pelle e capelli

Con l’arrivo dell’autunno aumentano le insidie per i capelli, ma soprattutto per la pelle, facilmente soggetta in questa stagione a secchezza, arrossamento, screpolature. Le aggressioni non arrivano solo dalle temperature in calo: l’aria secca degli ambienti riscaldati e lo smog contribuiscono infatti all’inaridimento della cute, senza considerare che le stesse repentine variazioni di temperatura, ogni volta che dall’esterno si passa a un ambiente riscaldato, sottopongono la pelle a un brusco stress per via del passaggio dal caldo al freddo.

 

La dottoressa Mariuccia Bucci spiega quali sono i differenti tipi di pelle secca e come proteggerla. “Si definisce “secca” una pelle carente di lipidi cutanei, dall’aspetto sottile e fragile, che appare visibilmente poco elastica, disidratata e desquamata. In una pelle secca, il contenuto idrolipidico dello strato corneo è sensibilmente inferiore rispetto ai valori fisiologici. Possiamo quindi distinguere tra PELLE SECCA DISIDRATATA e ALIPIDICA.

 

La pelle disidratata (“carenza di acqua”) è caratterizzata da un deficit che interessa la componente idrica, importante per la funzione di barriera, per la protezione dagli agenti irritanti e per le proprietà meccaniche della cute.

Quella alipidica (“carente di lipidi”) si distingue, invece, per una secchezza cutanea dovuta ad un’insufficiente secrezione sebacea. La minore produzione di grassi cutanei rende la pelle più fragile e sensibile, soggetta a rughe e ad altri segni dell’invecchiamento. La carenza dei lipidi può essere dovuta a un deficit di lipidi intercorneocitari (le ceramidi), sostanza cementante tra le cellule dello strato corneo che determina la perdita di acqua trans-epidermica dal derma sottostante.”

 

E’ oramai assodato che la quantità di acqua presente nello strato corneo è pesantemente influenzata dall’umidità ambientale. In altre parole, quando diminuisce l’umidità esterna, si riduce di riflesso anche la percentuale di acqua negli strati superficiali dell’epidermide. Così come dopo una prolungata esposizione a raggi UV, freddo, aria condizionata, riscaldamento eccessivo o vento, la pelle tende a seccarsi progressivamente. In simili circostanze, è importante interpretare i segnali d’allarme che l’organismo ci invia: la pelle – visibilmente stressata, arida e desquamata – richiede alcuni piccoli accorgimenti tali da consentire alla cute stessa di ripristinare le barriere fisiologiche perdute.

 

Un’adeguata idratazione cutanea è indispensabile per garantire una certa plasticità ed elasticità alla pelle. L’alimentazione gioca un ruolo di primo piano sull’aspetto della pelle. Un adeguato apporto di acqua contribuisce indubbiamente a mantenere una pelle elastica e in ottimo stato. Per idratare la cute – evitando così la pelle secca – oltre all’acqua è bene garantire all’organismo una giusta quantità di acidi grassi insaturi, proteine e aminoacidi, importantissimi per garantire il buon funzionamento delle componenti del derma.

 

Di seguito un elenco di integratori che possono aiutare pelle e capelli:

 

  • Collagene idrolizzato arricchito di aminoacidi, come glicina, acido glutammico, lisina, prolina, valina, che incrementano significativamente il grado di idratazione cutanea, stimolando i sistemi enzimatici preposti alla sintesi di PCA (acido pirrolidon carbossilico), uno dei più rappresentativi componenti del fattore di idratazione naturale (NMF) della pelle; oppure con l’assunzione di glucosammina che stimola la produzione di glicosaminoglicani, i precursori dell’acido jaluronico.

 

  • Acidi grassi polinsaturi (PUFA) consente, invece, di ripristinare la funzionalità delle membrane cellulari che, per carenza di PUFA – dovuta a diete scriteriate o a danno indotto dai radicali liberi – viene meno, con perdita di fluidità delle stesse. Acidi grassi Omega-3 è particolarmente utile perché i lipidi sono indispensabili per garantire l’integrità strutturale e funzionale della pelle. Svolgono altresì un importante ruolo a livello dello strato corneo: consentono infatti la proliferazione e la differenziazione dei cheratinociti (le cellule strutturali di pelle, unghie e capelli), rendendo quindi la pelle più idratata e più sana e i capelli più robusti. I principali principi nutritivi sono gli acidi grassi Omega-3 EPA e DHA e l’acido grasso Omega-6 GLA da olio di borragine. L’effetto antinfiammatorio del GLA è stato studiato anche per contrastare l’eccessiva secchezza della pelle e l’eczema atopico.

 

  • Valina, leucina e isoleucina, precursori degli acidi della serie omega 6, ne ottimizza la sintesi; con le medesime finalità è prezioso il contributo della vitamina F o vitageno che è composta da un pool di acidi grassi essenziali; a propria volta, anche le vitamine C, E, betacarotene, biotina, gruppo B possono avere risvolti positivi a carico dell’idratazione cutanea.

 

  • Per il trattamento degli inestetismi o delle alterazioni degli annessi cutanei, la cui fragilità è in genere associata a carenze nutrizionali, più che a eventi traumatici o meccanici o comunque esterni: in caso di fragilità del fusto del capello è utile assumere aminoacidi solforati.

 

In generale, i nutrienti presenti in una formulazione finalizzata agli annessi cutanei, sono scelti in base a una duplice strategia: azione antiossidante e protettiva, garantita per esempio da betacarotene, vitamine C ed E, CoQ10, selenio, rame, zinco, ferro, e manganese, calcio pantotenato; azione ristrutturante per la presenza per esempio di metionina, cistina, arginina, ovvero aminoacidi solforati, che svolgono un’azione ristrutturante sulle cheratine di unghie e capelli, acido glutammico, vitamina B6 , vitamina H o biotina e vitamina F o vitageno che posseggono in particolare un effetto riequilibrante in caso di fragilità di unghie e capelli.

Crêpe con ricotta e lamponi

INGREDIENTI PER 6 PERSONE

 

30 g di burro

125 g di farina

3 uova e 1 tuorlo

2,5 dl di latte

2 vaschette di lamponi

2 cucchiai di zucchero al velo

4 cm di radice fresca di zenzero

1 arancia non trattata

300 g di ricotta di pecora

100 g di mascarpone

burro

2 cucchiai di miele di acacia

 

 

PREPARAZIONE

  1. Sbattete leggermente le uova e aggiungete il latte, una presa di sale e la farina facendo attenzione a non formare grumi. Fate riposare la pastella per un quarto d’ora.
  2. Nel frattempo frullate una vaschetta di lamponi con lo zucchero e portate la salsa a ebollizione a fiamma moderata mescolando continuamente.
  3. Imburrate una padella antiaderente del diametro di 20 cm passando velocemente il panetto di burro sulla superficie calda, quindi versateci un ramaiuolo di pastella e ruotate la padella in modo che si distribuisca sul fondo in uno strato sottile. Quando i bordi iniziano a staccarsi girate la crêpe e cuocetela sull’altro lato, poi trasferitela su carta assorbente da cucina e tenetela in caldo mentre preparate le altre.
  4. Passate la ricotta al setaccio, mescolatela col mascarpone, il miele, la scorza d’arancia grattugiata e lo zenzero sbucciato e grattugiato. Spalmate il composto sulle crêpe e arrotolatele. Trasferitele nei piatti, versatevi sopra a filo la salsa di lampone e distribuitevi i lamponi rimasti.

Ravioli di pescatrice

INGREDIENTI PER  4 PERSONE

400 g di farina
4 uova
2 code di rana pescatrice di circa 250 g l’una
100 g di ricotta
40 g di burro
1 albume
1 scalogno
1 cucchiaino di curry per pesce
1 mazzetto di erba cipollina
olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco

 

PREPARAZIONE

  1. Cuocete il pesce al vapore, poi tritate la polpa dopo aver eliminato la pelle e la lisca centrale. Intanto fate appassire lo scalogno tritato fine con due cucchiai d’olio, sale e pepe. Fate raffreddare, poi mescolatelo con la ricotta passata al setaccio, la pescatrice, l’albume leggermente montato, sale e pepe.
  2. Versate la farina a fontana sulla spianatoia, scocciatevi al centro le uova (non aggiungete sale!) e impastate il tutto fino a ottenere un composto liscio ed elastico.
  3. Stendete la sfoglia e preparate i ravioli: distribuite su metà della sfoglia la farcia di pescatrice a cucchiaini formando dei mucchietti distanziati fra loro di circa 4 cm, copriteli di sfoglia e tagliate i ravioli con una rotella dentata o uno stampo di 3 cm per lato.
  4. Fondete il burro a fiamma moderata. Nel frattempo cuocete i ravioli in acqua bollente salata. Estraeteli con una schiumarola quando vengono a galla, distribuiteli nei piatti, conditeli col burro fuso e cospargeteli di curry ed erba cipollina tagliata al momento con un paio di forbici.

 

 

 

Crocchette di branzino

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

1 filetto di branzino di 200 g
200 g di farina disoleata di nocciole (sostituibile con pangrattato)
2 patate medie
100 g di pancetta affettata
3 uova
farina di frumento 00
sale, pepe nero

PREPARAZIONE

  1. Lessate le patate con la buccia, quindi scolatele, pelatele e schiacciatele con l’apposito utensile. Incorporate alla purea ottenuta un uovo, un pizzzico di sale e farina sufficiente a ottenere un impasto morbido ma consistente, come quello degli gnocchi.
  2. Eliminate la pelle del filetto di branzino e tagliatelo a tocchetti. Prendete una parte di impasto, inseritevi un tocchetto di pesce e modellatelo a forma di crocchetta. Procedete allo stesso modo fino a esaurimento degli ingredienti.
  3. Sbattete le uova rimaste con sale e pepe, immergetevi le crocchette, estraetele e passatele nella farina di nocciole. A seconda della grandezza, avvolgete le crocchette con una o due fette di pancetta e trasferitele in una teglia foderata di carta oleata. Cuocetele in forno preriscaldato a 200° per circa mezz’ora e servitele caldissime.
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