Berberina, un alleato per mantenere livelli normali di glicemia e colesterolo

Il 14 novembre è stata la Giornata Mondiale del Diabete: si  calcola che in Italia oggi siano 3 milioni le persone con diabete di tipo 2, una patologia in veloce crescita sia nei Paesi avanzati, sia nei Paesi che hanno da poco iniziato il loro sviluppo economico.

Un’alimentazione sana e l’esercizio fisico rappresentano gli alleati più efficaci nella lotta all’iperglicemia e all’ipercolesterolemia: Integratori & Salute – AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) sottolinea che un aiuto può arrivare anche dall’assunzione di integratori alimentari che contengono berberina, un alcaloide contenuto nella radice del biancospino, molto utilizzato anche dalla medicina tradizionale cinese.

La berberina è caratterizzata infatti da una significativa capacità di ridurre il colesterolo e di migliorare il profilo glicemico.

A questo proposito il dr. Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy, precisa: “Questa sostanza, agendo su una proteina denominata PCSK9, è in grado di aumentare la presenza dei recettori per il cosiddetto “colesterolo cattivo” (LDL) sulla superficie delle cellule del fegato, con una conseguente riduzione dei livelli delle LDL stesse nel sangue. La berberina agisce anche sui livelli del glucosio nel sangue (la glicemia), per la sua capacità di ridurre l’assorbimento intestinale di glucosio e di facilitarne la captazione a livello muscolare ed epatico” .

Isoflavoni della soia, tra gli alleati per un buon sonno

 

Il sonno è un processo fondamentale per il benessere fisico e mentale: tuttavia, sono oggi sempre più le persone che accusano disturbi, più o meno debilitanti, alla qualità del riposo.

A questo proposito, Integratori & Salute segnala un interessante studio condotto in Giappone su oltre 1000 persone e pubblicato su Nutrition Journal, secondo cui un aiuto decisivo arriva dagli isoflavoni della soia, una classe di fitoestrogeni presenti in natura soprattutto nelle leguminose, la cui assunzione è correlata positivamente con la durata e la qualità del sonno. Lo studio è il primo lavoro ad aver analizzato la popolazione in generale: prima di questo, solo due ricerche avevano preso in esame la correlazione tra assunzione degli isoflavoni della soia e turbe del sonno, focalizzandosi però esclusivamente sulle donne in post-menopausa.

La ricerca è stata condotta su 1.076 giapponesi di età compresa tra i 20 – 78 anni di cui sono state prese in esame alcune abitudini rilevanti. L’assunzione di isoflavoni è stata misurata utilizzando tre alimenti a base di soia molti comuni nella cucina giapponese: il natto (un prodotto derivato dalla fermentazione dei fagioli di soia), il tofu e il tofu fritto. I partecipanti allo studio hanno poi ricevuto un questionario di auto-valutazione sulle proprie abitudini alimentari e sul sonno. I risultati suggeriscono che un’elevata assunzione quotidiana di isoflavoni da fonti alimentari è significativamente correlata a una durata ottimale del sonno (7-8 ore) e a una sua migliore qualità.

“Il meccanismo d’azione dovrà essere pienamente chiarito, e sarà compito degli studi prospettici in corso far luce sul loro funzionamento” dichiara Antonello Sannia, Presidente Società Italiana di Medicina Naturale “Tra le spiegazioni avanzate vi è il comportamento mimetico degli isoflavoni che, agendo come gli estrogeni, impattano positivamente su alcuni neurotrasmettitori del cervello, tra cui la serotonina, responsabile della regolazione del ciclo sonno-veglia.”

La sicurezza dell’assunzione degli isoflavoni della soia è stata confermata recentemente anche dall’EFSA (European Food Safety Authority). Alicja Mortensen, presidente del gruppo EFSA sugli additivi alimentari, ha valutato l’assunzione di isoflavoni contenuti negli integratori non nocivi per le donne in post-menopausa: infatti in base alle evidenze scientifiche recensite , non esisterebbe correlazione tra consumo di isoflavoni ed effetti negativi sugli organi chiave della donna, come ghiandola mammaria, utero e ghiandola tiroidea.

Il vero e falso sull’acqua

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    1. Domanda

    L’acqua è un nutriente

    Esatto

    L’acqua è un nutriente acalorico (ossia non fornisce energia) estremamente importante. In termini di peso, è il nutriente di cui introduciamo la maggiore quantità

    Sbagliato

    L’acqua è un nutriente acalorico (ossia non fornisce energia) estremamente importante. In termini di peso, è il nutriente di cui introduciamo la maggiore quantità

  2. Domanda 2 di 10
    2. Domanda

    L’acqua costituisce il 30% del peso corporeo.

    Esatto

    Nell’uomo adulto l’acqua costituisce il 50-60% del peso corporeo, nella donna il 45-55%, e nel bambino la percentuale è ancora maggiore.

    Sbagliato

    Nell’uomo adulto l’acqua costituisce il 50-60% del peso corporeo, nella donna il 45-55%, e nel bambino la percentuale è ancora maggiore.

  3. Domanda 3 di 10
    3. Domanda

    Una delle funzioni dell’acqua all’interno dell’organismo è regolare la temperatura corporea

    Esatto

    Una delle conseguenze della disidratazione è la perdita della capacità di termoregolazione, che avviene quando la quantità di acqua presente nell’organismo diminuisce del 2%. Se la perdita di acqua è pari al 5% si hanno crampi, e se superiore al 7% allucinazioni e pericolo per la vita.

    Sbagliato

    Una delle conseguenze della disidratazione è la perdita della capacità di termoregolazione, che avviene quando la quantità di acqua presente nell’organismo diminuisce del 2%. Se la perdita di acqua è pari al 5% si hanno crampi, e se superiore al 7% allucinazioni e pericolo per la vita.

  4. Domanda 4 di 10
    4. Domanda

    Bere acqua durante i pasti rende più difficile la digestione.

    Esatto

    L’acqua favorisce il processo digestivo

    Sbagliato

    L’acqua favorisce il processo digestivo

  5. Domanda 5 di 10
    5. Domanda

    La sensazione di sete è regolata dal nostro cervello.

    Esatto

    Il centro della sete si trova nel cervello, e ci fa provare questa sensazione quando siamo disidratati, ossia quando diminuisce a concentrazione di acqua all’interno dell’organismo e quindi è fondamentale introdurne. Poiché la sete è, quindi, un segnale di disidratazione già in atto, bisogna imparare a bere prima di avere sete.

    Sbagliato

    Il centro della sete si trova nel cervello, e ci fa provare questa sensazione quando siamo disidratati, ossia quando diminuisce a concentrazione di acqua all’interno dell’organismo e quindi è fondamentale introdurne. Poiché la sete è, quindi, un segnale di disidratazione già in atto, bisogna imparare a bere prima di avere sete.

  6. Domanda 6 di 10
    6. Domanda

    La quantità di acqua nel nostro organismo dipende solo dalla quantità che ne introduciamo.

    Esatto

    Dipende anche dalla quantità che perdiamo, soprattutto con le urine ma anche con il sudore e le feci. Le perdite con il sudore possono essere consistenti durante l’attività fisica e se la temperatura esterna è alta.

    Sbagliato

    Dipende anche dalla quantità che perdiamo, soprattutto con le urine ma anche con il sudore e le feci. Le perdite con il sudore possono essere consistenti durante l’attività fisica e se la temperatura esterna è alta.

  7. Domanda 7 di 10
    7. Domanda

    La scarsa introduzione di acqua può determinare stitichezza.

    Esatto

    In caso di disidratazione, anche le feci sono secche e disidratate. Conseguentemente, lo stimolo e la facilità di evacuazione saranno minori

    Sbagliato

    In caso di disidratazione, anche le feci sono secche e disidratate. Conseguentemente, lo stimolo e la facilità di evacuazione saranno minori

  8. Domanda 8 di 10
    8. Domanda

    L’acqua può essere introdotta solo come bevanda

    Esatto

    L’acqua è introdotta anche con gli alimenti, in quantità diversa a seconda del tipo di dieta. Mediamente ne introduciamo con gli alimenti 500-900 ml al giorno

    Sbagliato

    L’acqua è introdotta anche con gli alimenti, in quantità diversa a seconda del tipo di dieta. Mediamente ne introduciamo con gli alimenti 500-900 ml al giorno

  9. Domanda 9 di 10
    9. Domanda

    L’acqua è fonte di sali minerali

    Esatto

    È una delle sue principali funzioni. Infatti l’acqua distillata, ossia non contenente sali minerali, non è idonea per essere bevuta. L’acqua idonea per essere bevuta deve contenere almeno 0.5 g/l sali disciolti. Gli integratori idrico-salini sono prodotti che forniscono acqua e significative quantità di specifici sali minerali (ad esempio, il sodio non è di solito presente o lo è scarsamente). Sono particolarmente indicati qualora le perdite idriche siano accompagnate da notevoli perdite minerali, come nel caso di sudorazione profusa, diarrea o vomito.

    Sbagliato

    È una delle sue principali funzioni. Infatti l’acqua distillata, ossia non contenente sali minerali, non è idonea per essere bevuta. L’acqua idonea per essere bevuta deve contenere almeno 0.5 g/l sali disciolti. Gli integratori idrico-salini sono prodotti che forniscono acqua e significative quantità di specifici sali minerali (ad esempio, il sodio non è di solito presente o lo è scarsamente). Sono particolarmente indicati qualora le perdite idriche siano accompagnate da notevoli perdite minerali, come nel caso di sudorazione profusa, diarrea o vomito.

  10. Domanda 10 di 10
    10. Domanda

    Il contenuto di Sali minerali è uguale in tutti i tipi di acqua.

    Esatto

    Il contenuto in minerali è una caratteristica tipica di ogni tipo di acqua, e si misura come “durezza” o come residuo fisso. Anche le acque vendute imbottigliate sono classificate in base alla quantità e qualità dei minerali contenuti in minimamente mineralizzate, oligominerali, mineralizzate e ricche di sali minerali. La maggioranza sono acque oligominerali.

    Sbagliato

    Il contenuto in minerali è una caratteristica tipica di ogni tipo di acqua, e si misura come “durezza” o come residuo fisso. Anche le acque vendute imbottigliate sono classificate in base alla quantità e qualità dei minerali contenuti in minimamente mineralizzate, oligominerali, mineralizzate e ricche di sali minerali. La maggioranza sono acque oligominerali.

Calamari ripieni e agretti

I calamari sono molto simili ai totani ma hanno carni più tenere e saporite, quindi è bene sapere come distinguerli. Per acquistarli guardate le pinne attaccate in cima alla sacca: se sono piccole e fanno assomigliare il mollusco a una freccia si tratta di un totano, mentre se si allungano a rombo fino a metà del sacco potete stare tranquilli, si tratta di un calamaro.

Calamari ripieni e agretti

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

8 calamari medi
300 g di cozze
un mazzo di agretti
1 piccola patata
1 uovo
1 ciuffo di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
1 dl di vino bianco secco
olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco

PREPARAZIONE

1. Fate aprire le cozze già pulite a fiamma media e recipiente coperto. Eliminate quelle rotte, quelle che non si sono aperte e sgusciate le altre.
2. Bollite gli agretti privati delle radici rosa e ben sciacquati per eliminare tutta la terra. Scolateli al dente (occorreranno circa 4 minuti). Lessate la patata, sbucciatela e passatela allo schiacciapatate.
3. Pulite i calamari: staccate le teste tirandole delicatamente, eliminate le viscere, la penna trasparente, gli occhi e il becco in mezzo ai tentacoli. Sciacquate e tritate le teste con le cozze, lo spicchio d’aglio e il prezzemolo. Sciacquate le sacche facendo attenzione a non romperle.
4. Mescolate il trito di cozze e calamari con l’uovo, la purea di patata, un filo d’olio, sale e pepe. Riempite le sacche dei calamari chiudendoli con uno stecchino di legno, trasferitele in una teglia con 3 cucchiai d’olio, regolate di sale e pepe e bagnate col vino. Lasciatelo evaporare, poi aggiungete qualche cucchiaio d’acqua bollente salata, coprite il recipiente e cuocete a fiamma media per circa 15 minuti voltandoli e irrorandoli di tanto in tanto con il loro condimento.
5. Fate dorare l’aglio sbucciato in 3 cucchiai d’olio, unite gli agretti e insaporiteli a fiamma media per qualche minuto. Serviteli con i calamari privati degli stecchini di legno.

Polpettone vegetariano alla soia verde e patate

Perché questo piatto sia vegetariano dovete utilizzare formaggio a caglio vegetale, si trova in negozi di alimentazione naturale e anche in alcuni supermercati. Se vi fosse difficile reperirlo, per mantenere la consistenza necessaria a modellare l’impasto potete sostituirlo con 50 g di farina di mandorle o di pangrattato, ma naturalmente il gusto finale sarà diverso. Come ulteriore variante, al posto della soia potete utilizzare 500 g di fave sgusciate fresche o surgelate, sbucciandole dopo la bollitura prima di passarle al passaverdure.

Polpettone vegetariano alla soia verde e patate

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

una confezione di 450 g di fagioli di soia verde surgelati
300 g di patate
80 g di formaggio a pasta dura e caglio vegetale stagionato 12 mesi
80 g di farina di mandorle
1 uovo e 1 albume
1 ciuffo di prezzemolo
2 cucchiaini di maggiorana essiccata
2 cucchiai di semi di sesamo nero
olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco

PREPARAZIONE

1. Bollite le patate sbucciate e separatamente i fagioli di soia verde senza scongelarli, scolate entrambi, schiacciate le patate e passate metà della soia al passaverdure.
2. Mescolate i due tipi di purè con la soia intera, il parmigiano grattugiato, la farina di mandorle, le foglie di prezzemolo tritate, la maggiorana e un uovo. Regolate di sale e pepe.
3. Ungetevi d’olio le mani e modellate l’impasto a forma di polpettone, trasferitelo su una teglia foderata di carta da forno, spennellatelo con l’albume, cospargetelo di semi di sesamo e cuocetelo in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti. Servitelo con una misticanza.

Torta salata alla zucca, ricotta e maggiorana

La farina di grano tenero può essere più o meno raffinata. A seconda delle diverse parti estratte dal chicco, si classifica con dei numeri che vanno dallo 00 (che indica la farina più bianca, ottenuta dalla sola parte centrale amidacea del chicco), mentre crusca e germe di grano sono contenuti in percentuali crescenti nei tipi 0, 1 e 2 (la semi-integrale), e interamente nella farina integrale, che si ottiene dal chicco macinato intero. Più alto è il numero del tipo di farina, maggiore sarà il suo contenuto in fibre e nutrienti, minore l’apporto calorico e più basso l’indice glicemico.
La farina di tipo 1 è un buon compromesso in cucina, perché è adatta a preparazioni salate, lievitati come pane, pizze e focacce e dolci rustici. Naturalmente qualsiasi sia il tipo di farina scelta, va sempre preferita quella macinata a pietra in un mulino artigianale.

Torta salata alla zucca, ricotta e maggiorana

INGREDIENTI PER 4-6 PERSONE

200 g di farina di grano tenero di tipo 1
100 g di burro
500 g di zucca mantovana
3 uova
250 g di ricotta
120 g di parmigiano reggiano
1 cucchiaino di maggiorana essiccata
olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco

PREPARAZIONE

1. Impastate la farina col burro, un quarto di cucchiaino da caffè di sale e 50 ml di acqua fredda, formate una palla e lasciatela riposare in frigo per mezz’ora.
2. Nel frattempo sbucciate la zucca, eliminate gli eventuali semi, tagliatela a tocchetti e cuocetela al vapore. Lasciatela quindi raffreddare e passatela al passaverdure.
3. Mescolate la ricotta con le uova sbattute, la maggiorana, il parmigiano, la purea di zucca e regolate di sale e pepe.
4. Stendete la pasta a uno spessore di circa 3 mm su un foglio di carta da forno e senza staccarla dalla carta foderatevi uno stampo del diametro di 22 cm.
5. Versatevi il composto, livellate la superficie e cuocete la torta in forno preriscaldato a 175° per 45 minuti circa.

I componenti “bioattivi” degli alimenti

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    1. Domanda

    Sai cosa sono i componenti bioattivi degli alimenti?

    Esatto

    I componenti bioattivi sono sostanze presenti negli alimenti che si suppone siano in grado di esercitare, attraverso differenti attività biologiche, un’influenza positiva sulla salute dell’uomo, contribuendo al mantenimento di un buono stato di salute.

    Sbagliato

    I componenti bioattivi sono sostanze presenti negli alimenti che si suppone siano in grado di esercitare, attraverso differenti attività biologiche, un’influenza positiva sulla salute dell’uomo, contribuendo al mantenimento di un buono stato di salute.

  2. Domanda 2 di 10
    2. Domanda

    I componenti bioattivi sono nutrienti?

    Esatto

    Alcuni nutrienti, ad esempio gli ac.grassi polinsaturi omega 3, sono considerati bioattivi nel senso che sono in grado di influenzare positivamente la salute al di là del loro ruolo strettamente nutrizionale, altri bioattivi, quali i carotenoidi, i fitosteroli, le antocianine, ecc., non sono invece considerati nutrienti.

    Sbagliato

    Alcuni nutrienti, ad esempio gli ac.grassi polinsaturi omega 3, sono considerati bioattivi nel senso che sono in grado di influenzare positivamente la salute al di là del loro ruolo strettamente nutrizionale, altri bioattivi, quali i carotenoidi, i fitosteroli, le antocianine, ecc., non sono invece considerati nutrienti.

  3. Domanda 3 di 10
    3. Domanda

    I componenti bioattivi si trovano solo negli alimenti di origine vegetale?

    Esatto

    Seppure la maggior parte dei bioattivi ad oggi conosciuti sia di origine vegetale (essi vengono anche definiti fitochimici), anche gli alimenti di origine animale ne contengono. Ad esempio, alcuni peptidi derivati dalla caseina, una delle principali proteine presenti nel latte e derivati, o la carnosina presente nella carne sono considerate molecole potenzialmente bioattive.

    Sbagliato

    Seppure la maggior parte dei bioattivi ad oggi conosciuti sia di origine vegetale (essi vengono anche definiti fitochimici), anche gli alimenti di origine animale ne contengono. Ad esempio, alcuni peptidi derivati dalla caseina, una delle principali proteine presenti nel latte e derivati, o la carnosina presente nella carne sono considerate molecole potenzialmente bioattive.

  4. Domanda 4 di 10
    4. Domanda

    Sai quanti sono i componenti bioattivi conosciuti?

    Esatto

    Il numero di molecole che si presume possano avere una bioattività è enorme, ma tale attività è stata scientificamente dimostrata solo per poche di esse. In tutto il mondo, le ricerche in questo campo sono innumerevoli perché tutta la comunità scientifica riconosce l’enorme potenzialità dei bioattivi per nel mantenere lo stato di salute.

    Sbagliato

    Il numero di molecole che si presume possano avere una bioattività è enorme, ma tale attività è stata scientificamente dimostrata solo per poche di esse. In tutto il mondo, le ricerche in questo campo sono innumerevoli perché tutta la comunità scientifica riconosce l’enorme potenzialità dei bioattivi per nel mantenere lo stato di salute.

  5. Domanda 5 di 10
    5. Domanda

    Conosci le principali attività dei bioattivi?

    Esatto

    Le attività dei bioattivi sono molteplici; molti possono ridurre fattori di rischio di malattie correlate all’alimentazione. Ad esempio ipertrigliceridemia ed ipercolesterolemia, fattori di rischio cardiovascolari.

    Sbagliato

    Le attività dei bioattivi sono molteplici; molti possono ridurre fattori di rischio di malattie correlate all’alimentazione. Ad esempio ipertrigliceridemia ed ipercolesterolemia, fattori di rischio cardiovascolari.

  6. Domanda 6 di 10
    6. Domanda

    Occorre introdurre una determinata quantità di bioattivi per avere un effetto?

    Esatto

    Anche questo dipende dal bioattivo. Sicuramente esiste una “dose efficace” anche per i bioattivi, nel senso che se introduciamo una quantità inferiore rispetto a quella efficace non avremo alcun risultato. Per molti bioattivi la dose efficace non è ancora conosciuta, per altri quali fitosteroli e fitostanoli, essa è invece già stata stabilita.

    Sbagliato

    Anche questo dipende dal bioattivo. Sicuramente esiste una “dose efficace” anche per i bioattivi, nel senso che se introduciamo una quantità inferiore rispetto a quella efficace non avremo alcun risultato. Per molti bioattivi la dose efficace non è ancora conosciuta, per altri quali fitosteroli e fitostanoli, essa è invece già stata stabilita.

  7. Domanda 7 di 10
    7. Domanda

    Sai chi decide quali componenti alimentari possono essere definite bioattivi?

    Esatto

    In Europa, tale decisione viene presa dagli esperti scientifici sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (gruppo NDA) dell’EFSA, sulla base di dossier scientifici che riportano prove a favore della bioattività di particolari componenti. Ad esempio, gli esperti scientifici NDA hanno affermato che il colesterolo nel sangue può essere ridotto in media dal 7 al 10,5% consumando da 1,5 a 2,4 grammi di steroli e stanoli vegetali al giorno, e che l’effetto è generalmente accertato entro le prime 2-3 settimane.

    Sbagliato

    In Europa, tale decisione viene presa dagli esperti scientifici sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (gruppo NDA) dell’EFSA, sulla base di dossier scientifici che riportano prove a favore della bioattività di particolari componenti. Ad esempio, gli esperti scientifici NDA hanno affermato che il colesterolo nel sangue può essere ridotto in media dal 7 al 10,5% consumando da 1,5 a 2,4 grammi di steroli e stanoli vegetali al giorno, e che l’effetto è generalmente accertato entro le prime 2-3 settimane.

  8. Domanda 8 di 10
    8. Domanda

    E’ facile arrivare ad introdurre la dose efficace di un componente bioattivo?

    Esatto

    Purtroppo generalmente non è facile, perché queste sostanze sono presenti in piccole quantità negli alimenti di comune consumo. Per questo motivo esistono prodotti, come gli integratori alimentari e i c.d. “alimenti funzionali” che sono formulati in maniera tale da consentire di introdurre la dose efficace di una determinata sostanza bioattiva.

    Sbagliato

    Purtroppo generalmente non è facile, perché queste sostanze sono presenti in piccole quantità negli alimenti di comune consumo. Per questo motivo esistono prodotti, come gli integratori alimentari e i c.d. “alimenti funzionali” che sono formulati in maniera tale da consentire di introdurre la dose efficace di una determinata sostanza bioattiva.

  9. Domanda 9 di 10
    9. Domanda

    E’ possibile sapere se una determinata sostanza è realmente riconosciuta essere bioattiva su basi scientifiche?

    Esatto

    Per facilitare il consumatore, il Parlamento Europeo ha emanato uno specifico regolamento inerente le indicazioni (claim) nutrizionali e salutistiche che possono essere presenti sui prodotti alimentari. Le indicazioni nutrizionali si basano sul contenuto dei nutrienti di un prodotto, quelle salutistiche sulle funzioni, fisiologiche, di determinati nutrienti o bioattivi presenti. I claim salutistici sono ammessi solo per le molecole per cui è stata scientificamente dimostrata una bioattività.

    Sbagliato

    Per facilitare il consumatore, il Parlamento Europeo ha emanato uno specifico regolamento inerente le indicazioni (claim) nutrizionali e salutistiche che possono essere presenti sui prodotti alimentari. Le indicazioni nutrizionali si basano sul contenuto dei nutrienti di un prodotto, quelle salutistiche sulle funzioni, fisiologiche, di determinati nutrienti o bioattivi presenti. I claim salutistici sono ammessi solo per le molecole per cui è stata scientificamente dimostrata una bioattività.

  10. Domanda 10 di 10
    10. Domanda

    Quindi, tutti i prodotti che contengono un determinato componente possono recare un’indicazione salutistica?

    Esatto

    Assolutamente no. Per poter apporre l’indicazione è necessario che il componente in questione sia presente in quantità stabilite dal Regolamento Europeo. Ad esempio, un prodotto contenente DHA, un ac. grasso polinsaturo omega-3, potrà utilizzare l’indicazione “Il DHA contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale” solo se contiene almeno 40 mg di DHA per 100 g e per 100 kcal. Questa è una tutela del consumatore verso le false promesse, ed è quindi sempre più importante leggere attentamente quanto riportato sulle confezioni dei prodotti alimentari.

    Sbagliato

    Assolutamente no. Per poter apporre l’indicazione è necessario che il componente in questione sia presente in quantità stabilite dal Regolamento Europeo. Ad esempio, un prodotto contenente DHA, un ac. grasso polinsaturo omega-3, potrà utilizzare l’indicazione “Il DHA contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale” solo se contiene almeno 40 mg di DHA per 100 g e per 100 kcal. Questa è una tutela del consumatore verso le false promesse, ed è quindi sempre più importante leggere attentamente quanto riportato sulle confezioni dei prodotti alimentari.

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