Integratori e loro ruolo nella fisiologia dell’invecchiamento cerebrale

A cura del Prof. Giovanni Scapagnini*, Dott. Sergio Davinelli*
* Ricercatore, Dipartimento Scienze per la Salute,
Università degli Studi del Molise

Fonte – Review scientifica sull’Integrazione Alimentare: stato dell’arte alla luce delle evidenze scientifiche
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CERVELLO E INVECCHIAMENTO

Il cervello è l’organo del corpo che invecchia più velocemente e in maniera più significativa rispetto a tutti gli altri tessuti dell’organismo. Il motivo di questo fenomeno è intrinsecamente legato alla biochimica e alla funzione cerebrale. Infatti i neuroni, le cellule principali di cui è composto è composto il cervello, sono post-mitotici, cioè non si duplicano né si rigenerano (lo fanno solo in aree limitate, mediante la neurogenesi, che però incide molto poco in termini di replacement). Di conseguenza, una volta morte, non vengono sostituite da nuove cellule. Inoltre, occorre ricordare che il cervello è una struttura ad alto metabolismo energetico. Infatti, il cervello utilizza grandi quantitativi di ossigeno (1/3 dell’ossigeno che respiriamo è usato dal cervello) e, quindi, che produce molti radicali liberi, sostanze altamente reattive, in grado di procurare danni irreversibili a livello cellulare. Le membrane cellulari dei neuroni sono, inoltre, caratterizzate da una alta concentrazione di acidi grassi polinsaturi, che rappresentano un substrato ideale per il danno ossidativo. Il cervello in alcune aree presenta poi un’alta concentrazione di ferro e rame, metalli che sono in grado di catalizzare la produzione di forme radicaliche molto dannose (reazione di Fenton). Inoltre, e questo rappresenta quasi un paradosso, il cervello ha una bassissima concentrazione di antiossidanti endogeni (proteici e non). Ad esempio i livelli di glutatione di superossidodismutasi e di catalasi sono circa 1/5 rispetto a quelle del fegato. Di fatto il cervello è per sua natura estremamente esposto allo stress ossidativo e di conseguenza invecchia più precocemente di altri tessuti.

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Salute della donna: integratori alimentari per il benessere della donna. Apparato riproduttivo, fertilità, gravidanza, menopausa, bellezza

A cura di Prof. Vincenzo De Leo, Dott.ssa Valentina Cappelli, Dott.ssa Alessandra Di Sabatino*
*Dipartimento di Medicina Molecolare e dello Sviluppo,
Sezione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Siena

Fonte – Review scientifica sull’Integrazione Alimentare: stato dell’arte alla luce delle evidenze scientifiche
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INTRODUZIONE

In Italia le donne rappresentano il 51% della popolazione, pari a 30 milioni. La donna di oggi ha uno stile di vita che la espone a fattori di rischio importanti; lo stress, un’alimentazione irregolare, una scarsa attività fisica e il fumo rappresentano i principali elementi che incidono negativamente sulla salute.
Il benessere psicofisico di una persona passa attraverso un equilibrio nell’alimentazione accompagnato da una regolare attività fisica. Nella vita di una donna vi sono diversi periodi in cui il cambiamento fisiologico è particolarmente delicato; è pertanto necessario prestare particolare attenzione a soddisfare le necessità nutrizionali, in modo da mantenere una condizione di benessere generale. I principali cambiamenti che hanno luogo durante la vita di una donna sono rappresentati da un rapido sviluppo in periodo adolescenziale con la comparsa del menarca (prima mestruazione), dalla gravidanza e allattamento, preceduti da una fase di controllo della fertilità mediante l’utilizzo di contraccettivi orali ed infine dalla delicata fase della menopausa.
Gli studi sugli apporti nutrizionali evidenziano spesso nelle donne una carenza cronica di alcuni elementi come il ferro, l’acido folico, il calcio, il magnesio e molte vitamine, sia durante il periodo adolescenziale che in età adulta. La donna che desidera una gravidanza dovrebbe, quindi, prepararsi per tempo a questo importante evento dal momento che l’apporto di integratori alimentari contenenti vitamine e sali minerali è molto più utile per la salute della madre e del nascituro se assunti prima dell’inizio del periodo gestazionale.
Le diete a basso apporto calorico e quelle dimagranti, i disordini alimentari e la scelta di regimi vegetariani rendono le donne ancora più a rischio di squilibri nutrizionali.
Inoltre gli integratori alimentari contenenti specifiche sostanze naturali vengono utilizzati anche per trattare alcuni sintomi quali la dismenorrea e la sindrome premestruale durante la vita fertile ed ancora di più in menopausa, in particolare da quando la terapia ormonale sostitutiva è stata quasi del tutto abbandonata. La somministrazione di sostanze naturali contenenti fitoestrogeni di differente origine vegetale in associazione a sostanze come calcio, vit. D, agnocasto, iperico, per citare alcune tra le più comuni sostanze utilizzate, sono in grado di contrastare in un’alta percentuale di casi i principali sintomi neurovegetativi che colpiscono la donna in questa delicata fase della loro vita.
L’obiettivo di questo capitolo è quello di esaminare gli aspetti più significativi della vita di una donna e di capire quali sostanze presenti negli integratori risultino più indicate per favorire una condizione di benessere fisiologico.

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I nostri Principi

INTEGRATORI & SALUTE si impegna da sempre a trasferire ai lettori e agli utenti della pagina Facebook Integratori & Benessere una comunicazione bilanciata e basata su evidenze scientifiche. Nell’ottica di un continuo miglioramento della propria comunicazione, l’associazione ha deciso di ispirarsi ai principi espressi da HEALTH ON THE NET FOUNDATION (HON) https://www.healthonnet.org, per orientare la propria attività informativa ad uno standard di correttezza scientifica e trasparenza sempre più elevata.

I 6 principi a cui ci ispiriamo (*)

  1. Autorevolezza

La fonte delle informazioni deve essere sempre ben indicata; le informazioni sulla salute devono essere fornite da esperti e da professionisti (medici, ricercatori) chiaramente indicati e qualificati.

  1. Complementarietà

Le informazioni presenti intendono incoraggiare e non sostituire mai la relazione del paziente con il proprio farmacista o con il proprio medico.

  1. Attribuzione

Le informazioni scientifiche devono essere accompagnate dalla fonte bibliografica in modo chiaro, esaustivo e completo e se possibile anche dal link diretto alla fonte dei dati. I testi di carattere scientifico devono riportare la data di pubblicazione/aggiornamento.

  1. Giustificazione

I contenuti scientifici non firmati da esperti e professionisti qualificati, devono attenersi alle indicazioni espresse dalla normativa e in particolare modo dal Regolamento Claims (Reg. CE 1924/2006) e dal  DLG 21 maggio 2004 n. 169, recepimento della Direttiva 2002/46/CE sugli integratori alimentari.

  1. Finanziamento

L’identità dell’organizzazione che promuove/contribuisce al finanziamento, ai servizi e al materiale della pagina FB/sito deve essere chiaramente riconoscibile.

  1. Trasparenza

Le informazioni dovranno essere corredate da un chiaro riferimento per i contatti (indirizzo mail, telefono etc) per poter ricevere ulteriori informazioni e chiarimenti.

(*) I principi sopra riportati sono stati tratti da: http://www.hon.ch/HONcode/Patients/ e talvolta adattati ai temi trattati dalla nostra pagina Facebook. La Fondazione HON è un’organizzazione internazionale non governativa attiva nel campo dell’etica dell’informazione sanitaria, che ha istituito la certificazione HONcode, uno standard etico che tutela la trasparenza e la credibilità delle informazioni dei siti web di carattere scientifico. Per suggerimenti e richieste di chiarimenti: info@integratoriebenessere.it

Il pomodoro amico del cuore

Da un recente studio su Atherosclerosis nuove strategie nutrizionali per la gestione del rischio cardiovascolare:
integrazione con licopene e prodotti a base di pomodoro

L’Osservatorio Integratori & Salute segnala i risultati di una recentissima revisione sistematica di 21 studi pubblicata su Atherosclerosis1 che evidenzia un’associazione tra consumo di prodotti a base di pomodoro, integrazione con licopene e minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (CVD).
La revisione ha indagato gli effetti del consumo di derivati di pomodoro e licopene su alcuni marker della funzione cardiovascolare, come quantità di lipidi nel sangue, pressione sanguigna e funzione endoteliale, in individui adulti.

I risultati hanno mostrato che interventi nutrizionali con prodotti a base di pomodoro erano associati a una riduzione significativa dei valori del colesterolo LDL e un miglioramento dei valori di FMD (indice di funzionalità endoteliale e parametro surrogato di rischio cardiovascolare) mentre una supplementazione con licopene riduceva la pressione sistolica.

“Le evidenze disponibili costituiscono un’area di ricerca molto promettente – afferma Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy – e in prospettiva potranno supportare lo sviluppo di strategie nutrizionali individualizzate per far fronte alla gestione dei fattori di rischio cardiovascolare. Interessante, soprattutto, è osservare come gli effetti protettivi del licopene e dei derivati del pomodoro siano complementari e non perfettamente sovrapponibili. Il pomodoro migliorerebbe il profilo lipidico, ed il licopene (di cui il pomodoro è peraltro molto ricco) soprattutto il profilo dei valori della pressione sanguigna. Anche se è complesso spiegare tali differenze, il messaggio che ne emerge punta a sottolineare che gli alimenti funzionali (come il pomodoro) e i loro principi attivi purificati (come il licopene) sembrano sinergizzare nei loro effetti di prevenzione cardiovascolare, ciascuno “aggiungendo qualcosa” agli effetti protettivi dell’altro”.

1.Tomato and lycopene supplementation and cardiovascular risk factors: a systematic review and meta-analysis. Ho Ming Cheng, Georgios Koutsidis, John K. Lodge, Ammar Ashor, Mario Siervo, José Lara. www.atherosclerosis-journal.com/article/S0021-9150(17)30010-2/abstract

Integratori alimentari: uno strumento sempre più utilizzato dai medici per la riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus cerebrale, più frequenti in età avanzata, rappresentano, specialmente nei paesi industrializzati come l’Italia, la principale causa di invalidità e di morte. Si tratta di malattie a genesi tipicamente multifattoriale: tra i fattori di rischio, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e il sovrappeso, molto diffusi nella popolazione adulta, con prevalenze spesso del 50% o più della popolazione oltre i 60 anni d’età.

La prevenzione di queste patologie pone pertanto la specifica necessità di ridurre i fattori di rischio: un aiuto a tal proposito può provenire dagli integratori alimentari, un settore in larga crescita, secondo i dati di QuintilesIMS. L’integrazione in farmacia, parafarmacia e GDO ha mantenuto una crescita del 4,2 a volumi nel 2016 (6,2% in valori).

In particolare, tra i prodotti più utilizzati nell’area della riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari, ci sono gli integratori a base di “riso rosso fermentato”, beta-glucani, berberina e omega 3. Questi integratori hanno visto incrementare ancora più significativamente i consumi (+15% in volumi) quelli a base di riso rosso fermentato, mostrano un aumento ancora più marcato delle vendite in unità (+21%).

Il dottor Andrea Poli, Direttore Scientifico di NFI (Nutrition Foundation of Italy), all’interno della Review scientifica sugli integratori alimentari di Integratori Italia – AIIPA, ha dichiarato che “è ragionevole assumere (pur in assenza, per la maggior parte di questi prodotti, di studi di intervento controllati) che un uso protratto nel tempo di integratori alimentari consentirà di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari nei soggetti che li assumono.”

Sempre secondo il dottor Poli:

• I fitosteroli, o steroli vegetali, competono con i meccanismi intestinali di assorbimento del colesterolo, indicendo una riduzione del 9/10% del colesterolo LDL che, se protratta nel tempo, indurrà un calo di analoga ampiezza della probabilità di incorrere in un evento cardiovascolare maggiore (infarto miocardico fatale o non fatale).
• La berberina è caratterizzata da una significativa capacità di ridurre il colesterolo LDL e l’assorbimento intestinale di glucosio.
• Il beta glucano, fibra insolubile presente in piccole quantità nei cereali e in alcuni funghi, e in quantità maggiori nell’orzo e nell’avena, ha dimostrato la capacità di ridurre il colesterolo LDL e influenzare favorevolmente la glicemia.
• Gli integratori a base di riso rosso fermentato, ormai molto popolari sul mercato italiano, contengono una molecola ad attività inibitoria sulla sintesi epatica del colesterolo. Uno studio clinico randomizzato condotto in Cina su una popolazione di circa 5.000 soggetti, di cui circa 1.400 di età adulta o avanzata (da 65 a 75 anni all’arruolamento), con un pregresso evento coronarico come l’infarto, ha documentato la capacità del prodotto di ridurre in maniera statisticamente significativa e clinicamente rilevante gli eventi coronarici fatali e non fatali, gli ictus cerebrali e la mortalità per qualunque causa (-31%, -44% e -32%).
• Un discorso a parte lo meritano gli integratori a base di grassi polinsaturi della famiglia degli omega-3, che svolgono azioni varie ed integrate, essenziali sia per il normale sviluppo di organi e tessuti (specie la retina, il cervello, il cuore) e sia per una loro corretta funzionalità. Hanno anche effetti nella prevenzione cardiovascolare, e di alcune condizioni patologiche molto diffuse.

Secondo QuintilesIMS, i medici di base, i cardiologi ed altri specialisti consigliano l’utilizzo di questi prodotti. Sono circa 500.000 le indicazioni fornite nel 2016, di cui 300.000 per il riso rosso fermentato e 158.000 di prodotti a base di Omega3 per disturbi cardiovascolari – principalmente in presenza di malattie del metabolismo lipoproteico e ipertensione.

Berberina, un alleato per mantenere livelli normali di glicemia e colesterolo

Il 14 novembre è stata la Giornata Mondiale del Diabete: si  calcola che in Italia oggi siano 3 milioni le persone con diabete di tipo 2, una patologia in veloce crescita sia nei Paesi avanzati, sia nei Paesi che hanno da poco iniziato il loro sviluppo economico.

Un’alimentazione sana e l’esercizio fisico rappresentano gli alleati più efficaci nella lotta all’iperglicemia e all’ipercolesterolemia: Integratori & Salute – AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) sottolinea che un aiuto può arrivare anche dall’assunzione di integratori alimentari che contengono berberina, un alcaloide contenuto nella radice del biancospino, molto utilizzato anche dalla medicina tradizionale cinese.

La berberina è caratterizzata infatti da una significativa capacità di ridurre il colesterolo e di migliorare il profilo glicemico.

A questo proposito il dr. Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy, precisa: “Questa sostanza, agendo su una proteina denominata PCSK9, è in grado di aumentare la presenza dei recettori per il cosiddetto “colesterolo cattivo” (LDL) sulla superficie delle cellule del fegato, con una conseguente riduzione dei livelli delle LDL stesse nel sangue. La berberina agisce anche sui livelli del glucosio nel sangue (la glicemia), per la sua capacità di ridurre l’assorbimento intestinale di glucosio e di facilitarne la captazione a livello muscolare ed epatico” .

Isoflavoni della soia, tra gli alleati per un buon sonno

 

Il sonno è un processo fondamentale per il benessere fisico e mentale: tuttavia, sono oggi sempre più le persone che accusano disturbi, più o meno debilitanti, alla qualità del riposo.

A questo proposito, Integratori & Salute segnala un interessante studio condotto in Giappone su oltre 1000 persone e pubblicato su Nutrition Journal, secondo cui un aiuto decisivo arriva dagli isoflavoni della soia, una classe di fitoestrogeni presenti in natura soprattutto nelle leguminose, la cui assunzione è correlata positivamente con la durata e la qualità del sonno. Lo studio è il primo lavoro ad aver analizzato la popolazione in generale: prima di questo, solo due ricerche avevano preso in esame la correlazione tra assunzione degli isoflavoni della soia e turbe del sonno, focalizzandosi però esclusivamente sulle donne in post-menopausa.

La ricerca è stata condotta su 1.076 giapponesi di età compresa tra i 20 – 78 anni di cui sono state prese in esame alcune abitudini rilevanti. L’assunzione di isoflavoni è stata misurata utilizzando tre alimenti a base di soia molti comuni nella cucina giapponese: il natto (un prodotto derivato dalla fermentazione dei fagioli di soia), il tofu e il tofu fritto. I partecipanti allo studio hanno poi ricevuto un questionario di auto-valutazione sulle proprie abitudini alimentari e sul sonno. I risultati suggeriscono che un’elevata assunzione quotidiana di isoflavoni da fonti alimentari è significativamente correlata a una durata ottimale del sonno (7-8 ore) e a una sua migliore qualità.

“Il meccanismo d’azione dovrà essere pienamente chiarito, e sarà compito degli studi prospettici in corso far luce sul loro funzionamento” dichiara Antonello Sannia, Presidente Società Italiana di Medicina Naturale “Tra le spiegazioni avanzate vi è il comportamento mimetico degli isoflavoni che, agendo come gli estrogeni, impattano positivamente su alcuni neurotrasmettitori del cervello, tra cui la serotonina, responsabile della regolazione del ciclo sonno-veglia.”

La sicurezza dell’assunzione degli isoflavoni della soia è stata confermata recentemente anche dall’EFSA (European Food Safety Authority). Alicja Mortensen, presidente del gruppo EFSA sugli additivi alimentari, ha valutato l’assunzione di isoflavoni contenuti negli integratori non nocivi per le donne in post-menopausa: infatti in base alle evidenze scientifiche recensite , non esisterebbe correlazione tra consumo di isoflavoni ed effetti negativi sugli organi chiave della donna, come ghiandola mammaria, utero e ghiandola tiroidea.

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