Dall’iperico un aiuto per mantenere un buon tono dell’umore

 

L’hypericum perforatum, popolarmente conosciuto come “Erba di San Giovanni”, è una pianta conosciuta fin dall’antichità e il cui millenario utilizzo affonda le radici nelle pratiche salutistiche di greci e romani, che lo utilizzavano come diuretico, antimalarico, cicatrizzante, lenitivo, contro la sciatica e le fratture, e per regolarizzare il flusso mestruale. Nel Medioevo era considerato un utile rimedio per ansia, la malinconia e i disturbi del sonno.

L’efficacia e la sicurezza dell’iperico sulla modulazione dell’umore e sugli stati depressivi di lieve entità sono state confermate da numerosissimi trial clinici. Citiamo per tutti la recente revisione Cochrane (la più autorevole banca dati di revisioni sistematiche della letteratura medica scientifica) che, sulla base delle evidenze rintracciabili in letteratura, sostiene che l’iperico è più efficace del placebo nei pazienti con Depressione ed ha effetti simili a quelli degli antidepressivi di sintesi pur avendo minori effetti collaterali1. L’ESCOP (the EUROPEAN SCIENTIFIC COOPERATIVE ON PHYTOTHERAPY) ne suggerisce l’uso negli stati depressivi di lieve e media entità.

Le conclusioni sulla sicurezza d’uso di questa pianta non si basano solo sui pur numerosi studi clinici ma anche su studi di sorveglianza post-marketing e sui dati dei sistemi di farmacovigilanza che riguardano molti milioni di giornate di assunzione di prodotti contenenti iperico (Muller, 2003)2.

Secondo un recente studio (Canning, 2010) sembrerebbe anche che l’iperico, assunto quotidianamente, possa essere più efficace del placebo nell’alleviare i più comuni sintomi fisici e comportamentali associati alla sindrome premestruale3.

(Contenuti scientifici tratti dal Dossier sulle Piante a cura della dr.a Vitalia Murgia, scaricabile da questo sito)

 

 


1 Linde K, Berner MM, Kriston L. St John’s wort for major depression. Cochrane Database of Systematic Reviews 2008, Issue 4. Art. No.: CD000448. DOI: 10.1002/14651858.CD000448.pub3.
2 Müller WE. (2003). Current St John’s wort research from mode of action to clinical efficacy. Pharmacol Res. 2003 Feb;47(2):101-9.
3 Canning S, Waterman M, Orsi N, Ayres J, Simpson N, Dye L. (2010). The efficacy of Hypericum perforatum (St John’s wort) for the treatment of premenstrual syndrome: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. CNS Drugs. 2010 Mar 1;24(3):207-25.

Antiossidanti alla base della Dieta della felicità

Nutrizionisti e psichiatri sostengono ormai da anni il potenziale ruolo della Dieta e dei composti contenuti negli alimenti sul benessere della nostra psiche. Evidenze scientifiche ribadiscono infatti il ruolo e le proprietà benefiche degli antiossidanti. Giovanni Scapagnini, biochimico clinico dell’Università del Molise afferma che fino ad ora gli studi scientifici alla base di questa teoria si sono concentrati sulla capacità di alcuni alimenti di modulare il rilascio e la sintesi dei neurotrasmettitori responsabili del tono dell’umore, quali serotonina, dopamina e noradrenalina. Nell’ambito dell’ultimo congresso della Società Europea di Neuro Farmacologia, che si è da poco concluso a Parigi, è stato posto invece l’accento su un’altra possibile via di Influenza degli alimenti sulla sfera psichica: l’apporto di sostanze antiossidanti e il loro ruolo sul benessere mentale.

Durante il Congresso il prof. Michael Maes (*) ha presentato numerosi dati sperimentali e clinici riguardo l’effetto di antiossidanti nutrizionali sui disturbi del comportamento. Proprio Maes è stato uno dei primi scienziati a dimostrare uno stretto nesso causale tra Stress ossidativo a livello cerebrale e depressione. Negli ultimi mesi sono stati invece pubblicati studi scientifici che dimostrano la capacità di vitamine antiossidanti, quali la vitamina C e la vitamina E, di ridurre i sintomi depressivi. Molti polifenoli vegetali, come ad esempio la curcumina e le catechine del tè, hanno dimostrato anch’essi la capacità di ridurre disturbi del comportamento, e tale azione è stata direttamente associata alle proprietà antiossidanti e antiinfiammatorie di questi composti. Un paio di anni fa, lo studio spagnolo SUN, condotto dall’Università di Navarra, ha dimostrato come l’aderenza alla Dieta mediterranea e la corretta assunzione di sostanze nutrizionali ad azione antiossidante svolga un ruolo benefico nei confronti dell’insorgenza di disturbi depressivi nella popolazione sana. Un lavoro sviluppato nell’ambito dello studio InChianti, condotto in Toscana su una popolazione di circa 1000 anziani, ha recentemente evidenziato come la scarsa assunzione alimentare di carotenoidi e un basso livello ematico di queste sostanze, sia fortemente associato ad un maggior rischio di sviluppare depressione. Uno studio particolarmente interessante, appena pubblicato sulla rivista Journal of Affective Disorders, è stato presentato dal professor Berk, dell’Università australiana di Melbourne, che ha mostrato come l’N-acetil-cisteina, un integratore antiossidante precursore del glutatione, somministrato a persone con disturbo bipolare, sia più efficace dei farmaci antidepressivi nel ridurre la sintomatologia depressiva. Ciò che risulta da questi studi è che una “dieta della felicità” dovrebbe sicuramente contemplare una adeguata assunzione di sostanze, come quelle presenti in frutta e verdure, in grado di ridurre Stress ossidativo e infiammazione a livello cerebrale.

(*) Director Clinical Research Center for Mental Health (CRC-MH) vzw (Klinisch Onderzoekscentrum Geestelijke Gezondheidszorg), OCMW, Antwerp, Belgium

 

Il Licopene, alleato del sistema cardiovascolare

Effetti benefici dell’estratto di pomodoro sul sistema cardiovascolare Il Licopene, principale responsabile del colore rosso del pomodoro maturo e di altri pigmenti gialli e rossi caratteristici di frutti come il cocomero, l’albicocca e l’uva, appartiene al gruppo di carotenoidi naturali, molecole di origine vegetale determinanti per la protezione degli occhi e della pelle. Nello specifico, il Licopene possiede un’altissima capacità antiossidante, ma la sua azione è in parte limitata perché l’organismo umano non è in grado di sintetizzarlo e di assorbirlo quando assunto con alimenti crudi.

Alcune recenti ricerche presentate dal prof. Yoav Sharoni, della Ben Gurion University di Negev (Israel), confermano il ruolo del Licopene nel mantenimento della salute cardiovascolare1.

L’assunzione di Licopene è associata nel complesso ad una minore prevalenza della sindrome metabolica, quadro clinico dove sono presenti diversi fattori di rischio cardiovascolare; persone con sindrome metabolica presentano il doppio del rischio di incorrere in malattie cardiovascolari rispetto alle persone sane2.

Il Licopene agisce contro l’ossidazione del colesterolo LDL, che e’ considerata una delle cause più rilevanti nella formazione della placca ateromasica, responsabile a sua volta di vari disordini vascolari, tra cui l’ostruzione delle arterie coronariche e le arteriopatie in genere. Grazie alla sua azione antiossidante riduce i parametri dello stress ossidativo e il conseguente danno ai componenti cellulari, garantisce effetti protettivi attraverso un effetto antinfiammatorio e preservante la funzione endoteliale3,4,5.

Gli studi attuali sulle proprietà antiossidanti e anti-radicali liberi del Licopene aprono, quindi, un’interessante prospettiva su come tutelare la salute del sistema cardiovascolare e contrastare una delle maggiori minacce alla salute pubblica del 21° secolo.

Fonti:
1 Japanese – Ito et al J Epidemiol, 2006. /Korean men Jang et al Am J Clin Nutr. 2001/ 10 European countries Kohlmeier et al. Am J Epidemiol, 1997/ Finland – the Kuopio study Rissanen et al 2000, 2001, 2003
2 Slui js et al, J Nutr 139: 987-92, 2009
3,4,5 Kim et al Atherosclerosis, 2011. 215(1): p. 189-95 & Silaste et al Br J Nutr, 2007. 98, 1251

Vitamine e minerali per il benessere di denti e gengive

I più frequenti disturbi che affliggono il benessere e la bellezza del sorriso sono riconducibili principalmente all’accumulo di placca batterica; per questo motivo è indispensabile adottare misure adeguate di igiene orale: uso di spazzolino e filo interdentale almeno 2-3 volte al giorno e dopo ogni pasto, due visite di controllo all’anno.

Gli esperti dell’American Dental Association hanno evidenziato il ruolo rappresentato dalla carenza di vitamine e minerali: adeguate assunzioni di micronutrienti conferiscono sostegno e nutrimento a tutto il parodonto (cioè l’insieme dei tessuti che costituiscono l’apparato di sostegno del dente). E’ di fondamentale importanza l’apporto di calcio e vitamina D: il minerale è il principale componente di ossa e denti, mentre la vitamina D è essenziale per l’assorbimento del calcio. Insieme calcio e vitamina D assicurano una dentatura in buona salute.

A questo proposito, l’Osservatorio Integratori & Salute segnala uno studio statunitense pubblicato sul “Journal of Periodontology”, sull’efficacia dell’integrazione di calcio e vitamina D.
I ricercatori della Saint Louis University Center for Advanced Dental Education, guidati dal prof. Douglas Miley, hanno evidenziato che pazienti che assumevano integratori di calcio e vitamina D per più di 18 mesi avevano mostrato di avere minore perdita di altezza della cresta alveolare (-19%), minore perdita di attacco clinico (-12%) e minore profondità di sondaggio delle tasche parodontali (-7%), oltre a un numero inferiore di aree di sanguinamento rispetto ai pazienti del gruppo di controllo. In conclusione, si è osservato che la supplementazione con vitamina D e calcio nei soggetti sottoposti a terapia di mantenimento parodontale, si evidenzia una tendenza a una migliore salute parodontale.

Gli esperti ritengono che questi risultati siano provati anche da altre ricerche: “Douglas Miley afferma: “Lo studio NANHES III, per esempio, effettuato su oltre 12.000 soggetti negli Stati Uniti, ha dimostrato che un’assunzione di calcio inferiore al fabbisogno causa perdita di attacco clinico in modo direttamente proporzionale alla quantità di minerale ingerita.

Da non dimenticare infine il ruolo svolto dalla vitamina C per il mantenimento della salute di denti e gengive: essa è indispensabile nella formazione del collagene e del tessuto connettivo gengivale, contribuisce a rinforzare la polpa e lo smalto dei denti. Numerosi studi hanno sottolineato che la sua azione antiossidante protegge le strutture parodontali dai danni causati da stress ossidativo.

BIBLIOGRAFIA

– D. Miley et al., Cross-Sectional Study of Vitamin D and Calcium Supplementation Effects on Chronic Periodontitis
– T. Yamamoto et al., Effects of vitamin C intake on gingival oxidative stress in rat periodontitis

Il cibo della longevità

Vivere fino a cent’anni e oltre è possibile. Lo dimostra l’esercito di ultracentenari che si concentra, in Sardegna e in alcuni comuni del Centro Italia. Di questo interessante tema si è parlato durante il recente congresso “The Future of Science” a cui hanno partecipato le maggiori autorità scientifiche internazionali, tra cui Thomas Kirkwood, il principale teorico dei meccanismi biologici dell’invecchiamento, Howard Friedman, a capo del Longevity Project ed Elizabeth Blackburn, Nobel per la medicina nel 2009. Secondo l’esperto dell’Osservatorio Integratori & Salute Giovanni Scapagnini, biochimico clinico dell’Università del Molise, l’estrema longevità dipende sicuramente da una genetica favorevole e dalle numerose variabili in grado di migliorare o peggiorare la possibilità di un invecchiamento privo di malattie. Inoltre gli alimenti di cui ci nutriamo sono sicuramente variabile ambientale rilevante nel determinare la longevità di un individuo.

L’abitudine a nutrirsi in maniera ipocalorica è stata riscontrata come tipica caratteristica delle popolazioni ad alta percentuale di centenari. Questa condizione facilita l’attivazione di meccanismi di difesa cellulare. Gli studi sulla restrizione calorica hanno inoltre permesso di scoprire le proteine chiave nella regolazione della longevità. Alcune di queste, come le sirtuine e FOXO3a o AMPk e il PGC1alfa sono attivate anche da alcuni composti presenti nella dieta.

Le sostanze vegetali presenti in frutta e verdure come le antocianine e il resveratrolo, appartenenti alla famiglia dei polifenoli, sono, infatti, in grado di attivare in maniera specifica i meccanismi di longevità cellulare. La maggioranza di questi composti è inoltre dotato di una potente azione antiossidante, effetto considerato particolarmente utile per contrastare i processi legati all’invecchiamento. Anche gli acidi grassi polinsaturi omega 3, presenti in grandi quantitativi nel pesce e nelle alghe, agiscono promuovendo i meccanismi genetici della longevità.

Contemplare nell’alimentazione adeguati quantitativi di queste sostanze, è sicuramente una regola d’oro per favorire un invecchiamento di successo.

Burghul ai profumi mediterranei

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

220 g di burghul
300 g di filetto di tonno crudo
250 g di pomodorini ciliegia
4 cucchiai di capperi sott’olio
un grosso mazzo di prezzemolo
2 spicchi d’aglio novello
1 cucchiaino da caffè di origano essiccato
il succo di 2 limoni
olio extravergine ligure, sale marino integrale fino, pepe bianco

PREPARAZIONE

1. Fate rinvenire il burghul in acqua fredda per 2 ore, quindi scolatelo e conditelo con il succo di limone, olio, sale, pepe appena macinato e origano. Lasciatelo riposare mezz’ora in modo che assorba bene il condimento e si ammorbidisca ulteriormente.

2. Nel frattempo tagliate il tonno a dadini. Tritate finemente l’aglio e le foglie di prezzemolo.

3. Mescolate delicatamente il tutto insieme al burghul e versatelo in un vassoio di portata. Distribuitevi sopra i pomodorini tagliati a metà e i capperi sgocciolati. Tenete in fresco fino al momento di servire.

Nota: è possibile sostituire il burghul con lo stesso quantitativo di riso parboiled da cuocere al dente, scolare e raffreddare sotto l’acqua corrente.

Crostata alle castagne con ricotta e ganache al cioccolato

INGREDIENTI PER 6/8 PERSONE

100 g di farina bianca tipo 00
100 g di farina di castagne
100 g di burro
120 g di zucchero di canna
2 tuorli
sale
4 cucchiai di marmellata di castagne
200 g di ricotta vaccina
50 g di mandorle macinate
1 cucchiaio di miele di castagno
200 g di cioccolato fondente
2 dl di panna fresca

PREPARAZIONE

1. Montate il burro con lo zucchero, quindi unitevi i tuorli, una presa di sale e le farine setacciate insieme. Formate una palla, avvolgetela in un foglio di pellicola per alimenti e passatela in frigo per mezz’ora.

2. Stendete la pasta frolla allo spessore di circa 3 mm, e foderatevi una teglia di 24 cm di diametro, copritela con un foglio di carta d’alluminio e distribuitevi sopra 2 manciate di legumi secchi.

3. Cuocete in forno preriscaldato a 200° per 10 minuti. Estraete la teglia, eliminate l’alluminio con i legumi e cuocete ancora il guscio di frolla per qualche minuto, quindi estraetelo e lasciatelo raffreddare prima di sformarlo su una gratella da dolci.

4. Coprite il fondo di frolla con la marmellata di castagne e distribuitevi sopra la ricotta mescolata con le mandorle e il miele. Coprite la torta con pellicola per alimenti e mettetela in frigorifero.

5. Nel frattempo sciogliete il cioccolato con la panna a fiamma media, fate raffreddare e montate il composto con le fruste elettriche. Estraete la torta dal frigo, eliminate la pellicola, versate la ganache di cioccolato sulla ricotta e livellatela bene con una spatola.

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